Tanto da destra quanto da sinistra – si è capito da tempo che non c’è più differenza tra tali fazioni – capita che i politicanti d’area tirino fuori l’asso nella manica del contrasto d’interessi. E ne parlano come se potesse avere in campo fiscale un effetto taumaturgico. Attenzione: non il “conflitto d’interessi”, stiamo parlando del “contrasto d’interessi”, quello che dovrebbe nascere nel momento in cui si dovessero rendere deducibili, per esempio, le spese di manutenzione della casa (tanto per capirci gli interventi dell’idraulico, quelli riconducubili alla casa, non alla jolanda, per i quali esigere la fattura).
E’ da tempo che ne volevo parlare, segnalando la questione a chi segue il BLOZ, semplicemente perché la cosa rientra tra le bufale che, se non proprio confutate, vanno perlomeno evidenziate (poi ognuno tira le conclusioni che vuole). Me ne dà l’opportunità un brillante articolo recentemente pubblicato da Phastidio che prende di mira una poveretta del PD diventata governatore del Friuli Venezia Giulia nella tornata elettorale di primavera: Debora Serracchiani.
L’ignoranza non è un peccato mortale, anche quando è vasta. Basta non abusarne. Per chi desidera fiondarsi immediatamente sul perché il contrasto di interesse non funzionerebbe, ecco un link che lo spiega (lo straordinario è che in certe circostanze, legate al valore delle aliquote, lo Stato potrebbe addirittura registrare un gettito negativo).
“Rendere deducibili tutte le spese di manutenzione della prima casa. Questo potrebbe essere un segnale che secondo me dovrebbe essere colto”. E’ la proposta fatta oggi dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, rispondendo a una domanda su evasione e elusione fiscale. Serracchiani ha ipotizzato un “patto come avviene in altri Pesi del mondo, ad esempio gli Usa, tra chi deve rilasciare la fattura e chi ha interesse ad avere il servizio”. Certo, come no.
Infatti negli Usa non esiste alcuna deducibilità delle fatture secondo contrasto di interessi ma solo secondo criteri di detrazione e deduzione simili a quelli in vigore da noi, fermo restando che il contrasto d’interessi semplicemente non funziona. E se ne sono accorti persino Alesina e Giavazzi, pensate. Ma la Serracchiani oggi era in stato di grazia, per profondità analitica:
Più in generale, la presidente ha sottolineato che l’argomento “va affrontato con serietà. Nel nostro Paese molte delle cose che non riusciamo a garantire è il risultato del fatto che probabilmente non riusciamo ad avere un controllo effettivo delle tasse che vengono pagate, posto che molte volte sembra che a pagarle siano sempre gli stessi. Credo – ha concluso Serracchiani – che siamo pronti anche culturalmente ad affrontarlo non solo in modo serio ma tutti con la responsabilità“
Dunque, “serietà” e “responsabilità”. Perché siamo pronti “culturalmente”. Se solo impiegassimo qualche minuto delle nostre pensose giornate ad informarci e non ripetere a pappagallo delle bufale prive di costrutto e fondamento, sarebbe anche meglio. E vale anche per i ‘ggiovani ultraquarantenni, così nuovi e così rivestiti da una spessa coltre di muffa e luoghi comuni.