il PD e l’arte della menzogna
Dopo il PDL tocca ad un altro partito altamente fertilizzante, il PD. Solo in Italia, solo in Italia… . Solo coi taliane!
http://youtu.be/5586CdaHR-w
(via ilcontagio.org)
Dopo il PDL tocca ad un altro partito altamente fertilizzante, il PD. Solo in Italia, solo in Italia… . Solo coi taliane!
http://youtu.be/5586CdaHR-w
(via ilcontagio.org)
Me lo sentivo, me lo sentivo (er Palla e er Cipolla, amici miei de Roma, me l’avevano preannunciato). Dunque Sciolta Cinica sta perdendo i pezzi, come ampiamente previsto. Dunque il cumulo di letame benvestito si sta disgregando. Tutta colpa di Berlusconi che sembra destinato a un veloce oblio, mica per altro.
Ma dove porta la lungimiranza paradigmatica dellaiana … eh, dove porta? Porta OLTRE: «ora si deve andare oltre…». Namo ortre va. Namo coi popò lari. Se possibile in salsa europea (e pannoloni per tuttti).
Dellai lascia Monti: «Adesso i popolari»
[…] Dopo Scelta Civica, chiarisce Dellai, «ora si deve andare oltre, perché con il ciclo di Berlusconi cambiano i paradigmi degli ultimi vent’anni. Anche la sinistra, con il consenso che oggi ha Matteo Renzi, potrà coprire per un po’ questo cambiamento, ma non durerà a lungo». (l’Adige.it)
(vi risparmio, per carità di piccola patria, i risvolti autonomistici che ci toccherebbero più da vicino)
Nei tre partiti che formano questa anomala, eterogenea maggioranza di governo volano ormai gli stracci. Scelta Civica è ormai scossa da un bradisismo fra due sparute realtà: da un lato Casini Pierferdy (un cognome che è un programma, una ironia della parola!) ed i suoi marginali sodali e, dall’altro lato, le residuali truppe scelte dell’ex big Mario (Monti). Nel PD la lotta si sta facendo dura fra i quattro moschettieri candidati alla segreteria del partito e non è detto che la prevedibile vittoria di Matteo il Magnifico (evocazione fiorentina di un tale che di nome faceva però Lorenzo ed era tutt’altra storia…) significhi svolta indolore, senza cioè altre vittime, altre contese, altre fibrillazioni nella saga di un Centro Sinistra uso ormai a farsi del male da solo e rovinare regolarmente ogni possibile vittoria già a portata di mano.
Ma quello che più interessa in questo momento per i prevedibili ed eclatanti possibili risvolti politici che potrebbe sottendere la lotta interna conclamata, è l’aspro confronto esistente fra falchi e colombe, fra lealisti e governativi in seno al PDL-FI. Assistiamo oggi all’ennesimo botta e risposta Alfano/Berlusconi e sembra proprio che il Rubicone stia per essere guadato da entrambi i contendenti ma in senso inverso ed opposto. L’ex erede, l’uomo ‘senza quid’ (versione recentemente espressa dall’Impresentabile nei confronti dell’ex pupillo) afferma in data odierna che ci sono ben tre motivi che ostano all’abbattimento del governo Letta e definisce l’ipotesi di revoca della fiducia “un tragico errore”. Ecco l’elencazione dei tre motivi:
Meglio dunque attendere tempi migliori e qui il linguaggio dell’Alfano diventa sibillino ma anche un po’ adulatorio ed edulcorato. Nel 2014 Alfano prevede infatti che il Grande Capo potrà dimostrare la propria innocenza giacché il suo caso non è “per niente chiuso”. Alle elezioni poi, quando ci si arriverà, il candidato premier del cdx sarà sempre il divo Silvio (avrà magari 80 anni e si ripresenterebbe per la settima volta!!!). Infine, il prode Angelino chiosa: “Silvio, per i suoi meriti politici, sociali e sportivi, meriterebbe il laticlavio di senatore a vita”!
A queste enfatiche dichiarazioni, risponde direttamente il Grande Perseguitato con una intervista all’Huffington Post rilasciata al giornalista Alessandro De Angelis.
Domande soft (evidentemente concordate), tono delle risposte di taglio chiaramente propagandistico, linguaggio ed avvertimenti di stile mafioso ma inequivocabile: non si può sostenere un governo espressione di un partito, il PD, che sta compiendo un omicidio politico in base da una sentenza fondata sul nulla…
L’antifona è questa: “Come potrebbe il PD pretendere che i nostri senatori ed i nostri ministri continuino a collaborare con chi, violando le leggi -sic!- , assassina politicamente il leader dei moderati?”. E aggiunge mellifluo: “Se si contraddicono i nostri elettori (che vorrebbero il passaggio alla Opposizione, ndr) non si va da nessuna parte. Anche Fini ed altri ebbero due settimane di spazio sui giornali, ma poi è finita come è finita. Ripeto: è nel loro interesse (dei governativi) ascoltare cosa dicono i nostri elettori, per non commettere errori che li segnerebbero per tutta la vita”.
Ed è in queste ultime frasi che è contenuto il messaggio di stampo mafioso. Senza mai nominare l’ex pupillo, il Grande Imbonitore lancia uno sprezzante ultimatum-avvertimento, questo: “Torna indietro, allineati, o farai la fine di Fini”. Metodo Boffo nuovamente in allestimento!!. Sallusti, Belpietro e Co. tenete pronte le polveri e le micce. Già i vari Fitto, Santa-de-ché, Capezzone ecc. sparano a zero. Ed il falco Osvaldo Napoli, uno dei pochi ex DC di un certo spessore in quanto intelligente, avveduto e scaltro, così sintetizza: “L’unità (del partito) è una finzione, inutile prenderci in giro”. Le strade, insomma, sembrano davvero divergere: di qua Alfano + 23 senatori a sostegno di Letta, di là il boss e tutti gli altri all’Opposizione.
N.B. Segue commento all’intervista dell’arcoriano su Huffington Post da parte del commentatore Willy Fant, commento che ritengo davvero eloquente. Eccolo:
“Pensioni più dignitose per tutti. Un milione di posti di lavoro. Restituzione dell’IMU (magari anche con i suoi soldi). PDL non comunica alcuna emozione. Con me o contro di me… per fare la fine di Fini. Votando la decadenza il PD compie un omicidio politico. Non vuole la Grazia … anzi la vuole gratis. Berlusconi senatore a vita. Ruby è un caso umano”.
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Ok, Tutto Ok, cavaliere senza staffe. Prima che se ne vada, ci parli per favore di qualche altra cosa interessante per noi e per i giudici.
Le leggi ad personam, l’incontro organizzato da Dell’Utri con qualche personaggio importante della Onorata Società, le prescrizioni sempre più brevi ed i processi sempre più lunghi a seconda della convenienza, il processo del corrotto Mills, la corruzione del giudice Metta e la condanna di Previti, “l’acquisto” di deputati, i rapporti con Lavitola e Tarantini, l’ordine di inaugurare il metodo Boffo ecc. ecc.
Insomma, ci vorrebbe un libro, non un breve commento.
Italiani, decidete quale di queste imprese intendete scegliere e votare
Dicevamo delle balle di Letta, non quelle di acciaio (recente interpretazione irlandese ad elevato valore alcolico), ma quelle che racconta a tutti gli italiani. A parte la più grossa in assoluto, “non faremo mai un governo con Berlusconi” … e si è visto come è andata a finire, ne ha dette anche in veste governativa. Per esempio aveva promesso che avrebbe eliminato il finanziamento pubblico dei partiti (non è successo). Che avrebbe ridotto i costi di funzionamento della Camera (sono aumentati). Ma la più recente riguarda la sbandierata “diminuzione delle tasse” (vedi anche dichiarazione di Lupi) che invece, guarda un po’, secondo uno studio della CGIA di Mestre risulta essere una bufala.
A seguito delle disposizioni fiscali introdotte dal disegno di legge (ddl) di Stabilità approvato nelle settimane scorse dal Governo Letta, nel 2014 gli italiani pagheranno 1,1 miliardi di euro di tasse in più.
A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha calcolato l’impatto economico riconducibile agli effetti di tutte le nuove voci fiscali introdotte dal ddl di Stabilità. In buona sostanza, questo bilancio strettamente tributario è dato dalla differenza tra le nuove entrate fiscali e le minori imposte e contributi che interesseranno l’anno prossimo gli italiani.
A fronte di poco più di 6 miliardi di euro di nuove entrate tributarie a cui si aggiungono 65 milioni di entrate extra tributarie e altri 135 milioni di riduzione dei crediti di imposta, nel 2014 gli italiani saranno chiamati a versare allo Stato complessivamente 6,227 miliardi di euro di nuove imposte. Per contro, “godranno” di una riduzione delle tasse e dei contributi da versare all’Erario per un importo pari a 5,119 miliardi di euro. Pertanto, la differenza tra i 6,227 miliardi di nuove imposte e i 5,119 miliardi di minori tasse dà come risultato 1,108 miliardi di euro. […]
(tabelle tratte da questo documento pdf della GCIA di Mestre)
“Questa storia è finita, dietro Berlusconi non c’era niente. In questi anni non abbiamo costruito nulla di umanamente e politicamente solido e autentico. Finisce male!”. Leggere queste sorprendenti e gravi affermazioni del più fedele dei berlusconiani, tale Bondi Sandro da Fivizzano (Massa Carrara), mi ha fatto toccare con mano la caducità e pochezza delle cose e dei progetti degli uomini e mi ha finalmente convinto che il santone di Arcore è proprio agli sgoccioli. Se il poeta di corte, colui che adulava il Gran Capo ed inneggiava al fulgido Sole Brianzolo si dimostra ora così dimesso e rassegnato e giunge perfino a fare un’autocritica così drastica e radicale, evidentemente siamo proprio giunti al redde-rationem, ad una fine che più ingloriosa non si può!
E lo sfogo continua in un crescendo ‘wagneriano’. Dice ancora il nostro: “Ce lo meritiamo quello che sta succedendo. Siamo il vuoto, siamo il nulla, non abbiamo saputo costruire nulla di solido, capace di resistere al declino di Berlusconi. E allora fanno bene Bindi, Cuperlo e Grasso a tirarci ceffoni. Siamo soltanto una palla da prendere a calci. A sinistra c’è Matteo Renzi, noi cosa abbiamo prodotto? Tra qualche tempo sarò fuori dal Parlamento, fuori da queste miserie, come un sopravvissuto, il randagio di una storia finita male”. Quale diagnosi più cruda e realistica di così ci si poteva attendere da un tale personaggio? E nel suo impietoso consuntivo di tutto un ventennio, il buon Bondi se la prende soprattutto con i traditori e gli ingrati che “tutto debbono al Dottore” e che senza di quest’ultimo “non sarebbero stati niente, soltanto delle rape”.
C’è in tanto duro disquisire perfino una parvenza di larvata critica al suo mentore al quale pronostica il possibile ‘martirio’, mentre a sé riserva ormai la palma del testimone irriducibile che passerà alla Opposizione e non voterà di certo la legge di Stabilità. In questa anamnesi senza amnesie si intravvede qua e là uno spessore quasi epico; su tutto, però, aleggia anche un senso parte di farsa e parte di tragedia solo se si pensi che l’intellettuale, il fine dicitore, il poeta del berlusconismo è stato fin qui volonterosa comparsa nella gran saga brianzola, che ora sta appunto finendo in una miserabile vicenda umana e politica davvero esecrabile. E la principale colpa dell’ex sindaco, già targato PCI, è stata quella di non aver voluto o saputo far intendere al suo boss che il così detto Partito delle libertà (?) non doveva minimamente essere inteso come libertà di farsi gli affaracci propri in spregio alla Legge e che non era etico e morale candidare nani, ballerine, amazzoni, cavallerizze, corruttori, corrotti e prosseneti ecc. ecc., piegando le Istituzioni democratiche a ricettacolo di incapaci e disonesti.
Caro Bondi, finalmente Ella – diversamente da tanti suoi compari – sembra stia prendendo coscienza dei madornali errori (evito altre etichettature per amor di patria) commessi da questa accozzaglia di profittatori vissuti per un ventennio all’ombra ed attorno al loro (vostro) idolo. Vorrei però tanto che Ella, piano, piano per carità!, riconoscesse anche le enormi ed esiziali responsabilità del suo principale e facesse una altrettanto spietata e completa autocritica per il suo pregresso e censurabile comportamento quale giullare di corte.
P.S. Leggo ora della ennesima ‘sparata’, dell’incredibile affermazione del Pregiudicato (campione di utile e mediatico vittimismo) sulla condizione psicologica dei propri figli, che si sentirebbero “nelle stesse condizioni degli ebrei al tempo di Hitler”…
Non trovo niente di più sintetico ed efficace che riportare il pensiero di un noto commentatore, questo:
“Certo che i figli degli ebrei sotto Hitler disponevano di palazzi e ville di sogno, gestivano imprese che vivevano a spese dello Stato, possedevano squadre di calcio ed altri giocattoli per svagarsi, si crogiolavano al sole di Copacabana in compagnia di aitanti calciatori e scrivevano diari con lo pseudonimo di Marina Frank”.
Superfluo aggiungere alcunché…
Si scrive “fiducia”, si legge “farsa”. Il Cainano a tutto ci aveva ormai abituati, ma in questi giorni – ed oggi in particolare -, l’uomo ha superato sé stesso. La settimana di passione che si chiude oggi in maniera cialtronesca oltre ogni limite, si era aperta con una serie di incredibili ricatti: le annunciate dimissioni dei parlamentari del PDL, che sarebbero state formalizzate venerdì prossimo in concomitanza con il voto nella Commissione parlamentare sulla decadenza del Pregiudicato; l’aut aut sullo scioglimento delle Camere e l’indizione di nuove elezioni (competenza peraltro esclusiva del Capo dello Stato) entro una settimana, dopo aver impostato i provvedimenti sulla legge di stabilità (?) e sui provvedimenti relativi a IMU e IVA ; l’ordine perentorio ai 5 ministri PDL di dimettersi (lettera scritta da quel raffinato politico che risponde al nome di Capezzone).
Infine, vanno messe nel conto le dichiarazioni rese alla Rivista Tempi (Comunione e Liberazione) sulla inaffidabilità del PdR e del PdC e la telefonata, mandata in onda, a Piazza Pulita in cui l’arcoriano chiama in causa, in modo surrettizio, il PdR, che avrebbe interferito ai suoi danni, in Cassazione, sulla vertenza Mondadori-Cir (“farneticazioni diffamatorie”, vedi nota del Colle). Quando poi i ministri dimissionari ed alcuni loro sostenitori hanno, sorprendentemente e per la prima volta!, cercato di alzare la testa, subito è partita dai media di famiglia l’accusa di tradimento, sulla base del collaudato metodo Boffo, con minacce non tanto velate di possibili ritorsioni e vendette.
Ma la ‘fronda’ dei coraggiosi (che fin qui erano soltanto conigli) ha tenuto duro e, nonostante la ventilata sfiducia al governo, ieri – in uno stato confusionale incredibile – si sono succeduti, con rapidità inverosimile, propositi belligeranti a incertezze e cedimenti tipici di un soggetto in preda alla sindrome da accerchiamento. Le vere motivazioni della minacciata crisi stavano e stanno tutte, non nella vicenda dell’incremento dell’IVA, ma nel timore che la decadenza dalla carica di Senatore e la conseguente perdita della immunità potrebbe muovere la Procura di Napoli o quella di Bari (dove sono in corso delicate indagini ed istruttorie) a procedere all’arresto dell’arcoriano.
Oggi poi, dopo la reiterata promessa di ieri sera di procedere in battaglia, si è tenuta la Assemblea dei sodali parlamentari rimastigli fedeli ed è finita con la conferma della sfiducia al governo. Dopo una sola mezza ora, si cambia registro con la nuova versione sulla concessione della fiducia, seppur ‘con un certo travaglio interiore’.
Dopo poco, ecco una agenzia Ansa che lancia la conferma sulla sfiducia. Il balletto-tira molla (fiducia sì, fiducia no) è continuato per tutta la mattinata, finché alla fine, colpo di scena, prende la parola in aula l’Unto del Signore, che interviene personalmente in sede di dichiarazione di voto, ribalta il volere dell’assemblea tenutasi poco prima, ed annuncia voto favorevole al Governo!!
E’ questo l’agire di un autentico Pagliaccio/Diabolico! Trattasi di un ossimoro apparente in quanto, da un lato, ‘pagliaccio’ lo è e lo ha dimostrato in modo plateale, oggi più che mai, uomo dalle piroette incredibili a getto continuo, uno screditato saltimbanco; d’altro lato, ‘diabolico’, perché – constatata la rivolta di parte dei suoi, fin qui inimmaginabile -, ha giocato d’azzardo ribaltando ogni aspettativa logica e creando così indubbie difficoltà ai dissidenti, all’on. Letta ed al PD. Operando in modo talmente incoerente e spregiudicato, il Caimano ha reso difficile la creazione di gruppi autonomi da parte dei fuoriusciti e quindi ha quasi vanificato l’intendimento volto alla determinazione della autosufficienza della nuova più limitata, ma più omogenea, maggioranza. Sconvolto ogni concetto di decenza (del resto, sempre trascurato), al soggetto interessava ed interessa soltanto operare per la “riduzione del danno” e sottoporre Letta e Co. a nuovi ricatti e fredde vendette.
Tuttavia, le capriole odierne hanno determinato la squalificazione politica definitiva e tombale sia sul piano interno che, tanto più, internazionale dell’ex cavaliere (a quando la cancellazione dell’onorificenza per indegnità, come da regolamento dell’Ordine Cavalleresco?).
Per le persone minimamente raziocinanti, la odierna dimostrazione cialtronesca e farsesca, sta a significare, una ennesima volta, che l’uomo è capace di tutto e che delle conseguenze sui cittadini delle sue decisioni di questi giorni non gliene può importare di meno. Peccato per lui che i suoi loschi disegni e progetti non si siano interamente realizzati: a provocare la crisi non gli è infatti riuscito, ma va purtroppo precisato che la deberlusconizzazione della nostra società deve essere, ahimé, ancora avviata. Che questa Wanna Marchi della Politica, che questo soggetto inqualificabile possa essere presto lasciato al suo giusto destino: quello, almeno, di un sollecito oblio, magari in qualità di latitante nelle sue leggendarie dimore sparse per l’Universo mondo.