Qualche tempo fa il signor Google mi ha scritto complimentandosi per il raggiungimento delle 100.000 visualizzazioni che le mie foto avrebbero conseguito su Maps (dall’agosto scorso mi capita di aggiungere qualche scatto). Ovviamente a lui interessa molto di più convincere il sottoscritto a diventare “local guide” (un progetto, peraltro, di largo successo), in modo da ottenere recensioni dei luoghi visitati (quando sono associati a esercizi commerciali, come può essere un rifugio).
Come che sia, m’è sorta la curiosità di vedere, tra le foto da me caricate, quali siano quelle più visualizzate, ed ecco la classifica. La prima è una sferica sotto la minima delle Tre Cime di Lavaredo, allegata ad un articolo scritto a settembre 2016 per “ricordare” le lapidi poste “nel 1700” (questa è la data che trovate nel depliant che vi danno al casello per asciugare le lacrime conseguenti al salasso tariffario per l’agognata salita). Non è niente di speciale, è mossa, non l’ho neanche corretta cromaticamente, ma avrebbe fatto ad oggi 18.449 visualizzazioni (al momento in cui scrivo quelle totali sono giunte a 118.952). Forse è perché si vedono i resti dello stante n. 12 posto nel 1753…
In terza posizione con 7.318 visualizzazioni trovo, con una certa sorpresa, la sferica colta nei pressi del tabià de Bortolo de la Guardia il giorno dopo la brentana che il 4 settembre 2016 ha interessato il paesello (che fa parte di una serie più ampia proposta in questo articolo).
E allora mi ficco in GMaps con finestra anonima (e browser asettico) e cerco il paesello; salta fuori che la foto in alto è una mia del 2007 dalle S-ciare sotto allo Schiavon, la seconda ritrae il monumento, la terza è proprio la sferica “della brentana”. E mi dico che è una sfiga galattica che Google utilizzi (anche) foto così poco turistiche (come quella della brentana) nella pagina di presentazione di questo ridente paese. Lozzo, poi, ricorderete, nella ricerca Google classica ha un’immagine di presentazione che desta un’allegria incontenibile (nonostante la segnalazione, l’algoritmo di Google continua a preferire la casa di riposo e le Serve di Maria Riparatrici).
E un po’ mi dispiace perché il paesello, pur devastato dalla peste dello spopolamento da esodo, meriterebbe una cornice iconografica più conveniente. Vuoi mettere come cambierebbe la situazione se solo trovassero spazio foto di balconi fioriti. E non è che manchino le foto, è l’algoritmo che le seleziona ad essere così ottuso.