di Giuseppe Zanella
Caro Danilo,
riprendo a scrivere per il Bloz dopo un lungo silenzio dovuto a motivazioni di carattere personale. Spero vorrai scusare questa mia “stasi” involontaria, con l’auspicio che il tuo ‘storico’ mezzo divulgativo abbia ancora lunga vita e continui il benemerito compito nei confronti dei concittadini e della Comunità tutta del Cadore e non solo.
Grazie e cordialità.
Per il passato ho scritto molto su questo Bloz del tronfio figuro di Rignano all’Arno. Da allora, molte cose si sono succedute a dimostrazione che l’uomo si è sempre ritenuto – e tuttora si ritiene – un politico fuori del comune, uno statista che si proponeva – e si propone – di modernizzare il Paese, vittima, a suo dire, di una classe dirigente non all’altezza delle aspettative di una fra le più importanti nazioni industrializzate quale è la nostra Italia. Inutile fare l’elenco degli eventi via via succedutisi, basti far menzione dei due più eclatanti: la “Riforma” Istituzionale e la legge elettorale, denominata impropriamente Italicum, la prima sonoramente bocciata dai cittadini, la seconda inesorabilmente bocciata dalla Consulta. Tutto questo al fine di porre nel giusto risalto l’eccelsa (si fa per dire!) qualità di politico e costituzionalista del noto “Bomba” fiorentino.
Il Referendum, al di là del guazzabuglio di norme senza alcuna logica e correlazione fra loro, tanto da fare aperta e sleale concorrenza a quanto in precedenza stabilito, in una baita di Lorenzago, da un anacronistico circo Barnum di deprecata memoria, è stato trasformato dal suo mentore in una specie di plebiscito sulla sua persona e, pertanto, ciò ha snaturato del tutto la giusta valutazione di merito insita nella natura stessa della consultazione. La legge elettorale poi, un autentico pastrocchio non molto dissimile dal famigerato Porcellum, definito dal suo medesimo autore “una autentica porcata”, ha trovato giusta sanzione dalla Suprema Corte.
Dopo questi infausti esiti su queste due ‘riformissime’ (chi non ricorda la legge elettorale che l’autore si permise di citare come “modello che ci sarebbe stato invidiato dall’Europa intera”?), che avrebbero dovuto rivoltare l’Italia come un calzino, l’uomo avrebbe dovuto ritirarsi dalla vita politica, così come da sua solenne promessa nel caso di risultato per lui negativo… Sappiamo tutti come è andata a finire. Ora lo ritroviamo segretario del PD e novello ispiratore di una ennesima legge elettorale raffazzonata all’ultimo istante, frutto di un disegno che doveva essere machiavellico ma che si sta rivelando un autentico boomerang per il teorizzatore: legge iniqua per svariati motivi ma deleteria per il Pd in quanto basata proprio su coalizioni al medesimo PD inibite dalla politica divisiva del suo rinnovato segretario.
Si ha la sensazione che, ormai, tutto quello che il giovin toscano tocca si trasformi subitaneamente in qualche cosa di controproducente, esattamente contrario ai suoi stessi desideri e disegni. Egli è ormai l’emblema di un adagio riferito ad un politico del recente passato, questo: “Partì per suonare e rimase suonato”. Anche la Commissione parlamentare sulle Banche avrebbe dovuto essere la vendetta, il riscatto del nostro e del suo Giglio Magico: il tutto si sta invece trasformando in un rompicapo che gli si sta rivoltando contro. Il responso della Commissione avrebbe dovuto sancire una condanna per Bankit e Consob, per ora tutto fa ritenere che si tratterà di una ennesima sconfitta. Già si è notato che un voltafaccia renziano si è ormai consumato in modo indecente con il … ringraziamento al governatore Visco per l’apprezzamento circa i rapporti ottimali fra governo e banca!!!
L’ineffabile toscano sta ora verificando il vorticoso calo di consensi intorno al suo PD, che ha ormai cambiato natura diventando, sul modello forza italiota, un partito personale. Con i suoi lungimiranti disegni politici, l’uomo è riuscito in un intento davvero inimmaginabile: ha fatto rinascere un cadavere politico, l’Innominato di Arcore, ed ha dato formidabili assist anche al partito di Beppe, il comico. Più di così, cosa ci si avrebbe dovuto aspettare? Se poi Matteo il Furbo, crederà di poter fruire di una rendita di posizione in caso di mancata maggioranza parlamentare risultante dalla prossima consultazione ‘marzolina’, sarà bene che si disilluda: il Pd sarà comunque in posizione minoritaria anche nell’ipotesi di accordo con l’Innominato (e quest’ultimo, purtroppo per noi, darà ancora, e vergognosamente, le carte ad una compagine che più tetra di così non si potrà…).