sindaco di Lozzo: spinto dal centrodestra ma ‘lui ufficialmente sarebbe di centrosinistra’ (in ambo i casi a sua insaputa?)
Se il sindaco di Lozzo (il vostro) dovesse indulgere in un certo grado di “prostrazione politica” – atteggiamento che molti di noi potrebbero descrivere alternativamente con la parola “riconoscenza”, che ha forse il pregio di apparire meno servile – nei confronti del suo dominus di Sedico, il senatore peones – ex PDL e ora Farsa Italia – che da bellunesi ci è toccato in regalo, e che l’ha preceduto alla poltrona del Bim Consorteria prima di convolare verso i colli capitolini, potrebbe essere considerata pratica normale, lisa consuetudine tra grigi travét della politica tombinara con mire carrieristiche.
Dire con esattezza quale grado potrebbe raggiungere questa prostrazione – sempre nell’ambito della dialettica politica, ben s’intende – non è cosa che riuscirei a fare con grande facilità ma, essendo dotato di fervida immaginazione, come quella che mi auguro abbiate voi, l’esercizio potrebbe essere, come dire, fecondo di risultati (per esempio ho un vago ricordo di quando, mi pare fosse il 2005, il vostro dismise la giacchetta di centrosinistra per indossare bellamente quella del centrodestra nell’ipotesi di poggiare le terga nel Bim di vallata, come poi fu: fu quello un primo barlume di spavaldo trasformismo?).
Quello che è certo, in questi giorni, è che l’eventuale candidatura del vostro a presidente del Bim Consorteria è sostenuta con gran forza da Farsa Italia, cioè centrodestra.
Ed è altrettanto certo che Farsa Italia da una parte e i Poveri Deficienti del PD dall’altra, teleguidati da un segretario regionale nonché altro peones, deputato, in delirio perpetuo, stanno spudoratamente mettendo in atto l’ars spartitoria come d’abitudine, alle spalle dei bellunesi, tentando di spacciarla – maldestramente – come sentito e sofferto “afflato unitario” (mi sto riferendo alle imminenti … deiezioni provinciali).
Che è come se due puttanone, due baldraccone di lungo corso, Farsa Italia e PD, ti volessero convincere della loro illibatezza.
Altra cosa nota, per riallacciarsi alla prostrazione (politica), è che non fai alcuna strada in politica – in quella a cui siamo abituati – se non lecchi il culo – in vario modo e grado – a qualcuno che ti precede (ed è qui che chiedo quello sforzo di fantasia cui prima ho fatto cenno: siete voi a dovervi immaginare la scena, ovviamente metaforica, dell’oculato leccaggio con le possibili varianti, la modularità delle posture, la profondità ed estensione degli interventi e la loro frequenza).
Per fare strada, se non lecchi, devi essere un genio. Ma qui non serve spendere altre parole perché di genio, nel nostro personaggio, non c’è neanche la parvenza. E non provate a cercare neanche la sregolatezza, restereste parimenti a mani vuote. Dicevamo, dunque, che il vostro è spinto, con grande sforzo e medesima convinzione, verso quella candidatura, dal centrodestra: e ciò oltre ogni ragionevole dubbio.
Succede ora che, in relazione alla lista “unitaria” (quella delle due baldraccone), Irene Aliprandi sul Corriere delle Alpi giunga a scrivere (grassetto mio):
[..] Il candidato presidente è Vania Malacarne (Lamon), il vicepresidente sarà del centrodestra e sempre da Fi arriva la candidatura di Mario Manfreda (Lozzo, lui ufficialmente sarebbe di centrosinistra) per il Consorzio Bim.
Mi chiedo dunque (in senso generale): può uno prostrarsi a destra (se prostrarsi è per voi parola troppo spigolosa possiamo cambiarla con ” essere riconoscente”), esercitando in vario modo la dovuta mobilità linguale in questa specifica direzione (sempre nell’ambito dialettico-politico, nevvero), ‘pur essendo, lui, ufficialmente di centrosinistra’?
Essendo io uomo di mondo non ho alcun problema ad immaginarmi gli sforzi di leccaggio cui in genere i carrieranti politici si devono sottomettere per scalare la piramide premiante, ma, in questo caso specifico, sarebbe quanto meno doveroso che il sindaco di Lozzo chiarisca se quanto supposto e dichiarato nell’articolo corrisponde alla realtà o quanto se ne discosti da essa.
Ciò mi darebbe modo di ridefinire il valore del disprezzo che provo per l’azione politico-amministrativa espletata da costui, disprezzo che peraltro non mi sono mai peritato di celare in alcun modo (per non scuotere le anime più sensibili potremmo mettere la cosa in termini meno perentori, così per esempio: “ciò mi darebbe modo di ridefinire il valore del non apprezzamento per l’azione…).
Ordunque, sindaco, dicci da che parte batte il tuo cuore: a centrosinistra, a centrodestra, al centro? Un po’ qua e un po’ là? O batte propriamente a destrasinistra?