La posizione di Bersani e del PD nella questione Fiscal Compact (o del pareggio di bilancio)
Delle cosiddette bersanate ho già detto in passato. Quando dico che Bersani è un’anguilla (o un’ameba) mi riferisco a casi come questo:
Delle cosiddette bersanate ho già detto in passato. Quando dico che Bersani è un’anguilla (o un’ameba) mi riferisco a casi come questo:
L’aggregato cellulare che risponde al nome di Bersani ha una coscienza. Lo dimostra uno spezzone video dell’Unità che il Post ha messo in luce.
Bersani si sfoga con un misto tra amarezza e finto divertimento, ricordando che anche i cronisti (quelli che criticano) son lì da 20 anni. Siam tutti qui da 20 anni, caro Bersanino (chi non ha avuto la sventura di trapassare). Però, però, un conto è averli passati nella greppia della politica e un conto è averli passati nella società civile che i politici li ha mantenuti. Tutto qua. Siam mica qui a pettinar le giraffe noi.
Dicevo nel precedente post dedicato al PDL, che quel conglomerato di cellule organizzate sotto il nome di Bersani ha iniziato a minimizzare la vicenda Lusi, come fece con quella di Penati, suo braccio destro, minacciando querele, cosa che indubbiamente getta ancor più luce funesta sul PDmenoL (da rottamare nell’insieme, organicamente). Al riguardo risulta illuminante la breve ma intensa riflessione di Gilioli su Piovono rane.
Le bersanate non si contano più. L’uomo è da buttare, via, tutto intero, secondo me. E’ in parlamento da 3 legislature. Una cozza.
Fra tutte le bersanate (mitica quella sul referendum contro la privatizzazione dell’acqua: si ricorderà che il PD era favorevole alla sua privatizzazione), ne propongo una recente raccontata da Travaglio e relativa all’ICI che la Chiesa dovrebbe pagare sugli immobili non destinati al culto (Bersani chiede a Monti di fare chiarezza su un decreto che aveva fatto lui, lui Bersani, durante il governo Prodi: una cosa mica da tutti). Se veramente si desse a pettinar le giraffe, non ne sentiremmo minimamente la mancanza.
http://www.youtube.com/watch?v=K4c5kqzusQ4
Oltre che al PDL, ce n’è anche per il cosiddetto PDmenoL. E mica per una questione di par condicio, è che la supposta moralità dei politici del PD è proprio e solo supposta. A febbraio 2011 il partito dei democratici era ancora alla ricerca di un leader che potesse iniziare a fare un minimo di opposizione (mica a pettinar le giraffe). A settembre 2011 il crollo nella fiducia nel governo misurato nei sondaggi non vedeva il manifestarsi di alcun vantaggio per il PDmenoL, che anzi perdeva ancora consensi. Sempre a settembre vi fu l’incontro a troi di Vasto fra PD, SEL e Idv.
Nel frattempo siamo stati spettatori di alcune bersanate fra le quali «Su caso Penati pronto a querelare», che dimostrano se mai ce ne fosse stato il bisogno di che pasta è il PD quando gli vai, giornalisticamente, a pestare i piedi sulla “moralità”. Ad ottobre abbiam capito che razza di stretto inciucio ci fosse (c’è ancora) tra PDmenoL e PDpiùL. Recentemente è saltata fuori quella puttanata di campagna tesseramento con lo slogan “Ti presento i miei“.
E qui mi fermo, per suggerire un bell’articolo di Luca Telese sul FQ “Ti presento i miei, l’album di Bersani“. Non si parla della indovinatissima campagna pubblicitaria per il tesseramento, la si prende solo a pretesto, per presentare ciò che il PDmenoL è, anche e nonostante lo sforzo moraleggiante. E’ un partito come tutti gli altri. E che cavolo, chi è che ci ha mai creduto che fosse diverso?
L’illustrazione che accompagna l’articolo è geniale: “Tesseramento 2012: iscriviti anche tu … nel registro degli indagati“. Mi raccomando, vale veramente la pena di leggerlo per intero:
“Ti presento i miei”, dice Pier Luigi Bersani, ammiccante e sorridente dai manifesti, sui muri della campagna pubblicitaria del Pd. Ma forse, in queste ore, non si accorge che, per un grande segmento di opinione pubblica “i suoi”, cioè alcuni dei dirigenti più in vista del Pd sono anche una corposa pattuglia di indagati, condannati o addirittura patteggiati. [leggi tutto]
Foto: il Fatto Quotidiano
Fra le mura dolomitiche bellunesi si sa che il presidente Bottacin è stato sfiduciato. Da chi? Dai polli e capponi della congregazione del PDL-PD (o, se vogliamo del PD-PDL). Anche se Levis (IDV) precisa che non si è trattato di inciucio.
A livello nazionale le cose non vanno certo meglio. I nazional-inciuci sono orchestrati dai soliti polli e capponi: da una parte i quasi catto-fascisti, dall’altra i catto-comunisti (senza quasi). Non è una novità. La vicendevole prostituzione con spinte sadomaso si pratica dai tempi di Berlinguer e Moro. Ogni tanto Berlusconi parla di “quelli che mangiano i bambini”, mentre il Bersani di turno rintocca come una campana frasi fatte come “Siam mica qui a pettinar le bambole”: nel frattempo l’italico orifizio viene oltraggiato senza pietà.
Le mani sporche, da sempre, ce le ha anche la sinistra, quella che pretendeva di primeggiare almeno nella moralità. Ne vedremo delle belle, statene certi.
L’associazione Openpolis ha da qualche giorno pubblicato il rapporto denominato “L’opposizione che salva la maggioranza“. L’analisi è impietosa e dimostra, per esempio, che Bersani passa il tempo in parlamento veramente a pettinar le bambole, in buona compagnia dell’amico Antonio Di Pietro. Dall’articolo Un rapporto rivela: “L’opposizione ha salvato 5098 volte la maggioranza” sul Fatto Quotidiano:
Alla Camera, il deputato che più ha aiutato Berlusconi è il segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani (2306 volte), seguito da Antonio Gallione (che dal Pd è passato al gruppo misto) e Antonio Di Pietro (2019 voti)
Guardate pure (nel documento proposto in seguito) tutti gli inciuci quotidiani della marmaglia che poi, di fronte alle telecamere, per rincuorare la platea dei tele-inculati, si sputa addosso vicendevolmente. Ma chi è il cavaliere (quasi) senza macchia? Lei, la culona inchiavabile di Rosy Bindi. Ma a Rosy presidente, quando si trova di fronte quella brodaglia di Bersani, che non venga mai in mente di attentare agli attributini del segretario inciuciatore? Dai Rosy, sferragli una zoccolata, piegalo in due, quel Bersanaccio in-ciuciatore-culatore.
L’opposizione che salva la maggioranza