Dall’autonomia infradito a quella infraculo… è un attimo. Lo sanno anche gli orsi polari, perlomeno quelli che si son letti la Costituzione italiana, che il 116.3 prevede che l’intesa riguardante la formulazione dell’autonomia differenziata sia tra Governo e Regione interessata. E’ una trattativa a due: la Regione interessata e il Governo. Punto.
Ed è altrettanto chiaro (sempre per l’articolo 116.3), lo sanno anche tutte le specie di krill, che il Parlamento è chiamato, dopo l’intesa Stato-Regione, ad approvare o respingere la medesima. Ma un conto è approvare o meno un’intesa raggiunta (se si raggiunge), un conto è pretendere che il Parlamento si metta a modificarla.
Gonde dice invece che “il Parlamento non può essere coinvolto solo al termine del procedimento, con il rischio di essere posto davanti all’alternativa prendere o lasciare”.
Capite dunque che se, sempre Gonde che parla:
Nel percorso del regionalismo differenziato, al contrario, le Camere dovranno assumere un ruolo primario prima della sottoscrizione finale dell’intesa.
sarà più facile vedere un cammello passare per la cruna di un ago che il sorgere di una qualunque forma di autonomia differenziata. Tanto più ora che i 5stalle, sempre per bocca del Presidente del Consiglio, negando in un soffio anni di acerrime battaglie a sostegno del NO-TAV, si sono convertiti d’impeto al SI-TAV.