Se vuoi andare in auto sulle Tre Cime devi pagare 25 euri. Per quella cifra ti danno in uso il pezzo di strada che sale lassù, un pezzo del parcheggio, l’utilizzo dei cessi pubblici e un pieghevole trilingue (il resto lo mette il buon Dio).
Poggiate le terga al rif. Lavaredo, constatato con disappunto che la weiss alla spina non era più disponibile (ma, dico io, proprio ora che i tedeschi arrivano a frotte?), nell’attesa del formaggio fuso con polenta salsiccia e funghi ho aperto il pieghevole gettando una prima occhiata al panorama.
L’indicazione del paese di Auronzo, il cui sviluppo urbano si vede chiaramente, è ancorata nei pressi dell’Argentiera: ma passi, avranno inteso indicare il paese in senso… “esteso”. L’indicazione del monte Tudaio, invece, è ancorata alla cresta del Crissin (il Tudaio è più a destra, oltre la Bragagnina). E anche col Cimon del Froppa siamo fuori di una riga di… vette.
(mi sento poi di dire che manca l’indicazione del lozzese Pian dei Buoi, ma l’osservazione è ovviamente partigiana: del resto manca anche l’auronzano Col Agudo, che pur si vede bene ed è riportato nella cartografia)
E le “m” delle quote vanno sempre dopo il valore numerico che le rappresenta: “3094 m”, non “m 3094”! E il simbolo dell’unità di misura per il metro è “m”, non “mt” come indicato nei testi sparsi.
Ci sarebbe poi la “licenza poetico-escursionistica” relativa al definito Percorso Durissini, che a un certo punto viene fatto passare (non c’è trucco non c’è inganno) per il rif. Città di Carpi (almeno sul percorso n. 4 si parla di sentiero Bonacossa ma si chiarisce che è il tratto “dal… al …”).
Ma la parte più gustosa del pieghevole – una dichiarazione di euclidea auronzicità bella e buona – è quella relativa alla “posizione geografica”, lì dove c’è scritto (il riferimento è alle Tre Cime) che “C’è chi sostiene che, essendo le cime strapiombanti sul versante di Dobbiaco, se si traccia la linea perpendicolare…“… ma per questo ci si legge, se lo vorrete, al prossimo post.