Premessa: nella promozione turistica tutto può far brodo, anche le panteane (fine premessa). Ci salta però agli occhi un “esempio su tutti“, portato da tale Christian Zandonella, che confermerebbe la bontà della Ciaspalonga delle Marmarole come evento atto a “promuovere l’attività delle ciaspe in Centro Cadore a livello turistico” (neretto mio):
«L’evento è nato qualche anno fa proprio con l’obiettivo di promuovere l’attività delle ciaspe in Centro Cadore a livello turistico», spiega Christian Zandonella, presidente di Cadore Eventi che si occupa dell’organizzazione, «e posso dire che lo scopo è stato ampiamente raggiunto. Un esempio su tutti: c’è un atleta che, dopo aver partecipato alla prima ed alla seconda edizione, ha comprato casa a Domegge affascinato dai nostri luoghi».
C’è insomma (di rutilante) uno che ha comprato casa a Domegge affascinato dai nostri luoghi. Ottimo!
Ma ce ne sono 128, è questo il saldo migratorio nel 2014, che dal Centro Cadore se ne sono andati. Certo, portandosi il fascino dei nostri luoghi nel cuore, va da sé. Certo, essenzialmente per problemi legati all’offerta di lavoro. Non vogliamo neanche sapere se la casa il tipo l’ha trovata “in svendita” o se il venditore ha invece fatto un affarone (ce lo possiamo immaginare). Una cosa è certa: il turismo non è mai decollato là dove la gente del luogo lascia il proprio territorio per andarsene altrove (e lasciamo perdere il saldo naturale, che nel 2014 vale -90 persone, portando il declino demografico totale del Centro Cadore a meno 13,5 per mille).
Continua il nostro (neretto sempre mio):
L’offerta turistica di Pieve e del Centro Cadore punta tutto sulle ciaspe con risultati positivi: «Anche quest’anno avremo tanti partecipanti da fuori regione. Parlo di romani, torinesi e bolognesi per quanto riguarda l’Italia», aggiunge Zandonella, «ma la componente straniera è corposa con tedeschi, americani, canadesi, russi e svedesi. […]
(se proprio c’è da fare un “esempio su tutti”, piuttosto che all’atleta affascinato, dico io, guarderai all’andamento delle presenze turistiche no!? Quanta pazienza ci vuole…)
E infatti uno si chiede dove vada a dormire ‘sta gente, visto che, come già osservavamo solo qualche giorno fa in occasione delle dichiarazioni di tale Diego Tabacchi, Pieve di Cadore ha subìto nel 2014 una perdita del 27% delle presenze rispetto all’anno precedente (che ne ha perse il 10% rispetto al 2012). E’ vero che per Pieve la perdita è più concentrata nella parte estiva della stagione turistica, ma con 10.000 presenze perse in un solo anno, prima di aspettarsi un’inversione di tendenza devi andare, per lo meno, a Lourdes e Medjugorje.
E se facciamo riferimento alle presenze del Centro Cadore, basti pensare che rispetto al 2000 solo Auronzo ha una perdita “contenuta” in termini percentuali (-22%), mentre gli altri paesi a vocazione turistica sono, tutti, perlomeno a meno 60% (con Lorenzago che tocca meno 85%), senza alcun segno di ripresa nel periodo considerato (2000-2014; nel 2015 condizioni climatiche particolarmente favorevoli dovrebbero aver permesso un certo recupero, il cui valore però non ci è ancora dato conoscere). In questo quadro il Centro Cadore segna una perdita, rispetto al 2000, del 40,9%.
Evidentemente, se ci sono, non sono turisti ma escursionisti (per conoscere la differenza tra le due “categorie” chiamare il sindaco di Lozzo ore pasti).