(vista l’occasione, alcune trumpettate qua e là, con “disegnino” finale)
Fate conto di vedere Berlusconi. Non so se l’americano arriverà a tanto, ma parte con un ottimo curriculum. In ogni caso, meglio Trump che quella guerrafondaia di Hillary (che, inoltre, è anche una culona inchiavabile, perdipiù isterica). A proposito, sembra proprio che il 20% della campagna elettorale della Clinton sia stata finanziata dall’Arabbiona saudita (quella che attualmente presiede, nientepopodimenoche, il Consiglio dei Diritti umani Onu; tra una condanna a morte – regolarmente eseguita – e l’altra, che si contano come fagioli).
Comunque, è uno spettacolo grandioso! Intendo quello di vedere le facce della feccia giornalistica nostrana che qui nello stivaletto ha sostenuto l’Hillary storna, con argomentazioni così risibili che anche Brunetta, quelle due volte che ha detto qualcosa sulla questione, è sembrato un Messia.
L’intellighentia, quella sedicente “de sinistra” ovviamente, ha già cominciato, come d’abitudine, a riposizionarsi (cioè, stanno srotolando la lingua e iniziano a leccare ciò che era orripilante). La coglioneria non è acqua.
Poi ci sono gli irriducibili. Quelli, per dire, che toglierebbero il diritto di voto agli anziani granbretagnesi che hanno votato per il/la Brexit, al pari dei giovinastri che hanno fatto la stessa cosa. Eccheccazzo, è chiaro no, che devi votare per il remain! La crema della crema crede d’essere lo scrigno della Verità. Per questa crema, il popolo che non sta dalla loro parte è sempre “bove”. Solo che questa volta l’hanno preso nel portabagagli (e fa male, oh se fa male!!).
L’elitarismo è cieco, e tosto o tardi s’infrange contro la realtà (che elitaria non può permettersi d’essere).
Tenete poi conto che Trump ha trumpettato con il 98% della stampa contro. Segno che, forse per la prima volta, la carta non conta più un cazzo. E’ di nuovo la realtà che si fa avanti e la stampa tradizionale non influenza il voto. Bene.
Il NYT dava le “chance of winning” di Trump al 10% (dieci): il 17 ottobre 2016, qualche giorno fa.
Dispiace per tutti quelli che s’aspettavano il servizietto da Madonna: presumo che il medesimo fosse previsto come elargito solo in caso di vincita. Se così non fosse, è proprio il caso di dirlo, sono comunque cazzi suoi.
Poi ci sono i Pittella che si danno alla virologia. Dice che Trump è un virus che si diffonde (e c’è bisogno di più Europa: che volevi te dicesse n piddino europoide?). Quindi anche gli americani che l’hanno votato sono dei virus? E si torna all’elitarismo demmerda di cui si diceva poc’anzi (vallo a dire al proletariato che l’ha sostenuto, se hai coraggio).
Severgnini s’è cotto un minestrone che la iota triestina sembra un preparato liofilizzato pronto all’istante (“l’America silenziosa è esplosa” ma lui non l’ha sentita). Povera “Penna bianca”.
Napolitano è uscito dal sarcofago per dire che l’elezione di Trump è “Uno degli eventi più sconvolgenti della storia del suffragio universale”.
Peccato che lo strenzi non abbia più una fonte di ispirazione e riflessione così prossima alla Casa Bianca; ne potrà godere comunque, versando un congruo anticipo alla Fondazione del leccapatatine.
Ci sono i Fubini che se la sono presa con quel fottuto gingillo di Twitter, che se non c’era lui, col cazzo che Trump vinceva.
Ci metto anche una macchietta piddina a noi ben conosciuta, la nostra Alessandrina, che ci ha accompagnato all’epoca delle regionali. Nel caldo tepore dello scorso luglio la nostra si lanciava in un accorato appello “Ora tutti uniti per battere Trump” (del tipo: Zaia mi ha sotterrato, proviamo a rifarci con il trumpettone). Peccato!
Ovviamente, come scordarselo, non è stato Trump a vincere, è stata quell’altra a perdere.
Ora è da vedere se Trump sarà all’altezza. Sembra abbia già detto “Ghe pensi mi”. Ad ogni buon conto, non sarà difficile far meglio dell’abbronzato Sbarak che l’ha preceduto, premio Nobel per la pace e, nel contempo, bombardatore di almeno sette Paesi (l’esportazione della democrazia ha le sue contraddizioni, bellezza).
Comunque anche Trumpet farà “quello che gli lasceranno fare”. Comunque, anche in Amerika, ci sono vari contrappesi che bilanciano i poteri (i contrappesi che lo strenzi vorrebbe in parte togliere con la proposta schiforma della Carta che a giorni referenderemo).
Insomma: il politicamente corretto è quasi sempre demmerda. A volte capita che la gente se ne renda conto.
(speriamo che, nel frattempo, l’intellighentia de noantri non si tuffi a capofitto nello studio della revoca del suffragio universale, con la scusa che “di Trump ce ne basta e avanza uno”; tremiamo al pensiero perché sappiamo, da parte nostra, che non riusciremmo mai a far parte di quelle elite illuminate cui il suffragio sarebbe ancora concesso. Un po’ perché ci mancano le basi intellettuali, un po’ perché la possibilità di avere ogni tanto un Trump ad agitare le acque non ci dispiace per niente)