ostracismo: le similitudini fra governo centrale e governo locale
di Griso
Ostracismo è parola di origine assai remota risalente alla antica civiltà greca. L’ellenico significato del termine può essere tradotto nel nostro idioma con la definizione seguente: “ condanna all’esilio per voto popolare con cui erano colpiti i cittadini sospettati di attentare alla democrazia”.
Dare l’ostracismo era quindi sinonimo di “mettere al bando” e tale assunto aveva, per lo più, una valenza altamente civile e di salvaguardia delle Istituzioni contro il pericolo di instaurazione di “dittature” (nella accezione deteriore che questo termine era andato via via assumendo quale governo di un despota autoritario ed assoluto).
Con il tempo, l’applicazione dell’ostracismo aveva però assunto una valenza completamente avulsa dal concetto originario di difesa dell’ordine democratico legalmente costituito, ed il termine aveva subito un autentico stravolgimento interpretativo. Sovente l’attentato alle Istituzioni elettive avveniva proprio ad opera di chi a queste medesime Istituzioni era stato preposto, e ciò al fine preciso di pervenire a forme di governo personale ed assoluto attraverso la eliminazione dalla scena politica dei potenziali avversari-competitori e la dissoluzione di ogni organismo di controllo.
Spesso l’eliminazione avveniva attraverso la manipolazione strumentale dei fatti con la costruzione a tavolino di accuse infondate e la predisposizione di dossieraggi funzionali all’ottenimento, giustappunto, del programmato pronunciamento popolare sull’ostracismo (le vittime di allora erano, in pratica, i vari Caldoro di adesso….). Da strumento quindi di difesa democratica, l’ostracismo vide così completamente ribaltata la sua funzione, la sua natura e divenne precipuo elemento di lotta politica in dispregio delle Istituzioni e ciò proprio da parte di coloro che la Democrazia avrebbero dovuto difendere. Ruoli insomma completamente invertiti: i detentori del potere democratico si erano andati trasformando in attentatori alle primarie libertà; i veri difensori dei valori civili ingiustamente accusati di ogni nefandezza e messi al bando.
La Storia è piena di personaggi eletti democraticamente e poi divenuti sanguinari dittatori attraverso l’ostracismo decretato nei confronti degli avversari politici, applicato con metodi impostati sulla calunnia, sulla manipolazione delle notizie, sull’aggiustamento delle normative legislative in materia di giustizia; il tutto finalizzato all’obiettivo primario della radiazione dei competitori, anche con la omissione di atti dovuti al fine di procurare illeciti vantaggi derivanti da una politica spietata e cannibalesca.
Ai giorni nostri le forme moderne di ostracismo sono più che mai evidenti a livello centrale. Basti pensare al maggior movimento politico nazionale che si rifà a due concetti basilari: “Popolo” (al posto di Partito) e “Libertà”. Ma in questo partito vige un ferreo culto della personalità del capo, non esiste vera democrazia ed il conducator è la luce che illumina le menti degli idolatranti adepti.
Chi non si adegua al culto, chi critica la conduzione politica, chi non inneggia entusiasticamente al Capo viene messo alla porta senza tanti complimenti. Ma quali sono i metodi per radiare gli indesiderati? Vige il dossieraggio, vige la costruzione a tavolino delle prove della “indegnità”, infine c’è la sentenza emessa da un organismo ristretto alle dirette dipendenze del capo-padrone.
Di questi fatti le cronache odierne sono piene…..Se non si è sudditi, si diventa soggetti in odore di eresia, si viene monitorati, spiati ed infine stritolati dal perverso meccanismo messo in piedi dal padrone….L’esito finale è l’espulsione e la denigrazione.
Cosa avviene a livello locale? Fatte le debite proporzioni, il metodo presenta molte affinità con quanto descritto sopra riguardo al livello centrale. “Se non sei con me sei contro di me”, questa è la regola base che non ammette tergiversazioni. Ed allora si vedono nemici dappertutto, nemici che si cerca di isolare mettendo in campo forme di ricatto rudi e volgari, del tipo: “ti ho visto insieme a X, sappi che non è dei nostri ed è bene che tu eviti quella persona se vuoi continuare ad essere considerato nostro amico”. Con questi sistemi, caro Danilo, non ti devi meravigliare se sei considerato da lor signori alla stregua di un “serpente velenoso” e se ti vien dato “l’ostracismo”, nel senso che si cerca di creare il vuoto intorno a te per punirti di aver ardito criticare certa conduzione amministrativa e politica della Cosa Pubblica in paese. Ricordo quando qualcuno del clan ti tolse il saluto e ti venne spiegato che la tua “condotta” li aveva “irritati”. Il Bloz, come nell’antica Grecia l’Agorà, denuncia inefficienze, incapacità, sprechi, scelte opinabili, inopportune e/o avventate: Ed allora pronta è la reprimenda cui seguono i ricatti, per pervenire infine alla messa al bando!
Qui vige l’assunto riportato nel film “Il marchese del Grillo” dal bravissimo Alberto Sordi: “Io so’ io, e tu non sei un c…o” (dove i puntini vanno completati con una vocale ed una doppia consonante). Ma fino a quando durerà questo andazzo per cui o ti uniformi o sei considerato un nemico da abbattere soltanto perché osi pensarla diversamente dai padroni del vapore??
Questi metodi (quelli del duo di Piadena) vanno virilmente contrastati partendo da una semplice considerazione. Lor signori sono detentori pro-tempore di una funzione pubblica che dovrebbero (il condizionale è significativo e d’obbligo) esercitare a beneficio della intera Collettività, non di loro medesimi e della loro cerchia di amici. Ogni cittadino è costituzionalmente libero di esprimere le proprie valutazioni su chi amministra il paese (o la Nazione). Non sono ammessi (non dovrebbero essere ammessi) strumentalismi, ostracismi nei confronti dei non allineati al pensiero unico vigente. Sperequazioni e distinzioni fra amministrati sono, queste sì, da mettere al bando, pena un severo giudizio della Storia.
Ormai però 6 anni di conduzione hanno dimostrato e detto anche troppo su questi personaggi, che si ritengono i “depositari della verità e del bene assoluto”. Agli attuali occupanti-proprietari della Casa Comune di tutti i lozzesi, forse non resta altro che un pietoso oblio, la mercede che spetta a chi ha operato ed opera prescindendo dal vero concetto di democrazia, che aborre qualsiasi forma di ostracismo.