PAROLE CONDIVISIBILI A BELLUNO. LO SARANNO ALTRETTANTO A LOZZO?
ESAME FINESTRA SUL TASSO DI COERENZA DEL BORGOMASTRO
di Cagliostro
“A essere solidali si impara e il valore di un territorio si misura anche sulle buone pratiche di solidarietà. I bellunesi hanno nel dna le capacità di aiutare il prossimo. Una capacità da incentivare”. Affermazione che suscita certamente largo consenso nella pubblica opinione. Sapete chi ha pronunciato tali parole nel corso di un recente convegno svoltosi a Belluno? Ebbene, non lo crederete, ma si tratta proprio nientemeno del nostro borgomastro nella inedita veste di facente funzioni di Presidente del Consorzio Bim Piave!! Leggendo l’Amico del Popolo del 19.6.2014, a pagina 3 del settimanale diocesano, tale Martina Reolon fa la cronaca dell’evento; l’articolo ha il seguente titolo: “Aumentano i bellunesi che chiedono aiuto”, sottotitolo: “L’esperienza della ‘Rete di solidarietà’ creata da imprenditori, sindacati e comuni”.
Una tale sensibilità sociale ha spinto un Comitato, sorto nell’aprile del 2013, composto dallo stesso Bim Piave, da Cgil, Cisl, Uil, Confindustria Bl, Appia, Confartigianato e Confcommercio, a farsi promotore di una politica di sostegno alle persone più colpite dalla crisi economica, in particolare giovani e persone over 50, per lo più rimaste senza occupazione e con pesanti carichi di famiglia. Le domande di soccorso pervenute al Comitato sono davvero pressanti: si va da chi ha bisogno di poche decine di Euro per pagare le bollette a chi non è in grado di pagarsi le cure o le derrate alimentari per sé e per la famiglia. E le reti di protezione delle famiglie di origine non sono più in grado di sostenere in toto l’onere dei soccorsi. Il Bim ha stanziato 150mila euro, cui si sono aggiunte donazioni da parte di privati, associazioni ed Imprese fino al raggiungimento di un budget di 227.000 Euro.
Le persone o le entità famigliari fino ad ora ‘soccorse’ con una elargizione di 1500 Euro cadauna sono state fin qui 114, ma i bisogni sono in continua crescita ed il fondo sta per essere prosciugato (ora residuano 55.000 euro). Di qui l’appello del Presidente Bim, della D.ssa Orsini della Cisl e del sig. Cavalet di Confartigianato e di altri componenti il Comitato a tutti i cittadini ad essere ancora e maggiormente solidali verso queste ormai grandi sacche di povertà e bisogno.
Bim Consorzio, che certo non ha brillato nel ripianare il mastodontico debito accumulato dalla consociata/collegata Bim Gsp il cui buco è ricaduto, per buona parte, sulle spalle degli incolpevoli cittadini-utenti, in questa circostanza – va doverosamente sottolineato – ha dimostrato di esserci, anche se lo sforzo ora profuso (150 mila euro) non trova paragone con quello che avrebbe dovuto essere il sostegno a copertura del deficit di circa 88 mioni di Euro in capo alla citata Bim Gsp; anche questa sarebbe stata sensibilità sociale, ossia il non gravare in modo vistoso sulle tasche dei cittadini in un momento come quello che stiamo vivendo… Ma tant’è, bisogna comunque dare atto del fatto positivo verificatosi il cui input è arrivato anche per merito del Bacino Imbrifero Montano Piave, il cui massimo rappresentante risulta essere, attualmente, il borgomastro di Lozzo. Quindi, quando ci vuole ci vuole: onore al merito!
Ora però, dopo le utili (allo scopo) comparsate mediatiche, una considerazione di natura politica si impone. Se il sindaco di Lozzo, nella sua veste di rappresentante di vertice di un Ente così importante a livello provinciale quale in effetti è Bim Piave, è stato compartecipe ad una così meritoria iniziativa su base comprensoriale, bisogna pur dire che da troppo tempo attendiamo un analogo impegno (con le stesse finalità) a livello comunale. Molto tempo addietro lanciai da queste stesse colonne l’idea che il Comune si facesse promotore di un Fondo di solidarietà avente gli stessi scopi di quello promosso a Belluno, ed allora parlavo di imitare quanto fatto dalla nostra Diocesi!! Ma nulla di tutto ciò è stato fin qui attuato…
A questo punto, mi permetto una banale osservazione. Se il Fondo locale non è stato e non viene attuato nonostante il bilancio del nostro Ente non versi in condizioni disastrate (e ciò a dispetto dell’asserito calo – ahimè veritiero! – nei trasferimenti dal Centro), esiste una possibile forma di solidarietà da attuarsi fra qualche settimana da parte dell’Esecutivo e del nostro Consiglio Comunale. Trattasi di una forma solidale che definirei in “negativo”, nel senso che non di aiuti diretti si tratterebbe ma di una attenuazione del rigore fiscale, ossia nel limitare azioni troppo invasive volte a mettere le mani nelle tasche dei cittadini lozzesi. Mi riferisco alla Tasi per la cui quantificazione (fissazione della parzialmente discrezionale aliquota) la Giunta ed il Consiglio dovranno pronunciarsi entro il prossimo 31.7.2014.
Non averlo fatto prima (in linea con tanti altri comuni) ha avuto il sapore di una furbesca trovata di stampo elettoralistico. Altri Comuni (anche in Cadore) hanno invece applicato, fin da subito, il minimo consentito e questo è adesso possibile farlo anche a Lozzo. Sarebbe questa una manifestazione di vera, autentica sensibilità sociale, in coerenza con la stessa sensibilità dimostrata a Belluno. Con in più il fatto che qui si tratta di propri diretti amministrati dei quali dovrebbe essere arcinota la difficoltà a ‘sbarcare il lunario’. E questa sarebbe una occasione unica per fare la propria ‘nobilitate’ e riscattare, almeno in parte, un decennio amministrativo molto, molto ‘opinabile’ proprio anche sotto il profilo strettamente sociale ed umano.