PROMESSE ELETTORALI FANTASMAGORICHE, OVVERO L’IPOCRISIA E L’INFINGIMENTO NEI CONFRONTI DI UN POPOLO TRATTATO DA MENTECATTO
di Giuseppe Zanella
Ormai questa screditata classe politica che ci (s)governa ha perso ogni ritegno nei suoi giochi di potere, meglio nelle sue giravolte pirotecniche degne di un prestigiatore alla Arturo Brachetti. Nessuno degli attuali leaders di partito brilla per un minimo di acume e di chiaroveggenza politica: tutti sono presi dal turbinio innescato dalla spasmodica ricerca di un “posto al sole”, di una poltrona che assicuri privilegi e prebende per un quinquennio all’insegna delle usuali ed inconcludenti chiacchiere della cucina dell’ottimo ristorante ‘montecitoriano’ (come fin qui ampiamente dimostrato). E di giri di valzer, di incoerenze, di smentite di quanto solennemente asserito da un medesimo soggetto, magari nel giro di poche ore, sono piene le cronache. Chi non ricorda l’affermazione di un novello leader di partito: “L’ho detto 18mila volte che con un tale soggetto (evidentemente considerato dall’etica claudicante) non mi alleerò mai”? Ebbene, ora è intervenuta la smentita di sé stesso con l’attuazione di quanto era stato così categoricamente escluso…
La spudoratezza regna sovrana un po’ ovunque e nessuno si salva in questa baraonda di personaggi di ‘infimo lignaggio’, che si credono onnipotenti e pensano che l’elettore sia un emerito imbecille il quale non sa valutare alcunché nell’agone (pseudo) politico asfissiante che ci circonda. L’elettore è considerato, insomma, un povero soggetto da blandire con promesse mirabolanti, in una parola una pecora ignorante e mansueta da tosare fino all’ultimo filino di lanuggine. Tornano di attualità le considerazioni dell’”arcoriano”, pronunciate al cospetto dei propri sodali, secondo cui l’elettore italiano è da equiparare ad un allievo non tanto intelligente di 2a media, frequentante un istituto di scadente livello. In questi giorni non si parla di cose concrete da realizzare celermente per affrontare i perigli di natura sociale, economica, sanitaria che ci sovrastano e che saranno il nostro vero rebus autunnale. Si parla soltanto di lotte intestine ai partiti ed alle coalizioni per il riparto e la assegnazione dei pochi posti sicuri in lista e gli scontenti (esclusi o inutili tappa buchi) sono ormai schiere che vanno ad aggiungersi al corollario dei già numerosi volta gabbana.
Veramente, c’è sì qualcuno che, di straforo, parla di cose da realizzare nei primi cento giorni di un fantomatico nuovo governo, ma si tratta di progetti già ventilati e presentati quasi un ventennio fa e mai realizzati perché utopici o funambolici, in quanto già allora considerati soltanto specchietti per le allodole (lanciati a beneficio dei gonzi creduloni che tutto hanno bevuto -e bevono- fino ad ubriacarsi in questo ‘baillame’ di promesse fuori da ogni logica e compatibilità, vuoi giuridica o economico-finanziaria. Si è così sentito parlare di: “dentiere per tutti”, di “pensioni minime a 1000 Euro”, di “piantumazioni di un milione di alberi” (quando l’Europa prevede 2milioni!), di “ponte sullo stretto” e altre amenità… Tutte cose subito dimenticate nel dopo elezioni ed ora magistralmente riproposte. Per non parlare poi della proposta di inappellabilità delle sentenze con esito positivo per l’inquisito, disegno già scartato dalla Suprema Corte in quanto contrario all’ordinamento vigente.
Infine, per quanto concerne il PNRR, a detta di fior di esperti e di certi ambienti comunitari, la attuazione ed il completamento appare per noi a rischio. E questo non soltanto per il ritardo nella attuazione delle previste riforme, ma anche perché, di quello che si è fatto fin qui, mancano molti decreti attuativi. Se poi nel conto ci mettiamo la volontà di certe parti politiche di pretendere una rinegoziazione delle condizioni, le preoccupazioni diventano qualche cosa di veramente pericoloso: una autentica spada di Damocle sulla nostra testa. Ad un tale quadro per niente rassicurante, vanno aggiunte altre evenienze e considerazioni ben presenti: la persistenza della pandemia Covid, la paurosa situazione economica e finanziaria in deterioramento, con i prezzi dell’energia (e non solo) in frenetica lievitazione, con un tasso inflattivo ormai vicino alla doppia cifra, con le conseguenze della guerra all’Est, con la prospettiva del razionamento del carburante in generale e dei combustibili per il riscaldamento…
Di tutto questo non si parla (o se ne parla poco), si blatera solo di promesse utopiche atte a racimolare qualche voto in più; soprattutto si parla, lo ribadisco, di posti a sedere in un parlamento ridotto nei suoi numeri, in fase di concretizzazione sulla base di una legge elettorale machiavellica, parlamento che sarà, ora più che mai, espressione di candidature calate dall’alto, senza un briciolo di buon senso e senza una approfondita valutazione delle competenze (parecchi, tra l’altro, sono i candidati attualmente indagati o inquisiti per ipotesi di reati non di poco conto) In un tale quadro non certamente idilliaco, l’unica speranza risiede ancora nella lungimiranza e nell’intelligenza di quegli italiani assennati che, auspicabilmente, non si faranno irretire da funamboliche promesse. Che Dio ce la mandi buona!!