L’opera omnia di lor signori (prima parte)
Premessa: gli interventi di Cagliostro sono stati talvolta giudicati “noiosi” da qualche commentatore; qualcuno fra questi aveva aggiunto che riteneva improbabile che venissero letti. Non è così. Non sono uno sfegatato delle statistiche di accesso al sito, che consulto sporadicamente, ma vi posso assicurare che quando clicco su “contenuti”, fra gli articoli più letti vi sono proprio quelli che hanno come autore Cagliostro. L’analisi politica richiede approfondimento ed in questo contesto ritengo che egli abbia la non solita capacità di riuscire a mantenere la limpidezza dell’argomentare pur ricorrendo ad una necessaria sintesi degli accadimenti. Sono quindi ben contento di ospitare questo intervento (suddiviso in due parti, qui la seconda) che, come i precedenti, ne sono convinto, verrà letto da molti con attenzione.
di Cagliostro
Caro Redattore,
solo ora ho l’opportunità di aggiornarmi circa la lettura dei vari interventi (e commenti) estivi sul tuo Bloz. Chiedo venia per il mio imperdonabile (ma giustificato) ritardo e ti dico subito che, seppur fuori tempo massimo, ritengo di non dover far mancare a te ed ai lettori il mio modesto contributo. Dalla mia tardiva consultazione debbo evidenziarti che mi hanno colpito diverse cose a cui, con gradualità, cercherò di dare un certo riscontro con una mia personale chiave di lettura.
Mi ha particolarmente toccato il tuo articolo “A Lozzo cercasi sindaco di tutti…”. Complimenti per la tua analisi pacata, puntuale, esaustiva. Alcuni commenti, invece, li ho trovati francamente opinabili e discutibili, per non usare aggettivazioni diverse, che potrebbero suonare offensive per gli autori. Accanto a queste estemporanee elucubrazioni mentali, a queste forzature incensatorie soprattutto nei riguardi del sindaco, va detto che ci sono stati comunque anche interventi di livello elevato che denotano ingegno, capacità dialettiche e di analisi, sensibilità ed amore per il proprio paese e per la conduzione della “res-publica”.
Mi riferisco insomma, quanto ad estemporaneità, allo strano modo di disquisire di tale “Paperina” (19/7/2010 ore 15,37), un nome che è tutto un programma e, quanto a ponderatezza ed alto livello di preparazione culturale e politica, all’elaborato commento di Plinio Calligaro (22/7/2010 ore 14,08). Quest’ultimo intervento dovrebbe essere motivo di conforto per tutti i lozzesi giacché dimostra che nel nostro piccolo borgo non difettano versatili intelligenze e ci sono giovani con acute capacità di analisi e, per di più, dotati di non comune sensibilità umana e “politica”. Non tutto quindi è …perduto e da giovani come questi potrebbe scaturire un nucleo della classe dirigente (parola grossa riferita alla nostra realtà?) del domani.
Ma veniamo ai fatti. Il tuo articolo, Danilo, appare al solito frutto di una mente razionale, che vede le storture e le sa mettere in risalto con decisione, garbo e moderazione. Quello che dici è lapalissianamente provato, condivisibile e documentato. Un sindaco, sotto il profilo strettamente giuridico e politico, dovrebbe essere considerato il Sindaco di tutti i cittadini, anche di quelli che non lo hanno votato; ma se così non è in quanto egli viene percepito, da buona parte degli amministrati, come un uomo di parte strettamente legato alle lobby che lo hanno proposto e viene avvertito come soggetto che tiene molto al tornaconto che gli può derivare dalla occupazione della carica (ogni riferimento è puramente casuale), allora non ci si può meravigliare se molti lozzesi negano all’uomo la caratteristica peculiare che dovrebbe avere chi occupa la carica di primo cittadino, ossia-giustappunto-la generale rappresentanza della intera collettività.
E questa percezione è da addursi principalmente agli atteggiamenti “amministrativi” tipici dell’uomo, alla sua mancanza di trasparenza, al suo strumentalizzare fatti ed atti della sua opera attraverso la informazione parziale (nel senso stretto di “parte”) fatta a spese dell’intera platea di contribuenti a mezzo varie edizioni del Bol-Com, dove soprattutto brillano le tre “insinuazioni” che un vero sindaco di tutti non avrebbe mai dovuto fare senza citare per nome gli eventuali responsabili. Mi riferisco a: 1) la ribadita ipotetica sottrazione di materiale dal museo della Latteria; 2) allo sversamento di veleni nel lago; 3) al condizionamento del capo-gruppo di minoranza ad opera del sig. De Rossi.
Solo queste tre affermazioni, fatte senza prove e senza indicare i presunti responsabili per nome e cognome, denotano la qualità etica dell’autore e/o ispiratore e/o responsabile della divulgazione di accuse, a mio avviso, tanto generiche quanto gratuite. Se poi si aggiunge che il tutto è fatto pro-domo sua, per dimostrare cioè la sua (opinabile) capacità di amministratore che sa individuare i mali di una Comunità e denunciarli al pubblico ludibrio, quello che viene in mente è la pedissequa emulazione di un certo tycoon televisivo che, tempo addietro, mandò a tutti gli italiani un opuscolo divulgativo-elogiativo di sè medesimo e delle sue famiglie, il tutto a spese dei poveri contribuenti. Certi soggetti, la loro propaganda elettorale la fanno insomma a spese di tutti, anche di quelli che non li hanno votati e non condividono il loro operato; e questo succede a Roma, come a Lozzo. Evidentemente, tra “nani e ballerine”, l’intesa è perfetta!!!
Ecco perché trovo avvilente che esistano persone che non si accorgono di nulla e continuano imperterrite ad incensare, incensare, incensare… Penso che quando si afferma che l’uomo è persona “rispettabile, aperta e democratica” o si è poco versati nell’uso dell’idioma patrio, o non si è documentati (e magari si crede di esserlo), o si è addirittura in mala fede.
Chi non sa trarre un insegnamento dalle giustificate critiche dei propri cittadini ma confuta tali critiche con accuse generiche quanto infamanti (vedi Bol-Com) dimostra solo di voler tenere le proprie terga incollate ad una sedia che appare propedeutica ad altri incarichi sicuramente molto remunerativi. Un sindaco democratico dovrebbe invece accettare il dialogo con i propri amministrati e cercare di far tesoro di suggerimenti e critiche ben motivate. Sappiamo tutti che oggi è più che mai difficile amministrare un Ente Pubblico; se poi il responsabile crede di vedere ad ogni piè sospinto soltanto nemici e non ha una apertura mentale che lo porti a mettersi in discussione ed a fare una analisi critica sui suoi comportamenti, la sua opera è destinata al fallimento…
Oltretutto, e paradossalmente, un Sindaco che sapesse veramente guardar lontano e tenere a quello che la “storia” dirà presto di lui, dovrebbe considerare egoisticamente molto conveniente promuovere il dialogo con i cittadini, con tutti i cittadini; anzi, dico di più, un sindaco che si rispetti dovrebbe da tempo aver creato un suo Blog aperto ai contributi, non importa se critici od elogiativi, dei suoi amministrati. Il sindaco avrebbe così veramente il polso della situazione, curerebbe un vero, concreto consenso e darebbe una immagine di sè veramente efficace e di sensibilità democratica.
Che cosa è successo invece e sta succedendo nel Botanico Palazzo? Come e quali decisioni vengono prese da questo duo di Piadena (non sottovalutiamo l’opera del “Sofeon”, ossia dell’eminenza grigia della compagine) nelle secrete e felpate stanze del “potere”, così chiuso ed insensibile ad ogni apporto di idee e di progettualità vera?
Su quanto fatto fino ad ora e sulle prospettive e sulla operatività e produttività della Giunta da qui al 2014, mi riservo di intervenire in altra apposita e prossima “puntata”.
N.B. qui la seconda parte dell’intervento