i ‘furbetti’ del Bim-Gsp ‘sgamati’ dal Corriere delle Alpi
Monestier, direttore del Corriere delle Alpi, l’altro ieri preannunciava in un tweet serale l’articolo di Irene Aliprandi sul Bim-Gsp in uscita al mattino successivo. Al di là della comprensibile esigenza di marketing di creare la giusta “tensione” alla notizia, è fuor di dubbio che il tema dibattuto il giorno dopo sulle colonne del giornale meritasse più che ampiamente l’alone di suspance che Monestier gli aveva attribuito.
Oltre a ciò, diciamolo chiaramente, va dato merito al Corriere delle Alpi di aver fatto propria una vicenda dai contorni per niente netti, se non oscura e densa di mille trappole anche per i professionisti della notizia. Ma c’era il bisogno di andare oltre la mera cronaca, pur importante, c’era il bisogno di dare una sferzata alla politica qualunquista dei sindaci bellunesi e dei loro “collegati”, c’era bisogno di illuminare con una vena critica la melma che aveva sommerso e tuttora avvolge l’attività di Bim-Gsp.
Ed il Corriere a guida Monestier questo ha fatto, finora (e ci auguriamo per molto tempo ancora), attirandosi talvolta l’ira inviperita di quelli che sindaci più non sono, tanto è vero che personalmente li indico come sindakos (con ciò indicando una degenerazione collettivista delle pur mediamente buone capacità dei singoli). Ma torniamo alle novità sul Bim-Gsp descritte nell’articolo di Aliprandi che ha un incipit lapidario:
Pochissimi incontri, ancora nessun piano industriale di risanamento e un’ipotesi di aumento della tariffa di circa il 30%, ben oltre la soglia massima del 5% consentita dalla legge e già attivata. Non sono buone le pochissime notizie che si riescono a raccogliere sulla situazione di Bim Gsp.
La giornalista tira poi fuori il rasoio parlando di Salton (consigliere voluto dall’assemblea di vallata Cadore-Longaronese-Zoldo del Bim presieduta da tal Manfreda, sindaco di Lozzo, che ha presieduto anche il gruppo dei Paggi, quello che per appianare la ripugnante voragine creata dal buco del Bim-Gsp, voleva introdurre una vera e propria patrimoniale da 100 € ad utenza, anche se poi hanno dovuto fare retromarcia) (il grassetto è mio):
Gli ultimi aggiornamenti riguardavano il cambio ai vertici della spa dell’acqua, dove gli amministratori sindaci sono stati sostituiti da tre tecnici (stipendiati): Mario Leonardi presidente, Rudy De Battista e Gildo Salton consiglieri. Quest’ultimo è l’unico ad aver prodotto notizie recenti, come quella riportata ieri dalla Tribuna di Trevisto. Salton ha chiesto all’azienda che ha presieduto fino alla primavera 2011, Ascopiave, una liquidazione di 840 mila euro, soldi che Ascopiave non intende versargli, ipotizzando anzi illeciti penali da parte di Salton, o almeno così sta scritto nella memoria depositata l’altra mattina in tribunale a Treviso e con la quale la spa ha fatto opposizione al decreto ingiuntivo di pagamento presentato a novembre da Salton.
Ed è qui, cari lettori, che la cronaca si nobilita per diventare, quando serve, ed in questo contesto SERVE ECCOME SE SERVE, strumento di pungolo delle istituzioni:
Tornando a Bim Gsp, l’ultimo incontro con l’Ato risale a circa due settimane fa. Al momento il cda non ha ancora prodotto il piano di riduzione dei costi, nè il progetto di risanamento aziendale indispensabile a coprire gli 80 milioni di euro di debiti, nè una proposta di modifica della forma societaria, per trasformarla da società di diritto privato a società di diritto pubblico, dunque trasparente e accessibile.
[…] Poi c’è la richiesta di aumentare le tariffe, che sono già state “adeguate” del 5% ogni anno da qui ai prossimi 15 anni. L’aumento ipotizzato sarebbe attorno al 30%, incompatibile con la norma in vigore, ma forse una consulenza sarà utile a trovare la scappatoia.
Ed infine c’è una annotazione sul sublime fenomeno Franco Roccon, ex presidente PDL del Bim-Gsp, ma questa ve la dovete leggere direttamente sul sito del Corriere delle Alpi. In poche parole bocche cucite, cioè omertà istituzionale. E’ così che si conquistano i cittadini. Senza contare che il per ora ventilato aumento del 30%, se venisse trovato il modo per renderlo legale, non ce lo toglie nessuno. Vale fra le Dolomiti quel che vale a livello nazionale: per aumentare le tasse non occorreva “scomodare” la Bocconi …