Scontato epilogo di un ventennio di infingimenti, bugie, barzellette, egocentrismo sfrenato, cura dei propri interessi di bottega e presa per i fondelli di un intero popolo.
di Cagliostro
Uno storico di elevata caratura, trattando di Giolitti, giunse al punto di affermare: “Fu il ministro della malavita italiana!”. Frase indubbiamente forte e, con tutta probabilità, ascrivibile e reintrante nella sfera delle soggettività e della opinabilità di un ricercatore, di un addetto ai lavori, seppur di ottimo livello. Ma Giolitti, che io sappia, non fu mai ufficialmente dichiarato, dai vertici dell’Ordine Giudiziario, appartenente alla tetra schiera dei “pregiudicati”. Una cosa è, insomma, il giudizio degli storici, altra cosa è il pronunciamento, in ultima istanza, dei Magistrati.
Personalmente, sul piano umano, non ho mai gioito per la condanna definitiva di Craxi Benedetto (detto Bettino), nè gioisco ora per la condanna dell’evasore-frodatore fiscale conclamato Berlusconi Silvio. Io credo però che il Craxismo come il Berlusconismo quali “teorie” di una politica deprecabile ed aberrante abbiano finalmente trovato giusto suggello in una condanna senza appello dei loro infausti ideatori e propugnatori. Il degrado espresso ed imposto da questi ‘parvenu’ della Politica intesa come arrembaggio delle Istituzioni piegate ad interessi di casta e di lobbies invereconde non poteva non trovare, alla fine, una inequivocabile sanzione.
Nel caso del Silviuccio nazionale, e nello specifico del processo Mediaset, ci sono voluti ben 10 anni di indagini, 6 anni di dibattimenti continuamente inframezzati da ostacoli di ogni tipo, da tutta una sequela di trappole procedurali, “legittimi” (?) impedimenti, “lodi” senza alcun pudore (basti pensare a quello escogitato dall’attuale vice-presidente del Consiglio nonché ministro degli interni, tale Angelino Alfano), leggi ad personam a gogò, prescrizioni brevi, processi lunghi ecc. ecc..
Per non parlare dell’autentico “stupro” delle Istituzioni (in primis il Parlamento) bloccate, asservite , finalizzate -e questo in piena crisi sociale ed economica- alla soluzione pur che sia delle esigenze giudiziarie di impunità di un solo soggetto, in barba al principio costituzionale di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla Legge.
Ma a nulla sono valse le minacce, i ricatti, le blandizie, il vittimismo strumentale, la compravendita di parlamentari, il mercimonio degli incarichi istituzionali, tanto che un corposo nodo è venuto inesorabilmente al pettine (ed altri ne seguiranno a breve…). Alla resa dei conti e dopo tanto dispendio di energie e risorse, dopo i titanici tentativi di asservire all’Esecutivo l’Ordine Giudiziario con “riforme” pasticciate e … “pro-domo-sua”, il risultato da sempre esorcizzato dal noto tycoon si è materializzato in una sentenza non più scansabile od aggiustabile con cavilli ed escamotages vari.
Molti cittadini continuano comunque a vedere nell’ormai pregiudicato ex premier “il miglior politico italiano”, il Presidente del Consiglio “più meritevole e più longevo dei 152 anni di Storia Patria”. Secondo costoro, il consenso elettorale è la cartina di tornasole di una innocenza sbandierata ai quattro venti, di una malintesa legittimazione circa l’irreprensibilità, morigeratezza ed immacolato candore di un soggetto dall’immagine mediatica cristallina.
A parte il fatto che nel 2013 il consenso è calato di ben 6,5 milioni di voti rispetto alle politiche del 2008 e che i seguaci “residui” del verbo “berlusconide” non sono 10 milioni, come i dirigenti pidiellini continuano a sostenere, ma poco più di 7 milioni, ossia una netta minoranza, va anche precisato che il consenso, soprattutto in Italia e nella fattispecie nel PDL, si concretizza con metodi e modalità da banditori televisivi che si rivolgono ad una platea di utenti non propriamente edotta e documentata.
Ricordo come il 24/7/1943 gli italiani fossero tutti fascisti, salvo ritrovarsi ad abbattere le statue del duce 48 ore dopo!!! L’incantatore brianzolo ha certamente diviso gli italiani in due fazioni: i sodali e gli avversari, i nuovi Guelfi ed i nuovi Ghibellini, i nuovi Montecchi ed i nuovi Capuleti. Ora, però, una domanda è d’obbligo dopo il pronunciamento della Cassazione: che farà l’uomo dalla marcata imprevedibilità e dalle collaudate capacità istrioniche di giocatore d’azzardo della politica? Si limiterà a fare del vittimismo oppure rovescierà ancora una voltà il tavolo così come fatto nella “Bicamerale” dalemiana?
Il Giano Bifronte della Politica nostrana viene giudicato in modo diametralmente opposto dai cittadini di questo paese, a seconda della loro appartenenza alle due schiere contrapposte. Ecco una sintesi dei tanti “rebus” (che ora, a mio giudizio, tanti “rebus” non sono, specialmente dopo la recente sentenza), presenti nella testa degli italiani. Berlusconi è:
- vittima della canea giudiziaria od inacallito soggetto portato a delinquere?
- politico accusato ingiustamente di mille nefandezze o novello Dr Jackyll e mister Hyde?
- amico di mafiosi o acerrimo ed efficace nemico degli stessi?
- ideatore ed attuatore di una rivoluzione liberale o personaggio di stampo grettamente illiberale?
- uomo che si è fatto da sé oppure “utilizzatore finale” di risorse di inequivocabile ed inconfessabile provenienza?
- teorizzatore e dispensatore di tangenti e finanziamenti illeciti oppure corretto investitore di risorse legittimamente detenute?
- “utilizzatore finale” di prostitute, anche minorenni, o semplice organizzatore di “cene eleganti”?
- corruttore di testimoni e di Giudici o irreprensibile cittadino in attesa di giudizio con tendenza naturale a difendersi NEL Processo e non DAL Processo? (Previti, già corruttore per conto terzi del giudice Metta, è stato condannato mentre il presunto mandante ha potuto fruire della prescrizione)
- autore di compravendite parlamentari o politico oggetto di grette ed odiose calunnie?
- già iscritto alla Loggia segreta P/2 (tessera 1816) o soggetto cui è stata carpita (da Licio Gelli) la buona fede?
In ultima analisi, siamo di fronte ad un PREGIUDICATO oppure, come asseriscono i sodali, ad un PERSEGUITATO ?
E le domande potrebbero continuare per lunga pezza!! Brunetta e soci parlano di persecuzione giudiziaria a fini di lotta politica ed asseriscono che, prima del 1993, nessun giudice si era interessato al Nostro. Bugia!!! Vedasi, ad esempio, processo per falsa testimonianza al tribunale di Venezia (iscrizione alla massoneria, già ricordata).
Di quest’uomo tutto appare ammantato di misteri. Dalle remote e misteriose origini imprenditoriali tramite la “goliardica” banca Rasini, riciclona di denaro sporco e già gestita dal padre Luigi, all’indebitamento per oltre 4000 miliardi di lire degli anni 70/80, improvvisamente scomparsi dalla Centrale Rischi di Banca d’Italia non appena ad Arcore mise piede il noto ed “eroico” stalliere Vittorio Mangano, pregiudicato e mafioso a mille carati.
Per non parlare della indegna transazione riguardante l’acquisizione della proprietà della principesca villa di Arcore, transazione propiziata, guarda caso, dal solito avvocato Previti, tutore della principessina Casati Stampa di Soncino, ora pure pregiudicato per corruzione di Giudici. L’intera odiosa vicenda costituisce illuminante episodio degli albori delle “fortune” berlusconiane e può essere definita soltanto come opera immorale di un autentico…caimano.