Riassunto: il cosiddetto accordo di Milano prevedeva che Trentino ed Alto Adige concorressero annualmente con 40 mln ciascuno a favore dei comuni confinanti. Tutto nasceva dopo le spinte secessioniste dei referendum di Cortina, Pieve e Col da una parte (Sappada guarda ad est) e Lamon e Sovramonte dall’altra: un modo come un altro per impastoiare i fremiti secessionisti ed anestetizzare la revoluzion popolar. Dopo la firma dell’accordo saltan fuori alcuni distinguo, primo fra tutti quello del Durni che sostiene che i suoi 40 mln lui non li dà ai bresciani, perché devono servire ai comuni a lui confinanti, che sono 6 (4 bellunesi e 2 sondriesi).
Dal punto di vista del Durni, la cosa può anche essere capita: perché devo dare i miei soldi a chi non confina con me? In questo modo, però, i 40 mln dell’Alto Adige verrebbero divisi per 6 – ogni fetta della torta sarebbe bella grande – mentre i 40 mln del Trentino verrebbero suddivisi fra tutti gli altri 42 comuni, e la fetta diventerebbe omeopatica (in confronto).
Chi guarda la cosa dal punto di vista del contentino anestetizzante (l’italiano parlamentare) non può accettare questa spartizione – pur ammettendo che, allo stato, la forza propulsiva originaria è stata messa in campo dai referendum di Cortina & C. e da Lamon e Sovramonte – per evidenti motivi di disparità. E’ poi da tener conto che la UE non può che vedere in questo gioco di caramelle – comunque milionarie – una concorrenza sleale fra territori (anche allargando la cosa ai confinanti dei confinanti).
Naturalmente, i sindaci dei territori confinanti – Cortina, Livinallongo, Auronzo di Cadore, Comelico Superiore – non possono che essere dalla parte di Durni e, a suo tempo, lo hanno dichiarato senza indugi:
«Durnwalder ha ragione – commenta Zandonella Necca – e noi lo sosteniamo: anche perché ai Comuni confinanti sono stati aggiunti i contigui. Un pasticcio». Gli fa eco il primo cittadino di Livinallongo del Col di Lana Ugo Ruaz: «Pieno appoggio a Durnwalder – commenta Ruaz -: questi del Fondo si sono allargati un po’ troppo. Prima solo i Comuni confinanti e con una divisione scientifica delle risorse; poi un centinaio di Comuni contigui con progetti e richieste per centinaia di milioni». […].
E i Comuni di confine (con Bolzano) sono pronti a sostenerlo. «Durwalder è nel giusto – afferma il sindaco di Auronzo di Cadore Bruno Zandegiacomo Orsolina -: la cassa comune è penalizzante, per noi. E in effetti la filosofia della legge istitutiva era quella di realizzare un “passaggio morbido” tra località confinanti, di certo non tra l’Alto Adige e il Bresciano. […]. Che dire? Io i ricorsi di Durnwalder li appoggio; l’importante, però, è che non si fermi tutto».
Alla fine del primo giro di regali, per la parte relativa all’Alto Adige, nessun comune confinante dei confinanti ha ricevuto un brustol. Non solo: neanche Necca, sindaco di Comelico Superiore – comune direttamente confinante con l’AA – ha ricevuto un boro che sia uno. Ad Auronzo hanno dato le “ultime briciole” (3 mln circa).
Evidentemente, il Necca, deve essere più convincente di quanto non sia stato finora: deve sostenere con più forza l’argomentazione del “tutto a noi”. Forse non l’hanno sentito. Ci sono sempre i prossimi bandi, e qualche palanca arriverà anche a Necca. Cazzo, è confinante !!!
Anche i sindaci confinanti dei confinanti non si devono preoccupare: hanno solo saltato il giro. Col prossimo bando, … ciclabile per tutti. Non occorre che, anche loro, minaccino di ricorrere al referendum (voi non lo sapete ma i nostri sindaci non sono le fede che sembrano, covano un impeto referendario che Pancho Villa neanche riusciva ad immaginare). Sempre che Monti non smonti il meccanismo o che la UE ci metta il naso, vedendo in questo minestron una evidente infrazione alle leggi comunitarie. Pensare ad una richiesta autonomista in blocco, lo lasciamo fare ai bambini delle elementari, che hanno fantasia (e non gli manca neanche il “coraggio”).