sindaco di Lozzo di Cadore: un demografo fluviale e numerologo relativista…
La scorsa notte, dopo la pubblicazione del post sui dati demografici in Alto Adige, stavo facendo qualche ricerca specifica e sono incappato in questo articolo del Corrieralpi sul crollo demografico subito da Lozzo: Spopolamento, Lozzo indossa la maglia nera.
L’articolo, del 9 gennaio 2016, ripropone i dati postati qui sul BLOZ qualche giorno prima, segnalando il caso di Lozzo che il giornalista definisce “strano” (neretto mio):
LOZZO Nel contesto generale dello spopolamento dei paesi di montagna, si segnala lo strano caso di Lozzo: gli ultimi dati assumono il sapore della diaspora. Tra aprile e fine agosto 2015, il dato relativo alla perdita di abitanti infatti è addirittura raddoppiato passando da un quasi “catastrofico” meno 12,6 ad un pesante meno 23,6 per mille. In termini numerici Lozzo ha perso nel giro di pochi mesi trentaquattro residenti, per cause naturali o fenomeni migratori. Un dato che, rapportato ai circa 1.400 abitanti complessivi, balza all’occhio come la perdita più consistente tra tutti i paesi del Centro Cadore.
Ecco quindi che Lozzo sale sul funereo podio e il giornalista chiede lumi al sindaco che, lo sapete, con le maglie nere – segnatamente nel settore scoaze differenziate – ha un passato entusiasmante. E nella risposta il vostro si palesa per essere, anche, un demografo fluviale quasi filosofeggiante:
Stando infatti ai dati resi noti dagli uffici comunali competenti e relativi al periodo gennaio-agosto 2015, il bilancio demografico mette sul podio, dietro Lozzo, Domegge e Pieve. Semplici numeri, non sempre facili da analizzare, che il primo cittadino di Lozzo Mario Manfreda commenta così: «Il calo degli abitanti nei paesi di montagna è una piaga che riguarda tutti, nessuno escluso. La gente corre verso valle, come fa l’acqua dei fiumi».
“La gente corre verso valle, come fa l’acqua dei fiumi”.
(verso valle, mi sovviene ora, direttamente da Pian dei Buoi, scese anche la notizia riguardante il Casermona; con una ventata di soddisfazione che, allora, autunno 2010, permeò tutta la comunità di Lozzo… e chi se lo scorda)
Ma, oltre a competenze demofluviali, il vostro sfodera anche quelle numerologhe, lasciandoci in dote un’acuta osservazione sulla relatività dei numeri:
«I numeri sono sempre relativi», continua Manfreda, «ma, ripeto, il problema non è esclusivo di Lozzo. Un problema per il quale non esiste una medicina specifica e un’amministrazione comunale non ha la bacchetta magica per arrestare questo fenomeno».
Dulcis in fundo, non poteva mancare la dolce euchessina, la fusionina, la taumaturgica purga che “male non fa”, e se hai un po’ di riscaldo va che è una meraviglia:
«…. Di certo non c’è da rimanere a guardare. In questo senso credo che l’unione dei comuni ci potrebbe dare una grossa mano».
Eccome no!
(Non è poi vero che “Il calo degli abitanti nei paesi di montagna è una piaga che riguarda tutti, nessuno escluso”. Se studiasse, questo sindaco, ma anche se solo seguisse il BLOZ, queste sciocchezze eviterebbe di dirle… ma questo lo vedremo, semmai, in una prossima puntata)