na sgorladina (ML 1.6 a SE di Domegge 11 km di profondità)
Ore 2:54 ho avvertito una cosa sinistra. Era lui, un terremotino , sotto Domegge (no fa compai…)
Ore 2:54 ho avvertito una cosa sinistra. Era lui, un terremotino , sotto Domegge (no fa compai…)
La tipa che ha elaborato il reportage (ebbene sì, in onore ai francesi, cotanto è assurto a ruolo di reportage) scrive: “Percorro in macchina gli ultimi tornanti immergendomi nella natura autentica di questi luoghi…”. Intanto, solo i reportagisti di spessore non scendono dalla macchina quando riportano: non una goccia di sudore scorre da quelle sofferte righe (e non è da tutti…).
Non si capisce a quali tornanti si riferisca la nostra, mentre si accinge a descrivere il paesello, ma palesa un certo qual timore – direi quasi reverenziale – che esprime con delicato sussiego “Mi rendo conto che non sarà facile descrivere la bellezza e la complessità di questo ambiente…”.
Forse, ripensando ai tornanti, potrebbero essere quelli “lontani” che legano Misurina al fondo della Val Ansiei. Ma non ci pare, perché non sono poi così vertiginosi da indurre a scambiare il lato destro con quello sinistro. Certo, destro e sinistro non vogliono dir niente senza un franco riferimento. E’ per questo che la comunità degli elfi ha inventato la destra (e sinistra) orografica, affidandosi ciecamente al verso di scorrimento delle acque nei solchi vallivi.
Scrive dunque la tipa: “Auronzo è un piccolo agglomerato di case sulla destra orografica del fiume Ansiei,…”
Oltre alle volute di quei tornanti, evidentemente percorse a folle velocità, che cos’altro può aver indotto quel capogiro così sbalorditivo da farle porre l‘agglomerato auronzano sulla destra orografica del fiume Ansiei?
(e poi, agglomerato? Che sia davvero così difficile trovare un’altra parola per esprimere questo incontaminato borgo? Chissà se nella folle corsa s’è poi accorta, la tipa, che Auronzo è tanto, tanto lungo; talmente lungo che agglomerato, oltre ad essere parola orripilante in un reportage turisticoide, è fuori luogo anche dal punto di vista strutturale!
il reportage, di inusitata freschezza espositiva, non ha solo questo veniale mancamento, contenendo altre perle qua e là: una su tutte brilla per originalità “Auronzo di Cadore: natura e paesaggio incontaminati“
speriamo che lo slancio espositivo sia sgorgato dal cuore; se invece fosse stato commissionato (nel caso, non che appaia evidente 🙂 ) coltivo la speranza che alla moneta sonante si sia accompagnata anche una giusta soddisfazione in natura (incontaminata, ben s’intende) )
Un vasetto de coccio… Gentiloni sulla situazione migranti nel confronto europeo: “Abbiamo ottenuto dei risultati ma sono insufficienti”. Traduzione: le abbiamo prese ma… ce le hanno anche date (e sonore, per giunta).
Ah, la Spagna, la Spagna: Canarias (1a), Cataluña (3a) Iles Balears (4a), Andalucia (7a). Poi c’è il Veneto, 6a, la prima dello stivale: una bella soddisfazione. Ma anche Toscana (11a), Lombardia (13a), Emilia-Romagna (14a), Lazio (19a), Provincia Autonoma di Bolzano (21a). Si tratta delle presenze turistiche sia dei residenti che dei non residenti registrate nel 2015 (Eurostat)
(però, tanto per dire: il Tirol-AT, poverino, è solo 15°; ma se la classifica si dovesse fare “pro capite” rispetto ai residenti nella regione, il Tirol avrebbe 47 presenze a cranio, il Veneto 13 e l’Alto Adige… 58: magia!)
Effetto di prossimità (cala – circa – con il quadrato della distanza dal confine “sensibile”). Signora maestra, il crucco è cattivo. Titillano, titillano, ma se stanno a sgonfia’. Ma il carro armato immaginato dal titolista sarà mica quello grosso grosso coi cingoli? Vedi che al belumat, che si impressiona, gliela mettono giù più dolce: non proprio Panzer, solo blindati.
…e degli altri quotidiani. Giornalettuccoli, giornalettini, giornalini e giornaloni se stanno a sgonfia’. Dal 2009 al 2015, per esempio, in termini di diffusione media del numero di copie (dati Ads: 2009, 2015), il Corriere della Sera è passato da 539.224 a 304.983 copie (-43%), la Repubblica da 485.286 a 274.460 (-43%). I quotidiani lokali si sgonfiano meno di quelli nazzziunali, ma si sgonfiano comunque. Per esempio, il Gazzettino passa da 83.540 a 59.351 copie (-29%) mentre il raggruppamento Alto-Adige/Trentino/Corriere delle Alpi (CdA) passa (sempre 2009 su 2015) da 34.810 a 23.502 copie (-33%).
Guardando alla diffusione totale annuale nel periodo 2013-2014-2015 (il 2015 rappresenta il dato annuale certificato da poco) il CdA presenta, rispettivamente, questa successione di copie 5.989-5.800-5.546, con una perdita nel periodo considerato del 7,4%; il Gazzettino 72.594-71.027-65.405 con un calo del 9,9%; l’ Alto Adige/Trentino 21.762-20.560-19.466 con un calo del 10,5%; la Tribuna di Treviso 14.572-13.838-12.882 con un calo dell’11,6%; il Mattino di Padova 24.666-23.500-21.835 con un calo dell’11,5%; il Messaggero Veneto 47.043-45.778-44.559 con un calo del 5,3%; Dolomiten 48.249-46.148-44.812 con un calo del 7,12%.
Tornando al CdA e prendendo in considerazione il dato mensile della diffusione totale relativo al mese di gennaio dal 2013 al 2017 la successione è la seguente:
gennaio 2013 – 6.106
gennaio 2014 – 5.870
gennaio 2015 – 5.801
gennaio 2016 – 5.535
gennaio 2017 – 5.301
con una perdita nel periodo considerato del 13,2%; l’Alto Adige/Trentino fa peggio con un -23,2%, Dolomiten fa un -12,8%, il Gazzettino -24,2%.
E a febbraio e marzo 2017? Il CdA, 5.297 e 5106 copie: il calo continua (come detto, sono dati mensili). Ci vuole più gnocca, ragazzi. Non quella sensazionalistica, quella verace. Magari con un inserto ogni tanto, partendo dalle Zoccole di Montagna, una risorsa nel nostro futuro. Argomenti di una certa… pregnanza, diciamo.