con i migliori auguri di un prospero 2013
Ocio al berluscalizzatore (neuralizzatore berlusconiano):
Ocio al berluscalizzatore (neuralizzatore berlusconiano):
Pecorella, fu avvocato di Silvio, salta a cavallo dell’Agenda Monti ma, intanto, …:
Pecorella: “Con voto su Ruby toccato il fondo”, ex legale di Berlusconi con Monti
[…] “Il giorno che la Camera dei deputati della Repubblica italiana ha votato una mozione nella quale si sosteneva che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Non ce l’ho fatta più, la mia coscienza si è ribellata. Esiste un limite, quel limite si era varcato. Anche perché fino a quel momento avevo già dovuto mandare giù troppe cose”.
Sulla giustizia come presidente della commissione della Camera ho seguito e fatto approvare i vari lodi (il cosiddetto lodo Alfano, ad esempio). Tutti quelli che ha voluto Berlusconi, in ogni caso. Erano indispensabili per continuare a governare, mi dicevo. Ho eseguito. Poi è venuto meno il presupposto politico del partito e tutto è crollato. Le riforme vere non si sono più fatte. Intendo le riforme costituzionali. E ad un certo punto abbiamo toccato il fondo”
Con quel voto che di Montecitorio e con quei 315 deputati che hanno detto di essere convinti che una ragazzina marocchina, ospite delle serate ad alto tasso erotico di Arcore secondo la Procura di Milano, fosse parente dell’ex presidente dell’Egitto. Il processo, che vede imputato l’ex presidente del Consiglio per concussione e prostituzione minorile, è ormai agli sgoccioli e il prossimo 14 gennaio Ruby dovrà testimoniare.
E’ un nostro trofeo invece, di noi bellunesi, l’onorevole che continua a sostenere che no, non è così! Magari domani il nostro Paniz quotidiano ce lo troviamo in tv a romperci le scatole da montiano. Prima però, un ripasso su Keynes.
Nel mio primo articolo sull’approssimarsi del governo Monti così scrivevo:
Preferirei di gran lunga la convivenza con devastanti emorroidi, che mi costringerebbero a dormire in piedi, piuttosto che votare Mario Monti come premier.
Col tempo non ho cambiato idea. I tecnici si sono rivelati approssimativi tecnocialtroni. Ho anche esortato il premier a non rompere il c@Z§° raccontando fregnacce. Poi, finalmente, Monti si è tolto dalle palle. Certo, non si è confrontato con il Parlamento, come avrebbe dovuto, ma è andato a consultarsi con quell’altra accozzaglia istituzionale, il presidente della repubblica. Tutto ciò per sobrietà, naturalmente.
Adesso si è posto a capo di una coalizione di centro che idolatra la cosiddetta Agenda Monti, 25 pagine di fuffa o, alternativamente, vuoto spinto. Ma non si candida. Vorrebbe, il professorino Monti, diventare nuovamente premier con i voti degli altri. E’ lo stato in decomposizione che risponde al nome di Italia che glielo permette. Anche Grillo, del resto, potrebbe presentarsi come capo-coalizione senza avere il voto degli italiani.
Per quanto mi riguarda, il prof. Monti è semplicemente un ammasso organico di cellule variamente organizzate che ha il dono della parola. Non avrà mai il mio voto neanche sotto tortura. Tanto più ora che il Vaticano ha sciolto ogni dubbio nei suoi confronti. Poi, bisogna pur dirlo, come fai a votare uno che si sceglie come alleati due marmellate come Casini e Fini (e una scatola nera come Montezumolo).
Riguardo alle capacità di analisi del Vaticano, va detto che non sono proprio tarate sulla realtà fattuale. Certo, siccome l’aspirazione massima dei “vaticanisti” sta nell’inculare il prossimo per propria e somma convenienza, cosa che non risulta difficile a nessuno dei ranghi della gerarchia ecclesiale, non c’è da scandalizzarsi se il cavallo Berlusconi, oggi bolso e da essi accantonato e dimenticato, in passato è stato oggetto di riverenti attenzioni, oggi riservate con sommo gaudio al tecnocialtrone Monti (che prima di accomiatarsi dalla babele governativa ha provveduto ad elargire 17 milioni agli ospedali religiosi).
Ma i benefit per i porporati e sua infallibile eminenza il papa non sono finiti, anzi, il futuro si presenta radioso. Ad ogni buon conto, caro cardinal Bertone, lo abbiamo capito che con Monti volete lavarvi dalle nefandezze dell’appoggio incondizionato e pluriannuale al Napoleone di Arcore. Il bunga-bunga, insomma, non è mai stato un problema – e non solo perché anche taluni porporati hanno una certa qual dimestichezza con l’esercizio – finché sottobanco lo sciupafemmine accendeva tutte le candeline richieste. E visto il gregge di pecore decerebrate che costituisce buona parte dell’ovile, si direbbe che l’operazione “pulizia” ha già ora conseguito il pieno successo.
(Foto: Quotidiano.net)
L’IMU è stata forgiata dal Governo Berlusconi ed in particolare dal compare della Lega Nord dell’ormai avviata campagna elettorale – tal Tremonti – e doveva entrare a regime nel 2014 in appoggio all’attuazione del “federalismo municipale”. Monti è stato l’esecutore anticipato della rapina patrimoniale. Tutto qua (ed anche qui, se si vuole approfondire la vera evoluzione dell’IMU). Maroni, avvia il programma “aggiornamento” che è meglio!!
(via @maroni_leganord)
Aveva già dato qualche picconata tempo fa, Carbogno, parlando di Paniz e Addamiano, definendo l’uno e l’altro, rispettivamente, “ideologo e braccio armato della prematura caduta della Provincia”:
Quelle ricette strampalate per salvare la provincia, proprio da chi la fece cadere. Carbogno: ” Paniz che promuove incontri ferragostani tra ministri, e il fu capogruppo in provincia Addamiano che sollecita il commissario per il bene dell’ente, ovvero l’ideologo e il braccio armato della prematura caduta della provincia”
Recentemente è tornato a picconare (grassetto mio) ma l’ideologo è diventato regista:
Per questo già un anno fa qualcuno avrebbe dovuto pensarci non una ma cento volte prima di dare il là a quella caduta della provincia che, appare oggi di tutta evidenza, è servita solo al capriccio di pochi, ma per le nostre vallate è stata assai dannosa.
Come dissi già tempo addietro, se agli esponenti del centrosinistra va comunque data l’attenuante di essere stati forza d’opposizione all’interno della vecchia provincia e di aver semplicemente profittato dello sbandamento politico della maggioranza, rimane invece per me inaccettabile l’atteggiamento di parte del Pdl, che scelse non per ragioni politiche ma un po’ per livore e un po’ per invidia.
Chi materialmente col proprio voto dichiarò la fine di quell’esperienza ha già avuto modo di pesare il suo gradimento alle ultime elezioni amministrative; chi invece ne fu il regista ancora per qualche mese potrà godere della nomina a parlamentare.
Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà nel centrodestra, cosa nascerà dalle ceneri del Pdl, ma soprattutto chi saranno i rappresentanti locali delle nuove forze nascenti. In queste settimane di incontri, le parole che Belluno Protagonista ha raccolto tra la gente con più frequenza sono state “sconcerto” per quello che sta succedendo e “speranza” di cambiamento.
Vedremo se ci sarà un nuovo slancio o ci si affiderà ancora alle solite vecchie facce. Una cosa comunque è certa: il nostro voto non andrà mai a chi ha contribuito allo sfascio del territorio. (Michele Carbogno)
Non sappiamo né se, dove e con chi il regista correrà per un altro scranno parlamentare, ma se lo dovesse fare noi siamo pronti al ciak si gira (consiglio comunque al regista di pietire un collegio blindato). E ce la metteremo tutta per fare in modo che il ciak sia sommamente gradito, su questo non ci piove.
(Foto: Satiro)
Dite quel che volete ma Berlusconi è uno spettacolo della natura. Alla presentazione del libro del Vespone il Berlusca ha indicato come candidato premier a raffica 4-5 personaggi fra i quali, per 3-4 minuti, Vespa stesso, senza che quest’ultimo se ne sia peraltro reso conto.
Ad un certo punto B. afferma che se la Lega non intende abbracciare ciò che resta del PDL (cioè fare un accordo elettorale con ciò che galleggia…), per rappresaglia salterebbero le amministrazioni di Veneto e Piemonte a guida leghista. E questo mi fa tornare in mente ciò che è successo in Provincia a Belluno, allorquando una rimestolata del già letamaio PDL ha provocato, con l’accoltellata alla schiena di Bottacin, la scomparsa della Provincia dalle mappe politico-amministrative della bananiera repubblica taliana.
Sono quindi atteggiamenti ereditati dal DNA nazionale quelli che ci hanno privato in modo così ignobile della Provincia, con tutte le relative conseguenze. Ci prova quindi quella macchietta di B. a far aleggiare lo spettro del “o fate quel che dico o vi faccio saltare“. Ma con le regioni non succederà (tuttavia, mai dire mai in partitica), o sarà molto meno probabile. E ci sono almeno 10.000 buoni motivi (secondo alcune letture di dati sarebbero anche 12.000). Chi glieli dà 10.000 euri al mese a quelli della casta regionale se saltano? No, non sarà per senso civico, non sarà per senso di responsabilità, sarà per quei 10.000 buoni motivi.
Vedete che non sempre nuociono tutti i soldi presi dalla casta regionale. Che poi, a ben guardare, ultimamente si sono anche riuniti per deliberare qualcosa che ha a che fare non tanto con l’indipendenza del popolo veneto (parola ancora troppo grossa da pronunciare) quanto sulla sua autodeterminazione.
Ricordo infine che il PDL regionale è come quello nazionale: ha solo un colore (ed una puzza) leggermente diverso. Ma il tira-molla è lo stesso, cose già viste, cose già viste.
(Foto: cronache di un default)