BIM-Gsp: dal gregge dei sindaci si leva qualche primo belato …
L’incipit dell’articolo è GRANDIOSO e basterebbe da solo a inquadrare la situazione TRAGI-COMICA che si è venuta a creare (il grassetto è mio e fra parentesi quadre alcune considerazioni extra-articolo):
“Di fronte all’ipotesi ormai concreta di un aumento del 5% della tariffa dell’acqua, i sindaci, membri tanto del Bim Gsp che dell’Ato, sono allibiti“ [i se le fa e i se le magna].
E non si spiegano la mancanza di dialogo tra le parti che ha portato a questa situazione. «Sono sconcertato – afferma Armando Vello, primo cittadino di Lentiai – e soprattutto scontento perché le pecche di altri ricadranno sui municipi e sui cittadini. Mi domando come sia possibile che in tutti questi anni non ci sia stato da una parte chi ha fatto valere le proprie istanze (Gsp chiedendo l’aumento) [ribadisco: dire GSP è come dire “tutti i sindaci bellunesi”, eccettuati quelli di Lamon e Arsié] e dall’altra chi doveva accorgersi che i conti prima o poi non sarebbero tornati (Ato) [ribadisco ancora: dire Ato è uguale a dire tutti i sindaci bellunesi]. Certo io, semplice sindaco come tanti altri, mi fido ciecamente dei tecnici a cui affidiamo la gestione dell’acqua [che cavolo centrano i tecnici dei rubinetti con le scelte politiche?]. Per poi ritrovarmi, mio malgrado, in questa situazione paradossale».
Ancora più critico il collega di La Valle, Tiziano De Col: «Avevo capito che qualcosa non tornava nella gestione Gsp-Ato – spiega – ancora anni fa. Tant’è che il mio Comune non si è presentato alle assemblee di entrambi gli organismi per ben tre anni. La Valle, tra l’altro, è stato il primo Comune (oggi sono 14 con Feltre capofila) a chiedere a Gsp il rimborso di alcune opere fatte, che poco dopo sono passate in gestione proprio a Gsp. Rivendichiamo quindi, per evitare un danno erariale, il “fondo sviluppo investimenti”. Attendiamo il parere del giudice. Certo è assurdo far parte di una società che poi mi ritrovo a chiamare in causa in tribunale».
«Di fronte a questa situazione – commenta Armando Scalet, sindaco di Sovramonte – resto completamente disorientato. E se io da sindaco mi sento così, non oso immaginare il cittadino medio. E ciò che è peggio è che ora tutti si chiamano fuori e scaricano sugli altri colpe e responsabilità. Auspico più sobrietà e più concretezza, al bando posizioni politiche radicalizzate. Si deve pensare solo al bene dei cittadini».
Sulla vicenda interviene con una nota l’Udc, con il suo responsabile Maurizio Isma: «Sull’acqua, che è la nostra più importante risorsa, come bellunesi, dobbiamo fare uno sforzo per tenere un atteggiamento costruttivo tutti insieme, senza caricare di responsabilità una o l’altra parte, se vogliamo mantenere il controllo del servizio idrico sul nostro territorio. Ciò che auspichiamo è che la Lega, nell’implementare l’Ato unico regionale entro il 31 marzo, non contraddica il principio federalista attuale e mantenga, oltre che la gestione, anche controllo e vigilanza del servizio idrico sul territorio [a questa nota pastorale dell’UDC manca solo la benedizione papale e poi potremmo dire “andate tutti in … pace”] (dal Gazzettino).
[…] La vicenda è nota, anche se necessita di qualche chiarimento: «Controllore e controllato sono la stessa cosa, Ato e Gsp, dov’ è la differenza? -si chiede Sala [Borca di Cadore]-. C’è qualcosa che non funziona già in partenza. Dobbiamo ripianare la questione. A questo punto intuisco tre possibili soluzioni: un rincaro delle bollette [c’è già stato …], la revisione del piano d’ambito [diranno che si farà ma non si farà] e poi vedere se si può fare una cura dimagrante negli uffici [questa è davvero buona, e risulta anche la più credibile fra le tre] […] (dal Gazzettino).
Foto: Flickr (Escube)