Parco della Memoria: desolazione e abbandono a un passo dal Forte Basso /3
Abbiamo brevemente visto prima il recupero in chiave “storica” di una delle tante postazioni del Parco della Memoria, successivamente, legato alla medesima postazione, il suo recupero in chiave paesaggistica.
Il tutto realizzato da volontari a costo zero creando valore “spendibile” a favore di tutta la comunità.
E allora perché… – mi chiedevo e mi chiedo – l’Amministrazione comunale di Lozzo e la locale sezione del Cai (che questo progetto ha portato avanti, tramite volontari, per ben 10 anni), non sono oggi in grado di garantire non tanto, si badi, lo sviluppo del Parco, quanto la fruizione turistica della porzione di Parco che – dai volontari di cui sopra – è già stata approntata?
Ripeto:
come mai non sono in grado di garantire – banalmente e semplicemente – la fruizione turistica della porzione di Parco che – dai volontari di cui sopra – è già stata approntata?
Da un sindaco che si riempie costantemente la bocca di proclami sul valore che Pian dei Buoi ha per la comunità di Lozzo:
“[…] l’intera comunità di Lozzo che, da sempre, considera Pian dei Buoi una vera opportunità turistica…”
ci si aspetterebbe un’attenzione diversa, almeno per
quello che già è stato fatto !!!
Però poi mi dico che da un sindaco che non riesce ad andare oltre il casino, l’abbandono, l’incuria, la negligenza, la desolazione, la trascuratezza in cui è lasciata la caserma di Soracrepa e i suoi dintorni, forse la semplicità di tutto ciò è, realisticamente, chiedere troppo.
E anche tu, caro signor Cai, che a Pasqua di quest’anno scrivevi queste cose:
[…] Sarebbe opportuno inoltre, approfittando della ricorrenza del centenario della prima Guerra mondiale far conoscere e valorizzare le fortificazioni di Col Vidal portate alla luce negli anni scorsi dai volontari con la collaborazione del CAI, coinvolgendo nella prosecuzione di questo ambizioso progetto anche altre associazioni e realtà locali.
non sei proprio in grado di “alzarti in volo”, non riesci a prendere per le mani neanche gli schianti?
Lasciatelo dire:
se proprio non riesci ad alzarti in volo, anche un cininin così, tira almeno fuori la testa dalla sabbia.
Lo schianto che si vede ostruire la stradina verso la postazione non è invalicabile, non è il muro di Berlino, ovvio; pur tuttavia il turista, nella generalità dei casi, non l’oltrepassa. Perché negare a questa gente il gusto che può avere un panino imbottito consumato di fronte a cotanta bellezza poggiando le terga su una postazione della Grande Guerra?
(a breve, altri schianti in arrivo…)