Noi ne siamo interessati, forse. Quando lo Stato ha intravisto le prime frange di secessionismo genuino, quello dei vari referendum nei quali gente vera ha espresso veramente la voglia di cambiare regione o provincia, ha posto mano attraverso la lucida mente del candido Brancher ad un intervento teso a gettare alcune ossa da rosicchiare agli inquieti cani-secessionisti (il cosiddetto fondo Brancher).
Per gestire la menata il Governo ha messo in piedi l’Odi, che abbiamo già visto su qualche delibera comunale con la quale il nostro comune delega Auronzo a bla bla bla.
Vuoi vedere che adesso, con la storia infinita di questa “manovra d’agosto” che ci costringerà a tirare per un bel po’ la cinghia, salta anche il fondo Brancher? Già ci stavamo preoccupando di dove sarebbero finiti i soldi, in ragione del fatto che l’uomo non è proprio un Santo (vedi articolo sul FQ). Ma qualcosa, contavamo, si sarebbe arrivato alla fin fine. E adesso?
La conclusione raccapricciante cui giunge L’Espresso è che l’operazione, presieduta da Brancher che è anche presidente della commissione che valuterà i progetti, avrebbe come obiettivo: “allevare una corte di politici locali, che si segnalano per il convinto appoggio a mostruose speculazioni edilizie.”
Conclusione leggermente forzata ma … assolutamente plausibile. Su con le antenne, tutti, perché corriamo il rischio che facciano credere alla gente che ci hanno aiutati, quando invece era la solita prodromica spalmatina di vaselina.
Secondo il settimanale L’Espresso Berlusconi e Tremonti hanno firmato un decreto per la nascita di un ente parastatale: l’Organismo di indirizzo (Odi) per la tutela e la promozione di progetti per i comuni del Nord. Alla presidenza nominato il deputato ed ex ministro Aldo Brancher, condannato poche settimane fa in via definitiva per ricettazione e appropriazione indebita
Altro che crisi. I soldi per la Casta della politica ci sono sempre, almeno stando a quanto rivela l’ultimo numero in edicola del settimanale l’Espresso: 160 millioni di euro sarebbe la somma destinata dal governo alla creazione di un nuovo ente parastatale, la cui presidenza e direzione sarebbe affidata ad Aldo Brancher. Cioè il deputato del Pdl condannato in via definitiva per ricettazione e appropriazione indebita proprio all’inizio del mese di agosto e di recente tirato in ballo anche dall’imprenditore Di Lernia nello scandalo delle tangenti per l’assegnazione delle commesse di Enav e Selex.
“L’ente – scrive il settiminale – si chiama Odi (Organismo di indirizzo) ed è stato istituito il 14 gennaio 2011 con un apposito decreto firmato nientemeno che da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti.” Richiamandosi a una norma “nascosta” nella finanziaria del 2010 (l’articolo 2, comma 107, lettera h’), il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia “autorizzano – continua L’Espresso – la spartizione di 160 milioni tondi entro la fine di quest’anno. I soldi sono destinati ai soli comuni veneti e lombardi delle fasce di confine con Trento e Bolzano”, per frenare “la mini-secessione dei centri di montagna che progettavano di abbandonare le regioni padane per entrare nelle ricche province a statuto speciale”. Il tutto viene a galla proprio ora, nei giorni in cui si discute delle modifiche alla monovra che mette pesantemente le mani nelle tasche degli italiani.
Alla presidenza dell’Odi, il nuovo ente che si occuperebbe di “fissare gli indirizzi per distribuire i soldi ai Comuni”, ma anche a capo della “Commissione di approvazione dei progetti che valuta concretamente quali giunte beneficiare e con quanto denaro” – rivela il settimanale – Berlusconi avrebbe deciso di mettere Aldo Brancher. L’uomo che è stato anche uno dei Ministri con il mandato più breve della storia: nel giugno dello scorso anno ebbe la delega per l’attuazione del federalismo. All’epoca era sotto processo per i fatti relativi alla scalata Antonveneta e si avvalse della legge sul legittimo impedimento per non presentarsi in udienza. Solo dopo molte polemiche e la censura del Capo dello Stato Giorgio Napolitano Brancher si era dimesso, il 5 luglio dello scorso anno, esattamente 17 giorni dopo la sua nomina.
L’obiettivo dell’operazione sarebbe, secondo l’Espresso, “allevare una corte di politici locali, che si segnalano per il convinto appoggio a mostruose speculazioni edilizie.”