Autonomia sotto tiro. Vespa sulla recente performance televisiva a carattere talebano: “Un agguato? Macché, sono accuse che mi addolorano“.
Buttati, Vespa, buttati sui sei milioni di cachet che mamma Rai ti ha dato in questi ultimi tre anni. Ti saranno di consolazione ed il dolore, come d’incanto, … svanirà. Ma mi raccomando: con quei soldi compra e manda un regalino anche a Obama, che dal basso dei suoi 314.000 euro annuali – al comando della più grande potenza mondiale – si starà mangiando le unghie pensando a quanto fortunati siano certi personaggi taliane che gli italioti si premurano di ricoprire d’oro (si trascurano qui i dettagli sui Napolitani, Mastropasqui e Beferi di cui la penisola è fornitissima).
Il vespone nazionale ha teso una bella trappolona al neo presidente della provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher. Spagnolli, sindaco di Bolzano, arriva a dire che Durnwalder non sarebbe mai andato da Vespa. Io penso che se Durni ci fosse andato, se lo sarebbe mangiato col cucchiaino, come fosse uno yogurt (il presidente uscente ha un temperamento sanguigno e combattivo). Vespa sarebbe evaporato o avrebbe iniziato a balbettare qualcosa in cirillico.
Kompatscher ha invece optato per una elegante e compassata replica, probabilmente cosciente di avere una platea in ascolto di taliane belanti, cioè scimmie antropomorfe in grado di guardare la tv e, soprattutto, di sciropparsi un programma come “Porta a porta”, quindi sostanzialmente incapaci di ragionare su dati e fatti, incapaci di approfondire questioni complesse. Conseguentemente la sua difesa, perché di un attacco si è trattato, non è apparsa tonica e vibrante – come poteva essere – bensì docile se non addirittura sottomessa.
No problem: l’Alto Adige ed il defilato (per questa volta) Trentino hanno scoperto in diretta che i taliane non ci stanno a prendere esempio dalle autonomie che basano il proprio futuro sul pilastro del federalismo “compiuto”, ai taliane non interessa capire e duplicare i meccanismi che un vasto territorio ha implementato e sta gestendo con indubbio e smaccato successo. Altrimenti che taliane sarebbero!!
L’Italia è un letamaio. Vespa è un italiano dentro e fuori. Io sono italiano fuori, per avversità anagrafiche, ma certamente non mi sento italiano dentro. Sono un Ladino delle Dolomiti e con l’Italia non vorrei avere niente a che fare. Tutto ciò per dire che se devo stare con qualcuno non sto di certo con Vespa e con questo studiato attacco talian alle Autonomie di Bolzano e Trento, rare forme di vita intelligente che stanno a dimostrare che, con fatica, in montagna si può vivere solo autogovernandosi.
Quanto ai bellunesi, mi è parso che finora – ed è di per sé una notizia sensazionale, visto il comportamento letargico finora adottato – solo il presidente dei confindustri di Belluno, Cappellaro, si sia espresso in chiaro e aperto sostegno a quanto ragionevolmente sostenuto da Arno Kompatscher (davvero!! all’inizio non ci volevo credere ma, forse, sta prendendo forma il detto belumat “la gnen, la gnen do la gata dal cuert…”).
“Trento e Bolzano guardano il resto dell’Italia dall’alto al basso, elargendo ai loro cittadini con generosità servizi che non sono oggi più sostenibili”. La puntata di ieri di Porta a Porta, il più popolare talk show politico della Rai, ha fatto ben pochi sforzi per promuovere il dibattito. Il messaggio doveva essere forte e chiaro e ci ha pensato il conduttore a sintetizzarlo in chiusura di trasmissione per tagliare la testa al toro: “l’Italia non si può più permettere uno stato sociale avanzatissimo al nord ed un sud che arranca, quindi stop ai privilegi”. Quindi? Lapidaria la sentenza emessa nel salotto televisivo: “basta autonomia speciali che ormai non hanno più di ragione d’essere”.
E le minoranze linguistiche, le regioni transfrontaliere, l’agricoltura e il turismo di montagna? Niente da fare, nel corso del programma non c’è stato il tempo per simili facezie.
Per la verità il talk show ha avuto un decorso paradossale, visto che aveva preso il via con un approfondimento dedicato agli sprechi legati agli affitti della politica romana passando quindi ad illustrare una recente indagine di Uil sull’incredibile numero degli italiani che vivono oggi di politica (più di 1 milione). Ma ben presto la trasmissione, utilizzando il titolo/cartello “Il presidente della provincia di Bolzano guadagna più di Obama” (sul quale non si è minimamente dibattuto), ha coinvolto i due estremi del paese – Alto Adige e Sicilia – per indicarli come esempi di spreco. […]
Non capisco le recondite finalità con cui il sito provinciale (a proposito: si può dire “provinciale” o è meglio usare la dizione “bellunese”?) del piddimenoelle ha voluto rimarcare che il deputato De Menech si è astenuto durante la votazione del progetto di legge n. 1542 che condanna, è inutile usare altre parole, la provincia di Belluno ad un ruolo marginalissimo all’interno del contenitore regionale.
Perché, per tutto ciò che è stato detto finora sull’argomento dello “svuota Province” dalla corte del PD, scagnozzi e tirapiedi compresi, oltre all’apporto di un vuoto – questo sì – quanto banalissimo ministro Delrio, il peones De Menech avrebbe fatto meglio, piuttosto, a votare a favore del provvedimento; avrebbe fatto una miglior figura e potremmo oggi solo pensare ad un peones piegato ai diktat del partito. Astenendosi, ha semplicemente aperto la corte del letamaio delle “decisioni politiche” e ci si è buttato a capofitto: si tratta solo di aspettare che riemerga e chiarisca, con dovizia di particolari, il perché di questa sua scelta, in modo da farci sapere “da che parte sta” 🙂 .
Certo, se avesse votato contro, questa domanda avrebbe già una risposta: sarebbe stato dalla parte dei bellunesi.
(può anche darsi tuttavia che l’astensione sia il preludio ad un più fecondo periodo meditativo antropomorfo, del tipo “essere o non essere, questo è il problema …”)
L tenpo e i siore comanda i luore, recita un proverbio ladino. Insomma, il tempo non guarda in faccia a nessuno, non fa parzialità. E mentre noi subivamo le intemperie che hanno dato luogo al black out cadorino, a buona parte della gente in Alto Adige – in tutto l’Alto Adige e non solo ai nostri confini – toccava il medesimo destino. E fin qui la Natura fa il suo corso. E’ sul poi che nascono le differenze.
E pensare che ci sono bellunesi che invece di combattere per la conquista della propria autonomia, vorrebbero togliere quella su cui basa il proprio sviluppo ed il proprio futuro il TAA!! Dall’Alto Adige (sarebbe da leggere per intero, per rendersi conto di come funzionano certi meccanismi, anche se non tutto ciò che luccica è oro, lo sappiamo), in attesa di leggere le “medesime” vicende su suolo bellunese (ma qualcuno riuscirà mai a scriverle?):
Nevicate di Natale, la Sel relaziona sui danni alle linee
Disagi in 50 localià di 32 Comuni altoatesini
Ecco la relazione sui danni alle linee di media e bassa tensione in seguito alle nevicate straordinarie del 26-27 dicembre 2013
Le nevicate straordinarie – in parte con neve bagnata e pertanto pesante – iniziate il 25 dicembre 2013 e proseguite il 26 dicembre e nella notte seguente hanno causato, in 50 punti sul territorio di 32 Comuni, danni rilevanti e complessi alle linee elettriche di media e bassa tensione di SELNET. Sono stati colpiti i seguenti Comuni: Cortaccia, Magrè, Montagna, Trodena, Aldino, Nova Ponente, Nova Levante, Renon, Verano, S. Pancrazio, Ultimo, S. Felice, Proves, Martello, Solda, Glorenza, Prato allo Stelvio, Riffiano, Sesto, S. Candido, Dobbiaco, Monguelfo, Casies, Villabassa, Braies, S. Lorenzo di Sebato, Val di Vizze, Corvara, Badia, S. Martino in Badia.
Intervento SELNET: La mattina del 27 dicembre 2013 è scattato a livello provinciale l’intervento per la risoluzione dei danni per mano di 90 operatori, di cui 60 erano dipendenti di SELNET e 30 operatori di società convenzionate. Nel corso della prima giornata la maggior parte delle interruzioni di corrente sono state riattivate di modo che in serata degli 8.000 interessati dalle interruzioni solo 500 erano ancora senza elettricità.
[…]
Organizzazione e intervento
In funzione delle previsioni metereologiche e del continuo contatto e collaborazione con gli uffici della Protezione civile, SELNET è stata in grado di organizzare tempestivamente le necessarie misure di intervento, nello specifico:
Alerting in seguito alle previsioni meteorologiche/ufficio protezione civile
SELNET allerta le proprie strutture interne e rafforza i servizi di emergenza
dal 26 dicembre a mezzogiorno diventa operativo il gruppo per la gestione della situazione critica composto dal Direttore Generale, dal Direttore tecnico, dal Responsabile Area Tecnica e dai Responsabili di zona
inoltre erano operativi tutti i tecnici e i dipendenti della società (eccetto gli assenti per ferie e/o malattia)
il 27 dicembre con tre voli di elicottero (Airways, Elico e CC) si sono potuti individuare dall’alto i danni causati dal maltempo in provincia e circoscrivere i punti critici
per le zone in cui non era possibile la tempestiva rialimentazione degli utenti attraverso la rete, si sono attivati 15 gruppi elettrogeni
si sono attivate le necessarie misure di coordinamento tra Assessorato, Sindaci, Autorità, Protezione civile, Pompieri, Pompieri volontari, Carabinieri, infrastrutture di altre organizzazioni (Associazione contadina) e ditte specializzate (Niederstätter). La cooperazione si è rivelata eccellente.
altrettanto fruttuosa è stata l’opera continuativa ventiquattr’ore su ventiquattro del Centro di Telecontrollo SEL (CT SEL) che nei due giorni del 26 e 27 dicembre ha gestito e registrato oltre 1300 chiamate di utenti rimasti senza corrente.
Le informazioni e i contatti con le autorità, con la Provincia e con i Comuni nonché con i media sono stati organizzati da SELNET.
[…]
Altre interruzioni
Il 7 dicembre 2013 a causa del ciclone “Xaver” si sono avute interruzioni di corrente a S. Pancrazio/Ultimo, S. Felice, Proves, Lauregno
Il 4 e 5 gennaio 2014, in seguito a ulteriori pesanti nevicate, si sono registrate interruzioni di corrente per circa mille utenti.
le interruzioni sono iniziate il 4 gennaio alle ore 15 e si sono protratte fino alla sera del 5 gennaio
in tutti e due i giorni erano presenti e hanno operato le squadre di SELNET; la sera del 5 gli utenti senza corrente erano ancora 100; il giorno 6 gennaio sono stati riallacciati tutti gli utenti eccetto 30 a Sarentino e Passo dello Stelvio, per i quali i lavori di riparazione sono proseguiti nei giorni successivi.
[…]
I danni
I costi per i lavori di riparazione e relativi investimenti ammontano a circa 3.000.000 di Euro.
14 linee TERNA ad alta tensione sono state fuori servizio per molte ore in Alto Adige, in Trentino e in Veneto
4 cabine primarie di ENEL sono rimaste fuori servizio in Veneto
Anche nel Tirolo del Nord (società TIWAG) è mancata la corrente
il Sindaco di Comelico (Belluno) ha chiesto aiuto a SELNET poiché il ripristino dell’erogazione di energia elettrica nel suo Comune era stato garantito solo per il 22 gennaio 2014.
Nelle prossime settimane sono previsti degli incontri con i singoli sindaci per discutere delle situazioni specifiche
Come attività collaterale al letargo il PD bellunese ha deciso di rimettere in sesto il vecchio sito internet. Se ho ben capito, i letargici del PD ti schiaffano su una cartina provinciale non proprio corrispondente alla realtà fattuale, e qualcuno se n’è accorto segnalando la cosa su FB.
Quando ho visto i limiti territoriali della cartina della provincia di Belluno non comprendere i territori dei “ladini storici” – Cortina d’Ampezzo, Colle e Livinallongo – ho creduto ad uno scherzo di un mattacchione. Ma da un commento della novella segretaria del PD bellunese si deduce che no, non è stato propriamente uno scherzo, diciamo.
Oltre ad essersi deprovincializzato – il PD non si dichiara “provinciale” ma bellunese: caso strano vista la rigida disciplina di partito cui normalmente soggiacciono i piddini … – si è anche de-ampezzizzato (che se ne fa del territorio ampezzano?), prefigurando il riabbraccio “asburgico” tra i ladini sellani (sancito peraltro per via referendaria). E poi si sostiene che il (viscido) PD non è avanti coi tempi!
Una figura non proprio di spicco, ma niente a che fare con quella di merda con la quale il PD si è macchiato votando il ddl sgozza-province Delrio (sgozza-Belluno). Nonostante il peones piddino De Menech si sia sbracciato (e tuttora si stia sbracciando) per dimostrare che sì, la figura è di merda, ma con una discreta dose di specificità: merda di montagna (qualcuno ci guadagna).