Quante storie per un cartello. E se proponessimo a Marchionne di lanciare una Nuova Fiat 500 Dolomieu …
Spot della nuova Fiat 500 col cartello“Sudtirolo”: bufera in Alto Adige
BOLZANO – È uno spot della Fiat a scatenare nuove polemiche sul separatismo e l’autonomia dell’Alto Adige. La casa automobilista torinese ha infatti diffuso in Germania un video per pubblicizzare un nuovo modello di utilitaria, la Fiat 500 trekking, suscitando l’entusiasmo dei separatisti sudtirolesi, ma anche le proteste della destra di lingua italiana. Il motivo del contendere è un fotogramma dello spot nel quale l’auto passa davanti ad un cartello stradale in cui si legge la scritta “Sudtirolo-Suedtirol“. (Gazzettino.it)
Per un lungo attimo, prima di realizzare il contesto, mi sono sentito un capitano Schettino al contrario. Ricordate l’invettiva della capitaneria di porto?: «Salga a bordo, cazzo!». Qui, al contrario, «Scenda da quella nave, cazzo!». Nell’esortazione a me rivolta via email l’oggetto per signore non c’era, l’ho aggiunto io per mantenere inalterata la medesima tensione drammatica che accomuna le due situazioni: il disastro dell’isola del Giglio e lo status di Cenerentola della Nostra Terra, in perenne ricerca di un rasserenante accomodamento istituzionale.
L’esortazione giuntami via email è dunque «De Martin, scenda da quella nave!!!», a supporto della quale il mittente allega il seguente articolo pubblicato sul blog Auronzo Politica Nuova:
Tutti siamo oramai consapevoli che la nave Italia affonderà. e presto.
Possono raccontarci che va meglio, ma è solo per tenerci buoni.
Bisogna pensare cosa fare di noi.
Credo che sia il caso di confrontarci seriamente non solo sulle avvenenze di questa o quella soluzione, ma sulle possibilitá che queste abbiano attuazione.
Proviamo a mettere sul piatto alcune ipotesi, aprendo la discussione ai sostenitori o ai denigratori di ognuna di queste tesi. Siamo qui per questo. […]
Mi preme ora rassicurare il mittente Andreas Quinz che, in relazione a questi temi, qui sfonda una porta aperta. E’ da quando ho l’uso della ragione che considero lo stato italiano un occupante di queste Terre, da esso sottratteci senza alcuna vera legittimazione popolare. E da tempo semino, per quel che posso, il verbo indipendentista (vedi tag veneto-stato e indipendenza).
Detto questo, mi preme tuttavia rimarcare che la voluttuosa e procace Indipendenza (la mora), femmina che mi ha stregato negli anni della mia giovinezza e che continua magneticamente ad affascinarmi, non mi impedisce di riservare le necessarie attenzioni all’Autonomia (la bionda), in tutte le occasioni in cui mi passa vicino e posso a lei cortesemente avvinghiarmi. Ovviamente sono ben conscio delle chiare differenze che distinguono le due, ma un rassicurante tuffo lì in mezzo lo trovo degno di essere vissuto, con vibrante passione, nei confronti di entrambe.
Chiarito ciò non dovrei correre il rischio di apparire un laido opportunista, pronto a gettarsi tra le braccia dell’una o dell’altra a seconda delle convenienze, cosa che di questi tempi potrebbe non essere poi così disdicevole. L’esuberanza non mi ha ancora lasciato del tutto e credo quindi, confidando nella loro necessaria capacità di comprensione, che potrei degnamente soddisfarle entrambe e, vicendevolmente, avere da ognuna di esse ciò che meglio e più gelosamente sanno custodire.
Sostituzione di un ponte. Nuove tecniche. Due ore di tempo. “Ci siamo prefissati un cambiamento del ponte e renderlo agibile in 4 ore … su tutte le strade provinciali”. Di ponti di questo tipo ce ne sono 150 in Alto Adige. Ah, giusto: il cambio si farà di notte per creare meno disagio (il video è relativo ad un test di operabilità). A parità di condizioni esterne, di qua dalla linea di confine in due ore riusciamo, si e no, a spararci una sega.
E’ nei momenti difficili che vedi il politico di razza. Nelle comparsate precedenti non sembrava che Toscani fosse ancora uscito completamente dal lungo letargo invernale.
Lo ha fatto l’altro ieri – salvo ricadute – all’immaginifico (nel senso di creatore di immagini, di ologrammi) incontro “Il bellunese riparte”, titolo dal sapore vagamente kafkiano, scrollandosi di dosso d’un tratto il lungo torpore – di fronte agli altri due moschettieri di lungo corso Reolon e Bond – squittendo che:
«E’ inaccettabile che la Provincia di Belluno sia senza governo da 529 giorni. Fa dunque piacere che il presidente della Camera di Commercio Luigi Curto abbia raccolto l’appello che ho lanciato venerdì scorso, durante il convegno sull’autonomia e l’applicazione dell’articolo 15 dello Statuto regionale promosso dalla Fondazione Colleselli. La sua è un’iniziativa non solo condivisibile, ma anche doverosa e non più procrastinabile».
E’ o non è eroico l’aver calcolato anche l’esatto numero di giorni – 529 – dall’infausto inizio del commissariamento della Provincia per opera di quei pezzi di marmellata – alleati – del PDL? Doppiamente eroico se si tiene conto che il moschettiere leghista compie un altro atto di coraggio quando dichiara:
[…] Su questo faccio autocritica, perché avrei potuto denunciare la situazione prima di venerdì. Lo stesso, però, dovrebbe fare gran parte della politica bellunese che, salvo poche eccezioni, è rimasta in silenzio, quasi fosse un problema che non ci riguarda e che non produce effetti negativi sul territorio. Abbiamo già perso troppo tempo e quindi è opportuno agire con decisione».
Va sottolineato che la chiamata in causa delle altre forze politiche è il momento più alto dell’intervento: “Lo stesso, però, dovrebbe fare gran parte della politica bellunese che, salvo poche eccezioni, è rimasta in silenzio …”.
Il Nostro, forse affetto da un momentaneo buco di memoria, non cita quali siano “le eccezioni”. Io ne conosco una sola o, meglio, un solo coordinamento di due forze “distinte”: 19 cittadini elettori della provincia di Belluno che hanno presentato il ricorso al TAR del Veneto (che ha accolto il medesimo rinviandolo al TAR del Lazio per competenza), ed il Bard, Movimento per Belluno Autonoma Regione Dolomiti, che ha coordinato la stesura del ricorso avvalendosi della consulenza del prof. avv. Gabriele Leondini del Foro di Verona e dall’avv. Giuliano Rizzardi del Foro di Brescia (per ulteriori informazioni e la lettura del documento vedere l’articolo ricorso per chiedere il ritorno alle urne per la Provincia di Belluno).
Strano che Toscani non se lo ricordi perché fra i 19 cittadini elettori firmatari di questa azione popolare vi è anche Diego Vello, segretario provinciale della Lega Nord, partito “abbastanza vicino” 🙂 al consigliere regionale. Da domani … memoril, una pastiglia al giorno (per via orale, mi raccomando).
Da noi i cani creano problemi molto seri al punto di aver bisogno che il borgomastro locale srotoli e declami un editto detto della caccia alla cacca del cane (del quale ho dato conto in tre versioni distinte: dotta, villica e dubitativa). Ma basta passare il confine che i cani diventano subito, da problemi, risorse. E che risorse.
Certo il cane in questione è Rex, il commissario Rex, ed oltre confine c’è chi, col tempo, ha affinato quella capacità non comune di trasformare in oro tutto ciò che tocca. Certo, in Alto Adige il naturale talento viene agevolato da corsi specifici pagati profumatamente dalla Provincia autonoma ma, come si vede, sono soldi ben spesi.
Va detto, va chiarito, perché “è quest’acqua qua eh“, non si scappa. Gli altoatesini sono davvero come il re Mida e quello che toccano si trasforma spesso in oro. Detto incidentalmente, noi bellunesi abbiamo tanti re Me..a, quelli che quando toccano qualcosa la rendono ehm, ci siamo capiti. Chiiii? Ma basta pensare al Bim-Gsp, ragassi, siam mica qui a scaccolare l’elefante!
Ma stiamo a quanto ci fa sapere l’assessore Widmann:
[…] Eccezionalmente alta è anche la ricaduta dell’avventura di Rex in Alto Adige: il fondo provinciale di promozione dei film sostiene la produzione con 200mila euro e il ritorno è di 400mila euro: “Di norma una produzione di film o fiction è tenuta a spendere in loco una somma pari al 150% del contributo ottenuto, in questo caso specifico la quota è addirittura più alta del 50%”, conferma l’assessore. Spese che si concretizzano ad esempio in vitto e alloggio per la troupe, l’utilizzo di artigiani e maestranze locali, di personale tecnico e artistico reclutato in Alto Adige. Nel progetto del commissario Rex figurano una trentina di altoatesini, dal location manager ai tecnici di assistenza video, hairstyle, designer dei costumi, ad attori e comparse.
Questi altoatesini non sono semplicemente bravi, di più, sono dei geni (con il tocco di re Mida). Pensate: quelli della produzione di Rex (romano-alemanni) si devono essere inginocchiati davanti a Widmann che ha sì sganciato 200mila euri (altoatesini, valgono di più di quelli taliani), ma concedendo l’uso del sacro territorio sud tirolese ha anche preteso che la coproduzione alemanno-romana garantisse una ricaduta pari almeno a 400mila euri (sempre altoatesini). Ditemi voi se non è una genialata.
Ora, dovete sapere che sono in contatto con Krugman (Krugman chi? ma quello sfegatato economista neokeynesiano che pontifica dalle colonne del NYT) al quale ho indirizzato un quesito, essendo io non dotato a risolverlo. Tipo: caro Robin (di secondo nome fa Robin e noi intimi lo chiamiamo così), ho il sospetto che 200mila euri di tasse abbiano un valore differente da 400mila euri di ricadute, potresti illuminarmi! Grazie. (p.s. se puoi, ti incarichi tu di spedire la risposta in copia a Widmann, avrebbe tutto un altro valore se fatto da te).
Chiudo ammettendo che queste da me sollevate sono futili precisazioni. Di base resta lo sconcerto di pensare che Capocelli, il commissario che guida ora la Provincia di Belluno, come sapete fortissimamente voluto dal PDL (che per questo si è palesato come escremento partitico), non potrebbe far altro che girare con la paletta per raccogliere i cataboliti di Rex.
Ehi, dico a te, gnocco auronzano, quello dei “Mai coi Puster“. E lo dico a tanti altri, naturalmente. E’ notizia di ieri che la provincia autonoma di Trento (ok, non è Bolzano, ma la cosa non cambia) ha erogato nel 2012 ben 17 milioni di euri come contributo una tantum a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie.
Ma tu, gnocco, lo sai a quanto ammonta il bilancio della provincia di Belluno?
Nooo?
Ammonta a 93 milioni.
Dati del 2011. E’ chiaro che stiamo parlando dell’ammontare di bilancio che l’Ente Provincia ha a disposizione come decisione propria di spesa (peraltro in buona parte vincolata), non dell’ammontare di tasse pagate dai bellunesi che lo stato italiano torna al territorio nel suo insieme sotto forma di servizi (sanità, parte della viabilità …), comunque somme decise ed assegnate da centri di potere che niente hanno a che fare col nostro territorio.
Detto questo, a quanto corrisponde il solo e semplice contributo erogato alle famiglie trentine (17 mln) a sostegno del proprio potere d’acquisto rapportato al bilancio dell’intera Provincia di Belluno (93 mln)?
Corrisponde al 18%.
Un quinto del bilancio dell’intera Provincia di Belluno viene speso in Trentino per il solo e semplice sostegno del potere d’acquisto delle famiglie. Comprendi, gnocco?
Visto che ci siamo. Dico sempre a te gnocco, sveglia: a quanto ammonta l’intero bilancio della Provincia Autonoma di Bolzano (che comunque non differisce di molto da quello della provincia di Trento)? Tieni pur conto che loro sono in 500.000 e qui a Belluno siamo (conto tondo) in 200.000. Dicono (2011) che in totale il bilancio sia di 5.226 milioni di euro, ma se togliamo le partite di giro il bilancio effettivo è di
4.744 milioni di euro
Ehi, gnocco. Sai calcolare a quanto ammonta il bilancio di BL in rapporto a quello di BZ? Ehi, gnocco, dico a te!!! Pronto??? Niente, caduto in letargo.