overconfidence: quando lo scialpinista incontra un cigno nero
Avevano una grande esperienza. Si, ma avevano anche un’overconfidence “del cazzo” (e ovviamente ne erano ignari). Amen.
Tratto da lavoce.info:
[…] I risultati dell’analisi sono così riassumibili. A parità di altre caratteristiche dello scialpinista e della montagna, una variazione di overconfidence dal minimo al massimo punteggio osservato nel nostro campione comporta una variazione della probabilità di intraprendere la gita pari a 0.5.
Ricorrendo a risultati noti in letteratura sulla variazione della probabilità di staccare una valanga al variare dell’indice di pericolo, il nostro risultato implica che a parità delle altre condizioni, un overconfident nella coda destra della distribuzione sottostima della metà la probabilità di incorrere in un incidente da valanga rispetto a un underconfident nella coda sinistra della distribuzione. Si espone cioè a una probabilità di incidente da valanga doppia rispetto a quanto lui creda.
Anche la propensione al rischio ha un effetto rilevante sulla probabilità di intraprendere la gita. Ma per comparare correttamente i due effetti serve tenere conto di una fondamentale differenza. Gli scialpinisti – e più in generale gli alpinisti – sono consapevoli, e accettano, di svolgere un’attività che li espone a rischi. Vale a dire, sono consapevoli di essere propensi al rischio. Invece sono del tutto inconsapevoli del loro grado di overconfidence e di quanto questo influisca sulle loro decisioni.
Ne consegue che i soggetti overconfident risultano esposti al cigno nero con una probabilità più elevata di quella che credono.