Museo della Latteria: le licenze poetiche dell’invito all’inaugurazione
Mi corre l’obbligo di segnalare, non senza una punta di imbarazzo, che la “gioiosa macchina da guerra”, approntata per la gestione del rinnovo dell’allestimento del museo della latteria, si è presa una licenza poetica.
Se a commettere il fatterello fossero stati i volontari, li avrebbero apostrofati con un: “che voleu, bona volontà tanta, ma pal resto …. lasonse”. Invece sono scesi in campo i professionisti. E allora?
In questi casi gli sbagli sono solitamente dovuti a “troppa intelligenza“. Diversamente, per essere più fini, si dice, come ho fatto io, che si sono presi una licenza poetica. Che a loro (i professionisti) si concede, ai volontari NO.
Arrivo al punto. Con le stesse modalità con cui vi è giunto il rifiutino, vi sarà stato recapitato anche l’invito all’inaugurazione del nuovo allestimento del MdL. Se non vi è giunto protestate con forza e convinzione, ne avete diritto.
Capita di sbagliare, lo sappiamo. “Sette volte tagliato e … ancora corto“. Dispiace però che, dopo migliaia e migliaia di scelte prese in quest’ultimo anno di ferventi lavori, si vada a scivolare proprio sul biglietto di invito alla… Signoria Vostra. Che sfiga. L diau no dorme.
In fondo lo sbaglio di aver scritto, di Giosuè Baldovin, che è presidente della Latteria, e non come è corretto dell’Associazione Latteria … (cosa alquanto diversa), sarebbe passato inosservato ai più.
In fondo anche lo sbaglio (voluto?) di aver scritto, “inaugurazione del Museo”, invece del più corretto “inaugurazione del nuovo allestimento del Museo”, sarebbe passato inosservato.
In fondo anche quell’ EIN scritto così in grande nella parte “crucca” passa di sicuro inosservato.
E sarebbe passato inosservato anche lo sbaglio del numero di telefono se qualcuno, diligentemente, non si fosse preso la briga di correggerlo a mano (piuttosto maldestramente, perlomeno sulla copia giuntami).
Valerio Staffelli si dice pronto a consegnare un tapirone di bianco vestito ma, correttamente, vorrebbe avere il giusto indirizzo. E’ da tener conto, sono il primo a sottolinearlo, che questa piccola serie di sbaglietti potrebbe anche non essere imputabile “ai professionisti” (i quali, comunque, hanno l’obbligo del CONTROLLO FINALE).
Potrebbe anche essere, insomma, colpa di qualche “grigio” impiegato comunale o, alternativamente, della tipografia. Se Signoria Vostra avesse la cortesia di indicarmi l’indirizzo preciso, potrei poi provvedere alle restanti formalità (previo controllo dei dati fornitimi).