Pieve di Cadore: tra cassa di soggiorno e tassa di degenza
Dice la sindaca di Pieve – in mezzo a tante perplessità 🙂 – che sulla (cassa) tassa di soggiorno “ci stavano ragionando”. Ora, comunque vada a finire la storia per chi non l’ha applicata nel 2015 (e quindi non può, allo stato, applicarla nel 2016 se non interverrà una solita italianata in deroga…), è chiaro a tutti che se la sindaca indugia ancora nel proporre il balzello, vista la voragine nelle presenze che il comune ha subìto negli ultimi cinque anni, la retata porterà nelle casse comunali solo aria fritta.
Per fortuna c’è l’ospedale, che la sindaca ha sempre visto come una peculiare risorsa turistica, vedi alla voce Cadore: la gerontovacanza dolomitica (con nosocomio compreso nel prezzo). L’altra brillantissima risorsa turistica da mettere in campo (manca poco ormai…) è “lo scambio alla pari”, vedi alla voce Indiana Ciotti alla ricerca dei turisti perduti.
Se le suddette risorse non fossero sufficienti il comune di Pieve potrà sempre riflettere sull’opportunità di introdurre la tassa di degenza (è o non è, l’ospedale, una risorsa turistica?).
L’amministrazione comunale di Pieve ci stava pensando da tempo e nonostante le perplessità del sindaco Maria Antonia Ciotti, il gruppo di maggioranza stava per decidere di applicare la tassa di soggiorno. «Ci stavamo ragionando, anche perchè ci sono tante necessità nel campo del turismo, che ormai i Comuni non riescono più a soddisfare», spiega il primo cittadino di Pieve.[…]