E’ vero, siamo ad un passo dal baratro, vediamo già laggiù in fondo le nostre spoglie, ma un momento di svago ogni tanto ci vuole.
Il comunicato che ha coperto di ridicolo Mary Star campeggia ancora sul sito ministeriale, come se nulla fosse. Nel frattempo la ministra ha emanato qualche precisazione. Ma la rete, soprattutto su twitter con l’hashtag “#tunnelgelmini” , ha iniziato lo sbeffeggiamento. Non è che resti molto altro da fare, peraltro.
La frase eccelsa: «Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro»
Mary Star qualche ora dopo (le tre successive citazioni sono tratte da la Stampa.it): «Premesso che il comunicato stampa del Miur poteva essere formulato in maniera più precisa – riconosce il ministro – è in malafede chi ritiene che qualcuno al Ministero possa pensare veramente che esista un tunnel di questo tipo. Il vero tunnel – attacca – è quello di chi alimenta polemiche pretestuose prive di senso, proprio in un momento storico per la ricerca italiana».
Giunge in soccorso Petronzio, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: «polemica del tutto strumentale e pretestuosa. È ovvio che il ministero dell’Istruzione si riferisse al tunnel lungo un km, che l’Italia ha contribuito a costruire, al cui interno viene lanciato il fascio di protoni»
E l’immancabile politico d’area: “Si schiera col ministro anche Valentina Aprea (Pdl). «È la sinistra – osserva – che si ricopre di ridicolo montando una polemica surreale non prendendo occasione di strumentalizzare un comunicato del ministero che, come ovvio, si riferisce al tunnel al cui interno sono stati lanciati i protoni»”.
Esegesi: «Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento …». Fate voi. Pensare di aver ragione è come essere al tappeto da 20 minuti, svegliarsi senza incisivi e gonfi come un pesce palla e dire “però ho vinto io …”.
Di neutrini ce ne sono di diversi tipi e l’esperimento Opera, che ha dato il via alla buffonata del comunicato stampa, ha il compito di verificare se i neutrini possono cambiare stato (da muonico a tauonico). Propongo ad imperitura memoria, se mai sarà confermata la scoperta che queste particelle possono viaggiare a velocità superiori a quella della luce, di dare ad esse il nome di “gelmino”, il neutrino pendolare (Cern-Gran Sasso) superluminale.
Foto: la Stampa.it