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incontri del BARD: Auronzo di Cadore provincia di Treviso? Autonomia e ragioni del referendum
Proseguono gli incontri del BARD su tutto il territorio bellunese. Ad Auronzo di Cadore presso la sala consiliare, giovedì 20 dicembre 2012 alle ore 21.00, si terrà un incontro sul tema “Auronzo di Cadore provincia di Treviso? – Autonomia e ragioni del referendum”. Interverranno Moreno Broccon presidente del BARD e Diego Cason sociologo e socio fondatore del medesimo.
Reolon, altro uomo di poca fede (vuoi mettere Bressa)
Al pari di Toscani, anche se le motivazioni si devono presumere diverse, anche l’altro dei tre moschettieri regionali belluneggianti, Reolon, non ha dimostrato di avere una grande fede nel mantenimento dell’integrità territoriale della Provincia di Belluno.
Sempre in occasione della bocciatura in Commissione bilancio dell’emendamento che prevedeva la deroga per Belluno e Sondrio al provvedimento di riordino delle Province, Reolon ebbe a dire (30 luglio 2012):
[…] «E ora abbiamo chiuso – continua Reolon – perché in aula il governo porrà la fiducia sul testo. Niente deroghe: per Palazzo Piloni non c’è più niente da fare».
Poi, per fortuna, sappiamo che lo scoramento del moschettiere piddino è evaporato a fronte della decisione governativa di “salvare Belluno” dal riordino previsto. Al cupo sconforto provato da Reolon in quel momento si era opposto il fermo ottimismo dell’onorevole Bressa che così si esprimeva: «la speranza è di piazzare l’emendamento in un altro provvedimento ».
Nel dettaglio non è proprio andata a finire così, ma alla fine Reolon, uomo di poca fede, non ha potuto che riconoscere a Bressa – compagno di scuderia -, la caparbia lungimiranza sul futuro della nostra Provincia, non solo per la “profetica” frase pronunciata in quella circostanza, ma per tutto l’impegno profuso fino al risultato di qualche giorno fa.
[…] Gianclaudio Bressa, che ha seguito questa questione fin dall’inizio, che ci ha lavorato e che mi ha sempre garantito che sarebbe finita così.
Speriamo davvero che l’ottimismo di Bressa ci sostenga “fino in fondo”: perché ora, a far paura, è proprio il Parlamento, che deve convertire il decreto ministeriale in legge. Diversamente dovremmo dar ragione all’uomo di poca fede: “per Palazzo Piloni non c’è più niente da fare“.
Toscani: ‘Battersi per cosa? Per una provincia commissariata? E con chi, con il Bard?’
In un passato momento di scarsa lucidità – o di opaca rassegnazione – il consigliere leghista Toscani, in occasione della bocciatura in Commissione bilancio dell’emendamento che prevedeva la deroga per la montagna (quindi per le province di Belluno e Sondrio) al provvedimento (per me, sempre e comunque, anticostituzionale) di riordino delle Province, ebbe a dire (30 luglio 2012):
[…] Si tira fuori il vicepresidente del consiglio regionale, il leghista Matteo Toscani: «Battersi per cosa? Per una provincia commissariata? E con chi, con il Bard?»
Poi venne la fiaccolata di Salviamo la Provincia di Belluno – non solo la composta fiaccolata cittadina dei 4000 bellunesi datisi convegno in piazza del Duomo, ma anche i 12 fuochi accesi sui monti: qui la finzione scenica propedeutica ai veri fuochi che la sera del 24 ottobre hanno punteggiato la montagna bellunese fino al Cadore – per la quale, pur all’interno dell’omonimo comitato come unanimemente deciso, il Bard ha rappresentato un pilastro organizzativo fondamentale.
E poi, ancorché non sia ancora ratificata dal passaggio parlamentare (c’è qua in giro un ferro di cavallo?), è giunta la “salvezza per la Provincia di Belluno” decretata il 31 ottobre scorso a Roma.
Ordunque, Toscani, uomo di poca se non nulla fede: «Battersi per cosa? Per una provincia commissariata? E con chi, con il Bard?»
Certo !!
24 ottobre 2012: sarà ricordato tra le date più significative del cammino verso l’Autonomia del Bellunese
Riprendo un altro ottimo intervento dal sito del BARD – Movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti:
di Tomaso Pettazzi
Quanto avvenuto la sera del 24 ottobre 2012 sarà ricordato tra le date più significative della storia del cammino verso l’Autonomia del Bellunese. La costanza propositiva del Movimento Bard, la sua tenacia nel rivolgere a tutte le parti sociali e politiche l’invito all’unità hanno finalmente ottenuto un risultato che solo pochi giorni prima era insperato.
Migliaia di Cittadini, da tutte le vallate, di ogni età e classe sociale, al di là dei diversi orientamenti politici, uniti da un forte ideale, hanno attraversato la città capoluogo per raccogliersi in Piazza del Duomo, in un incontro di Popolo che non ha avuto analoghi precedenti se non nei momenti più significativi e drammatici della nostra vita democratica. Una piazza illuminata da migliaia di lumi, con la contemporanea accensione di falò sulle principali cime dei monti della Valbelluna e delle nostre favolose Dolomiti, ha fatto da cassa di risonanza per i rappresentanti del Comitato “Salviamo la Provincia di Belluno”, impegnati nel sottolineare, ognuno da un particolare punto di vista, le specificità, le caratteristiche, le criticità del nostro territorio e delle sue genti, ed i motivi che stanno alla base della nostra richiesta di Autonomia.
Non simboli di partiti, non manifestazioni di astio, collera, insofferenza, ma un fermo monito al Governo perché ascolti la voce delle Comunità che qui vivono e qui vogliono mantenere le principali Istituzioni pubbliche, delle quali la Provincia è massima espressione democratica di chi conosce a fondo la realtà in cui vive e si considera conseguentemente il più titolato a farne parte, per il nostro bene comune.
Con le forze politiche coscientemente in secondo piano, è rifulsa a maggior ragione la figura del nostro Vescovo, monsignor Giuseppe Andrich che, alla fine di un sentito intervento a braccio, tutto incentrato sulla necessità di mantenere l’unità là dimostrata, ha intonato il canto di montagna “Varda la Luna”, suscitando il plauso e la commozione di tutti i convenuti.
Nulla da quel giorno sarà più come prima.
Belluno è salva: ora bisogna lavorare per rendere la Provincia elettiva ed Autonoma
Dal sito del BARD – Movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti:
La notizia giunta da Roma che prevedere la deroga per la Provincia Belluno, in quanto totalmente montana insieme a Sondrio, riconosce chiaramente una specificità alla nostra terra e ci riempie di gioia e speranza. Gioia per i 4000 Bellunesi che sono scesi in piazza il 24 ottobre, così per per tutti quelli che hanno seguito la manifestazione da casa ed avrebbero voluti essersi. Per le istituzioni Bellunesi, che non si sono arrese ad un futuro infausto e di marginalità, che sembrava già scritto. E per tutte le persone che hanno inciso con il loro lavoro, magari silenzioso, perché questo risultato potesse essere deciso nelle sedi di governo.
E c’è speranza. Perché se una cosa è certa è che il percorso è appena cominciato ed ora dobbiamo costruire le nostre istituzioni con una Provincia Autonoma, elettiva e in una regione alpina. Come Trento e Bolzano.
Anche per questo va riconosciuto pienamente il merito ai comuni referendari, che per primi hanno messo in evidenza il disagio del vivere in montagna in una regione di pianura. E per primi, con coraggio, hanno indicato una strada, ora seguita coraggiosamente da molti altri.
Non ci fermeremo, finché i Bellunesi non avranno le condizioni per poter vivere in montagna come i nostri vicini. Con i Bellunesi, questa volta, andremo fino in fondo.