quelli del PD: ‘anonimi compagni, amici che restate …’
Non certo per par condicio – considerato l’articolo di ieri quelli del PDL: via, vanno mandati via e basta! – ma capita di doversi interessare anche di quella melma che è il PD. La discussione – sempre coagulata attorno alla presentazione della nuova proposta politica “Fermare il Declino” – lo ammetto, può apparire più accademica che pratica, ma agli interessati non mancherà di offrire ottimi spunti sui quali riflettere.
Sandro Brusco e Michele Boldrin, firmatari del manifesto Fermare il Declino, “dialogano” lungamente con il “Compagno che resta nel PD”:
No, non vi chiediamo di propagar le verità sociali. Vi chiediamo di riflettere. È veramente il PD lo strumento migliore per fermare il declino italiano?
Caro Compagno Che Resta nel PD,
abbiamo discusso parecchio, con te e altri come te, durante il mese che ha preceduto la pubblicazione del manifesto su ”fermare il declino”. La discussione si è svolta sempre su due piani. Il primo piano era quello della discussione concreta sulle cose da fare. Pochi contrasti in questa area: ci dicevi che l’insieme di proposte era, per usare le parole della canzone, ”se non del tutto giusto quasi niente sbagliato”. Le discussioni su aspetti marginali ci sono sempre, ma era chiara la condivisione di fondo sia dell’impianto analitico sia del grosso delle proposte.
[…] Il paese non può aspettare dieci o venti anni che il PD ”maturi”. È urgente fare di tutto perché la prossima legislatura non venga buttata al vento, come è avvenuto con questa (e quella precedente, e quella precedente ancora…). Basterebbe questo in verità a sconsigliare la permanenza nel PD. Dopotutto gli esseri umani che ora reggono le sorti del PD hanno governato dal 2006 al 2008 e dal 1996 al 2001 (alcuni di loro anche in tempi precedenti, ma transeat). Dicci, fratello, quali fra costoro sarebbero, a tuo avviso, capaci anche solo di comprendere ciò di cui il paese ha bisogno?
[…] Il problema di promuovere l’efficienza nella fornitura pubblica di sanità ed educazione venne in buona misura ignorato, o per scarsa comprensione o per ossequio alle forze sindacali alleate.
[…] Al contrario, praticamente sempre, l’apparato dello Stato – quello concreto, compagno/amico, quello fatto di alti funzionari, direttori generali, boiardi delle imprese pubbliche, magistrati prestati all’amministrazione, eccetera: quelli che guadagnano tutt’ora cifre non viste in ogni altro paese occidentale – lottò per mantenere la sua influenza nelle imprese che stava vendendo, cercando di mantenerne il controllo mediante partecipazioni azionarie e golden shares. Pensa, tanto per dire, alle fondazioni bancarie …
[…] Quale speranza esiste che nei prossimi mesi la deriva manifestata dal centrosinistra negli ultimi 15 anni possa essere rovesciata? Nessuna. Questi 15 anni dovevano e potevano essere usati per riflettere sul ruolo dell’economia di mercato per promuovere l’innovazione, per ridisegnare gli incentivi nel settore sanitario e nell’educazione, per ripensare l’opportunità della attuale, soffocante, tassazione di lavoro e impresa. Per riflettere, insomma, sullo stato vero, quello materiale fatto di ministeri e regioni, non quello astratto e sapiente dell’antico leninismo. Nulla di ciò è avvenuto. È avvenuto qualcos’altro. È avvenuto il Prodi bis, un governo che ha aumentato le tasse sui precari per finanziare un abbassamento dell’età pensionabile riservato ai fortunati appartenenti alla generazione giusta e ai settori giusti.
[…] Infine: qual è il livello di coinvolgimento dei suoi dirigenti nel sistema della casta che, dalle fondazioni bancarie alle municipalizzate, tanto danno crea al paese? Quanto consenso ha il partito nelle zone e nei ceti più produttivi del paese? Quali sforzi ha fatto per recuperare il consenso in quelle zone e di quei ceti? Sforzi veri, correlati da riflessioni su come abbassare in modo credibile e realistico la pressione fiscale e su come aumentare l’efficienza dello Stato, non battute propagandistiche.
Facci sapere. Noi attendiamo pazienti. La cosa che andiamo creando è aperta, è un movimento reale che vuole cambiare lo stato di cose presenti …
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