Ogni tanto qui ci ricordiamo dell’occupazione. Nella classifica relativa al tasso d’occupazione del III trimestre in Europia, prima del leone ruggente Italy ci sono solamente Grecia, Turchia e Macedonia.
(mentre calano le ombre della sera, dagli uffici della disunione montanica della Cadorinia centrale…)
Titolo (bello grande, come si conviene): “Nuovi orari ecocentri“.
Sottotitolo: “Nuovi orari ecocentri a partire dal primo febbraio 2017” (e qui si raggiungono vette informative altissime: si sa che i nuovi orari saranno tali dal primo febbraio! Uaaauu!)
Sveltina (notizia data in breve): “A breve i nuovi orari degli Ecocentri del comprensorio” (siamo a un passo dallo Spulizer…)
Svolgimento: “A breve verranno comunicati i nuovi orari di apertura degli Ecocentri di Pieve, Domegge e Auronzo di Cadore” (e qui il premio Ignobel non glielo leva nessuno, anche per l’uso della maiuscola per indicare Ecocentri)
(riassunto: col cazzo che ve li dico ora, gli orari!)
(E’ così che si bruciano le tappe verso un futuro radioso; basta solo seguire queste orme)
ecco di seguito una seconda serie di immagini che illustrano quanto poco ci voglia, là dove gli alvei dei torrenti vengono lasciati a se stessi, per generare barriere “vegetali” che si oppongono al fluire delle acque e di tutto ciò che le medesime trasportano a valle (con le ovvie conseguenze che ognuno può ora vedere con i propri occhi).
V’è da dire che la “montagna d’acqua”, così l’ha definita il sindaco, pur nella sua eccezionalità, non è riuscita a “sradicare” la vegetazione che tanto rigogliosamente prosperava (vedi anche post precedente), tanto è vero che, parte di essa, la si riscontra ancora ben radicata nelle foto qui proposte e scattate dopo l’apertura delle cateratte del cielo.
Segno, se mai vi fosse il bisogno di sottolinearlo, che la manutenzione dell’alveo con l’estirpamento della vegetazione infestante – segnatamente nel tratto in cui il Rin scorre adiacente alle case del paese – sarebbe stata (ed ovviamente è) doverosa e imprescindibile e avrebbe con ogni evidenza mitigato significativamente le conseguenze che sono oggi sotto gli occhi di tutti.
(cliccare su una miniatura per attivare la gallery)
nel leggere il bollettino comunale, in particolare la parte augurale a cura del sindaco, il mio cuore si è colmato di gioia. Essere oggetto di ringraziamento da parte del sindaco non è cosa di poco conto. Ed essendo io intimamente convinto d’essere un cittadino che, come auspicato così caldamente dal primo cittadino, “si sta comportando da cittadino in gamba, collaborativo, rispettoso, corretto, responsabile…“, ebbene, da quella gratitudine dispensata a piene mani mi sono sentito avvolgere.
Allo stesso tempo mi rincresce che il nostro sindaco abbia incontrato lungo il proprio cammino “la pochezza di chi non sa andar oltre l’arida critica e le parole al vento espresse con la presunzione di indicare soluzioni e verità“. Dispiacere, questo, mitigato dalla consapevolezza che egli abbia nel contempo avuto modo di rendersi conto “della forza, del coraggio e della generosità di tanti concittadini“.
Per tutto ciò, e per aderire ancor più strettamente ai desiderata del nostro sindaco, mi permetto di inviarti alcune mie sintetiche (quasi lapidarie) considerazioni corredate da alcune testimonianze fotografiche relative alla brentana dello scorso 4 settembre 2016, affinché il lettore, se avrai la bontà di pubblicarle, possa eventualmente tenerne conto.
Vogliamo considerare, per esempio, lo stato di abbandono dell’alveo del Rio Rin nel tratto in cui scorre adiacente alle case? Quanto accaduto nella serata del 4 settembre, evento meteorico certamente anomalo, avrebbe potuto, in termini di danni e paure, essere in parte evitato o perlomeno mitigato da un intervento di manutenzione che, estirpando la vegetazione infestante l’alveo, avrebbe permesso un più efficace deflusso di detriti ed acqua?
Di seguito due foto che ben rappresentano lo stato di totale abbandono dell’alveo del Rio Rin, seguite da un confronto tra le medesime foto e lo stato dell’alveo ripreso qualche giorno fa.
Coi laghi vuoti, i trentini, non sono poi così schizzinosi. Se si tratta di turismo, noi il lago ve lo facciamo vedere anche quando è vuoto. Magari vuota, ma è sempre “un’oasi naturale”. Così vede la cosa VisitTrentino, retwittato da AileccoItaly (la corazzata taliana della promotion on the word del turismo italico: vedi il fatterello laterale del verytonfo.it del menestrello franceschini). Insomma, semplificando all’osso, la cosa potrebbe essere riassunta in un “di necessità virtù”.
E visto che ci siamo (vedi la seconda immagine), perché non provare a farne un’attrazione lunare?
Le va a prendere, le foto, da 500.px; verifica dove sono state scattate e crea una mappa (una mappacalda, heatmap, con tanti e belli hotspot). Le Dolomiti scintillano un po’, ma non è tutto ‘sto furore che ci si potrebbe aspettare. Dice che ha in animo di integrare anche foto da Flickr. Qui la mappa. Qui i dettagli.
(non è la prima mappa di questo tipo eh, ma il tizio che l’ha fatta si è tanto gasato…)