Anche gli utili idioti del giornale dei confindustri guardano da altre parti… non è successo niente… E’ vero che lo spread non è oggi a 550, ma è anche vero che dopo aver strangolato e spremuto il paese in questi 4 anni, uno spread schizzato a 149 in due giorni ha pari valore in termini di “allarme”. Zacché su il Giornale:
Vi ricordate il titolo del Sole 24 Ore del 10 novembre 2011? Quel cubitale «FATE PRESTO» che, facendo leva sullo spread a 552 punti, spingeva per un cambio del governo? Il che, partorito dal quotidiano della Confindustria, non era certo di poco peso. Ora, se da un lato i conti pubblici italiani sono meno a rischio di allora, quando imparammo a misurarne la tenuta con l’andamento dello spread, lo stesso non si può dire per le banche, che abbiamo scoperto, grazie a una nuova parolina, il bail-in, essere sull’orlo del fallimento, gravate da 200 miliardi prestati a famiglie e imprese che non li hanno più.
Ma allora perché nessuno dice «FATE PRESTO»? Cosa deve succedere ancora? Perché il premier Renzi non dice qualcosa? E perché il ministro dell’Economia Padoan non prova a fermare questa emorragia virale? […]