sono disperato: mia figlia è europeista (e fors’anche eurista)
Sono disperato.
(ah mia figlia, mia figlia…)
Avrebbe potuto dirmi “sono lesbica“; avrebbe potuto dirmi “vado a Casablanca a cambiarmi di sesso” … “ mi faccio suora” … “mi iscrivo a medicina” o, peggio, “mi iscrivo ad architettura“; avrebbe potuto anche dirmi “sono candidata per le comunali lozzesi nella lista di Yoghi e Bubu“. A tutto ciò avrei seraficamente risposto: “non preoccuparti, nella vita c’è di peggio“.
Niente di tutto ciò. Si parlava dell’Europa e lei si è detta europeista perché “hai visto quante guerre ci sono state, siamo in pace solo da 50 anni…“. Allora le ho fatto notare che la terza guerra mondiale la stiamo combattendo da mo’, senza bombe, perché è una guerra economico-finanziaria nella quale la Germania – in quanto stato egemone dell’unione – sta azzerando il nostro settore manifatturiero con l’utilizzo dell’euro.
E’ stato allora che quell’ammasso di cellule che da me ha avuto origine ha avuto l’ardire di pronunciare la seguente sacrilega frase (raccattata sul Pompiere della Sera che la pulzella si porta talvolta a casa da scuola): “Anche Napolitano sostiene che ci vuole un’Europa più solidale, tale che i paesi del nord Europa aiutino quelli del sud“.
Maledetta terrona (terrona come categoria di pensiero, non come epiteto).
Avevo una serpe in casa (due, veramente, ma l’altra avrebbe iniziato a sibilare di lì a poco) e non me n’ero accorto.
Ma chi cazzo è questo Napolitano? E’ forse lui, il democratologo che ha fatto ridere tutta la Svizzera (compresa Heidi, Peter e la Lola lassù sui pascoli) ? Le ho detto: “Vaglielo tu a dire a Franz, Joseph und Sabine che il frutto del loro lavoro lo dovranno distribuire – solidali – nel sud Europa; vediamo se non ti arrostiscono seduta stante” (non sono mica coglioni – Franz, Joseph und Sabine – come lo sono i lumbard e i polentoni venetici).
In una unione monetaria come quella eurista i divari territoriali si possono colmare solo svalutando i salari lì dove non c’è più competitività (perché la produttività o è stata anestetizzata o manca di vitalità propria) – cioè riducendo ai taliane lo stipendio (c’è arrivato anche Fassina, ricordate?) – o dando vita a trasferimenti da chi le risorse le ha a chi non le ha (o non le ha più).
A darle man forte salta fuori l’altra, la mammina, che esclama petulante: “ma la crisi non è colpa dell’euro“.
Insomma, due Serracchiani in casa, due bimbeminkia, una sola delle quali è parzialmente giustificabile (la pulzella è nervosetta per la maturità incombente). Capite ora perché i sindaci delle vallate dolomitiche, ed in particolare quello di Lozzo, per me sono solo fastidiosi brufoletti?
(in questi casi ho due sole scelte a disposizione: o la grappa o l’ascolto della tromba, strumento che – ancor più della voce umana – riesce a giungere tra le spesse pieghe del mio cuore: ieri ha vinto la tromba! (ma è sempre più dura))