A mio modo di vedere con colpevole ritardo, ma pare che qualche Provincia si stia muovendo per protestare contro la soppressione degli enti provinciali dettata dalla manovra Monti (quanto meno il loro “svuotamento”). Nel bellunese i politici hanno finora taciuto. Vuol dire che non hanno ancora avuto direttive dal basso (per basso si intende dalle sedi centrali di Roma). Del resto, pur avendo una testa funzionante, quando concorrono alle elezioni con un partito italico, i politici “lokali” sono costretti a firmare un atto di sottomissione totalizzante. Se solo provano a cantare fuori dal coro, zac, via le “corde vocali”, e non cantano più. Merdacce di fantozziana memoria.
Il Sud “provinciale” però sembra muoversi:
Catanzaro, (TMNews) – Province calabresi insieme contro la soppressione: i cinque consigli provinciali di Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria, Cosenza e Vibo Valentia si riuniscono per dire no alla manovra economica che sancisce la fine dell’ente amministrativo. L’idea è quella di un Consiglio provinciale unitario il 23 gennaio alle 10: il presidente della Provincia di Catanzaro e presidente Upi Calabria, Wanda Ferro, spiega a cosa serve. “Bisogna mandare un messaggio importante ai tanti cittadini che hanno scelto da chi essere governati sul ruolo delle province e su quale fittizio risparmio, come capro espiatorio di un governo fatto di tecnici che ha già rivisto più volte una riforma anticostituzionale, vuole procedere. Pensiamo ad abolire tanti consigli di amministrazione o al Cnel, che costa 18 milioni” […].
Lo fa “anticipando” l’iniziativa decisa all’assemblea straordinaria dei presidenti di provincia e dei presidenti di consiglio provinciale tenutasi a Roma il 21 dicembre scorso in cui, con ordine del giorno approvato all’unanimità:
L’Assemblea dei Presidenti di Provincia e dei Presidenti di Consiglio provinciale indice per la data del 31 gennaio 2012 una giornata di mobilitazione straordinaria mediante la convocazione in contemporanea dei 107 Consigli aperti alla partecipazione dei dipendenti e della cittadinanza, delle forze economiche, sociali e delle Istituzioni territoriali.
E’ da sperare che la Calabria suoni la carica e che il resto della provinciale bananiera repubblica salti in sella e faccia sentire la sua voce … forte e chiara. Se serve, prevedendo la raccolta di firme a dimostrazione se vi sia o meno la volontà popolare di pugnalare un ente che per la corretta gestione del territorio non sembra sia così facilmente “regionalizzabile” (se non immaginando un decadimento iperbolico della qualità dei servizi attualmente svolti dalle Province).
Fra le righe: il 31 gennaio 2012, il commissario che ha in carico la Provincia di Belluno (dopo l’assassinio dell’ente da parte del PDL) aprirà le porte alla partecipazione dei dipendenti, della cittadinanza, delle forze economiche, sociali e delle Istituzioni territoriali? Seguro!