Sua Santità, miserie vaticane tra corvi e pappagalli
Ce li meritiamo tutti questi politici inetti ed incapaci che imperversano sulla scena nazionale (ed anche regionale). Rappresentanti di una Casta che, oltre ogni umano pudore, continua imperterrita a privilegiare se stessa in modo sfacciatamente autoreferenziale, senza accorgersi che sono morti, che stanno svanendo come bolle di sapone. Ma intanto li dobbiamo subire, prima di potercene disfare (forse, con il PDL sembra che l’Italia si sia messa d’impegno).
Allo stesso modo, ma quasi senza colpa, i cosiddetti “preti di campagna” – ma forse ancor più quelli di “periferia” – devono subire la cupola dei porporati, la loro Casta tentacolare e viscida che ricomprende, in un gioco malsano fra potere alla ennesima potenza dei vertici e fede candida ed ingenua delle greggi sottoposte al loro giogo, tutto il mondo cattolico.
Ho finito di leggere Sua Santità di Nuzzi. Per chi è sufficientemente avvezzo alle imprese dei custodi della verità, il libro è poco più di un aggiornamento (dirompente, devo dire). Chi si avvicina per la prima volta all’argomento ed ha una qualche forma fede, rischia invece la “perdizione”. Ma non è poi vero: i cattolici digeriscono tutto, anche se stessi. Quindi, niente paura, la gloria eterna li attende, comunque.
Il Vaticano se l’è presa con Nuzzi. Qualcuno ha definito il libro “criminale” ed è partita la caccia ai corvi ed anche ai pappagalli. Qualcun altro, dentro le mura leonine, ha pontificato: “Cosa pensereste se uno di noi avesse scritto un libro così su Napolitano?”. Lo avremmo semplicemente osannato.