presenze turistiche a Domegge di Cadore: un anno sull’altare, un anno nella polvere!
A Domegge l’anno scorso scorrevano fiumi di gaiezza per l’apprezzato aumento delle presenze turistiche (1.620 in più, pari al 12,1% sul 2011, per un totale di 14.998). Di questa effervescente gaiezza si era fatto testimone il CorrierAlpi dedicando al “botto” un articolo (seguono alcuni passi) nel quale il sindaco si era lanciato nella descrizione di varie ipotesi alle quali attribuire il merito dell’impennata:
Domegge, i numeri del turismo sono con la freccia all’insù
Dati positivi per il paese del Cadore: merito della posizione e delle strutture facili da raggiungere Fedon: «Il nostro sistema ricettivo funziona e il lavoro della Pro loco sta dando i suoi frutti»
[…] «Sono dati che ci fanno piacere», commenta il sindaco Lino Paolo Fedon, «e che confermano l’interesse dei turisti per Domegge, pur considerando che, diversamente da altre mete poco distanti da qui, noi non siamo una stazione sciistica né possiamo contare su musei, o su altre attrattive particolari».
Qual è allora la ragione di questo incremento?
«Credo che l’aumento sia dovuto a un interesse per le proposte del nostro sistema ricettivo, anche quelle legate allo sport e al tempo libero, oltre alle esigenze delle famiglie. A Domegge, poi, è molto attiva la pro loco e le manifestazioni sono tante, in un anno superiamo anche i cinquanta appuntamenti. Inoltre, nel 2012 c’è stata l’accoglienza di un gruppo internazionale di ragazzi, sempre tramite la pro loco e il Consorzio delle pro loco. Un’iniziativa che indubbiamente ha aiutato a rafforzare il dato statistico».
«Va sottolineato soprattutto», prosegue il sindaco, «che la possibilità di pernottare in rifugi comodi da raggiungere e accoglienti rappresenta un valore molto ben apprezzato da parte della clientela, che oggi più di ieri preferisce soggiorni brevi e magari ripetuti nel corso della stagione, estiva o invernale, raggiungendo località diverse nello stesso anno. Per questa ragione gli affittacamere si sono organizzati in modo da poter fornire proprio la possibilità di soggiorni brevi».
«Fra gli italiani», prosegue Lino Paolo Fedon, «la metà della clientela è veneta e senza dubbio la facilità di raggiungere il Cadore dalla pianura è un elemento importante. Inoltre, come è emerso in un recente convegno, la nostra tipologia di montagna, facilmente accessibile dalla pianura, con poco traffico, ben inserita fra località come Auronzo, il Comelico e San Vito, è quello che il turista ricerca in questo periodo».
Insomma dati significativi e che fanno ben sperare per la prossima estate, anche perché, chiude Fedon, «la nostra clientela è in stragrande maggioranza estiva.
Ad un anno di distanza quelle “gaie” statistiche si sono (nuovamente) sgonfiate riportando le presenze a 13.040, inferiori anche a quelle del 2011, con una contrazione rispetto all’anno gaio di 1.958 unità pari al -13,1%.
L’anno scorso avevo già espresso qualche argomentato dubbio, in presenze turistiche a Domegge di Cadore: ah, se solo ci fosse un museo …, sulle reali capacità attrattive delle strutture museali e similia, che andrebbero considerate come una tessera del grande mosaico dell’accoglienza.
E che dire ora di fronte a questi dati ammosciati?
(provo ad abbozzare qualche ipotesi pescando dagli estratti dell’articolo appena proposto)
L’interesse dei turisti per Domegge vacilla? Che ci voglia lo skilift di paese e quel museo che a Domegge manca? Le proposte del nostro sistema ricettivo, anche quelle legate allo sport e al tempo libero sono venute meno? La Pro Loco si è disattivata? Le manifestazioni non sono state così tante (anche 50 appuntamenti)? I rifugi comodi da raggiungere si sono scomodati? Gli affittacamere hanno perso l’organizzazione che permetteva loro di fornire soggiorni brevi? Il Cadore si è spostato lungo il meridiano al punto da non essere più così facilmente raggiungibile dalla pianura? E’ aumentato il traffico? Il turista non cerca più quelle cose?
E’ un attimo salire sull’altare, è un attimo cadere nella polvere. E comunque, peccato che quest’anno non ci sia un quotidiano cantore della caduta domeggese (con dettagliata analisi sindacale delle cause). Resta quindi confermato che, rispetto al 2000, la perdita di presenze per Domegge si è inchiodata al 68,5% (e senza il contributo di Attila e gli Unni, Hitler e le SS, l’invasione delle locuste o altre piaghe bibliche).