Salviamo la Provincia di Belluno: anche i corvi si tingono di blu (meglio così va …)
Il colore di questa giornata dovrebbe essere per tutti il blu elettrico, l’azzurro, il colore della Provincia di Belluno (anche il sindaco di Lozzo di Cadore ha esposto un drappo blu cobalto alla sede municipale …. Naaaaaa, era uno scherzo). Anche i corvi (sia detto con deferenza) si tingono di blu e, per una volta, sono d’accordo. Sono d’accordo anche nel ritenerli elemento legante di questo territorio che ho scoperto essere più pio e devoto di quello che immaginavo. Dal Corriere del Veneto:
Province, Belluno scende in piazza. Il vescovo Andrich guida il corteo
La manifestazione contro la soppressione, fuochi accesi anche sulle vette montane. Fiaccolata tra le campane. «Libertà del territorio»
BELLUNO — Le campane che suonano all’unisono, la fiaccolata, i fuochi su aspri rilievi montani e il Pastore in testa al corteo. Ma le crociate non c’entrano; e anche se la scenografia ricorda le «missioni strepitose» di mezzo millennio fa, qui si parla dell’oggi. Lo spiega Giuseppe Andrich, il vescovo che guida il movimento per la «salvezza» del Bellunese: «Non si tratta di ottenere privilegi di qualche genere; ma di lottare per la libertà e la dignità del territorio. E’ un dovere. E Chiesa e cristiani devono essere coerenti con 200 anni di Storia e con il percorso per la specificità del Bellunese nello Statuto regionale; iter che ha visto le autorità ecclesiastiche in prima fila». Insomma, la Provincia di Belluno è terra di montanari, di gente abituata al sudore e alla fatica; ma è una parte del Veneto e del mondo con caratteristiche proprie, che vanno rispettate. Pertanto Andrich loda «un movimento che ha messo tutti d’accordo, che ha saldato posizioni diverse e che ha trovato la concordia nell’amore per il territorio ».
Grazie a lui. Se non fosse intervenuto, 12 giorni fa, categorie, sindacati e partiti del Bellunese, notoriamente litigiosi, mai avrebbero stretto il patto. Occorreva un’alta autorità morale per superare le divisioni; e ora il comitato «Salviamo la provincia di Belluno» si gioca l’ultima carta per schivare la condanna all’irrilevanza politica e la definizione di «mera espressione geografica ». L’idea di fondo è quella di una manifestazione che renda noto ai palazzi romani che Belluno c’è, è in Italia e va tutelata in quanto provincia montana, con tutti i guai che questa circostanza comporta. L’ultima parola, si sa, quella sull’applicazione o meno della deroga per il Bellunese ai criteri della spending review, spetta al consiglio dei ministri; perciò si vuole «scattare una foto« che resti ben impressa nella mente di chi deve decidere le sorti del territorio. Alle 19 in piazzale della Stazione, inizia la fiaccolata; al contempo, verranno accesi 12 fuochi sulle vette della provincia: due fuochi in Agordino, tre in Cadore, sette in Valbelluna e nel Feltrino; mentre a Damos (Pieve di Cadore) con un faro verrà proiettato un fascio di luce verso la valle del Piave. Nel frattempo, lo scampanio delle chiese della diocesi di Belluno-Feltre. In piazza Duomo, parleranno diversi oratori, tra cui il vescovo Andrich. […]