Padrin e il lecca-lecca
Così, leggendo le impressioni di super-padrin al trasloco friulano di Sappada, m’è venuta in menta la figura di un bambinetto imbronciato al quale la mamma-maestra-zia (comunque un qualcuno di adulto), dall’alto della propria autorità, abbia tolto di mano il lecca-lecca che stava succhiando. Uguale!
Quindi veniamo a sapere che Sappada è un comune “troppo importante, e non solo turisticamente, per la comunità provinciale” e che, perciò, “Faremo ancora tutte le iniziative possibili per trattenere Sappada…“.
Noi, ingenuamente, pensavamo che dopo aver avuto l’ok dalla Corte, non quella de grasa, ma quella Costituzionale, e dopo aver celebrato un referendum, il cittadino di Sappada si fosse conquistato un diritto, espresso con scelta consapevole, consapevolissima, che un solo giogo doveva ancora superare, quello del voto parlamentare.
Non pensavamo, insomma, che i cittadini di Sappada dovessero chiedere il permesso a una carica di seconda mano, sindaco votato da sindaci, che, nel frattempo, si stanno tra loro spompinando per il rinnovo di alcune poltrone. Ma tant’è: lui, il lecca-lecca, lo rivorrebbe indietro.
Anche perché intendete opporvi, magari ricorrendo alla Corte Costituzionale?
«Faremo ancora tutte le iniziative possibili per trattenere Sappada, un Comune troppo importante, e non solo turisticamente, per la comunità provinciale. Metteremo in atto tutti i ricorsi possibili. Già pochi minuti dopo la notizia che la Camera aveva votato il distacco dal Veneto, mi sono rivolto ad un costituzionalista, il quale, però, mi ha risposto che la prima opposizione la deve fare la Regione Veneto. E che la Provincia può partecipare “ad adiuvandum”. Mi auguro, pertanto, che il presidente Roberto Ciambetti, dopo la meritoria opposizione intrapresa, continui a portarla avanti con i ricorsi che sono necessari».