se le Olimpiadi invernali del 2026 si faranno in Italia, sarebbe una straordinaria opportunità
La menata delle Olimpiadi 2026 non poteva non avere il suo bel account twitter. Oggi non ne puoi fare a meno. Appena apparso sulla scena, il primo tweet è del 29 marzo 2019, l’ho subito seguito.
Da quell’account ho visto susseguirsi semplici note di servizio, disarmanti ovvietà presentate come fossero principi fondamentali e gustosissime puttanate da pop corn, oscillanti tra il genere semi-intellettualoide e quello nazional-popolareccio con estemporanee incursioni in territorio psico-motivazionale. Alle tre tipologie ricorrenti si sono sommati poi i tweet d’incitamento fatti recitare a gasati testimonial-pupazzetti pescati dal background agonistico sportivo delle discipline olimpiche: daje.
L’account per sognare le Olimpiadi in terra lombardo-veneta era, qualche giorno fa, zoppicante sotto i 1.000 followers, tanto che uno spiritato Zaia e un macilento Fontana, seguiti anche da qualche bolso della scuderia piddina (Scalfarotto e Gori, per dire) si sono spesi per “diffondere” l’hashtag #milanocortina2026 e #wedreamtogether.
Nonostante l’impegno di questi pezzi da 90 con tutta la cavalleria al seguito, i followers non sono al momento che 1.260, segno che il twittarolo di provincia se ne sbatte altamente delle Olimpiadi; non sotterriamo comunque le speranze per un inaspettato brulichio dei follower, soprattutto se agli appelli di queste mummie si dovessero affiancare quelli -solo per fare un esempio d’attualità- di Valentina Nappi.
Nei giorni a venire, indipendentemente dall’esito del voto/verdetto del CIO del prossimo 24 giugno, potrebbe valere la pena mettere in mostra alcune delle gustosità sopra ricordate.
Nel frattempo segnaliamo una straordinaria opportunità legata alle Olimpiadi invernali del 2026. Si dovessero fare in Italia, saressero una straordinaria opportunità, oltre che per promuovere le nostre montagne, per rinfrescare un attimino la grammatica.