Sono 20 anni che la Montagna Turistica del Veneto si sgretola: nel 2000 valeva l’11,4%, nel 2022 il 6,1%
Anche il baraccone Unesco, di cui tra poco ricorrerà il 14° anno dalla proclamazione (già pronta la melassa?), non è servito a niente. Anche i vari Giretti d’Italietta (più o meno rosa), di cui si favoleggia ogni volta riescano a fare “da traino” al turismo (che ride1, che ride2), sono passati invano. Dei Mondiali di Cortina, celebrati con il lutto al braccio per via della dispersione dei coviddi meglio non parlare. L’Olimpiade incombe ma sarà poco più di una sveltina…
Insomma, da più di vent’anni la Montagna Turistica del Veneto si sta sgretolando: infatti, nel 2000 valeva l’11,4% e alla fine del 2022 il 6,1% (quota di presenze tra i vari comprensori turistici del Veneto). Anche il Mare è calato, così come le Terme. A crescere il Lago e soprattutto il comprensorio Città d’Arte (tra qualche giorno in dettaglio). In termini assoluti la Montagna è passata da 6.203.524 presenze del 2000 ai 4.002.312 di presenze del 2022: -35,5%! E il vero dramma è che questo calo si è consumato mentre il totale regionale delle presenze nei vari comprensori è aumentato da 54 milioni (2000) a 71 milioni (2019), 66 milioni nel 2022.
Ma là in lontananza una flebile luce sta aspettando di brillare più di mille soli e sottrarre così la Montagna al suo magro destino:
la ciclabile !!
(consunto feticcio sventolato ai quattro venti dai politicoidi raccogliticci delle nostre come delle altrui contrade…)