Oltre la secessione … l’indipendenza
La secessione non è sempre il preludio all’indipendenza. Puoi secedere da A perché ti vuoi aggregare a B, per esempio. Vi possono essere ragioni di carattere storico che spingono in questa direzione, non fosse che per ricongiungere genti e popoli che le vicende storiche hanno magari diviso secoli prima.
La tensione all’indipendenza alimentata da motivazioni di carattere storico viene tuttavia affievolita dal tempo e dall’opera di omologazione che ogni Stato impone, non necessariamente con la forza, basti pensare alla televisione che è il mezzo di asservimento più potente di cui esso dispone. A spingere i cuori verso l’indipendenza, oltre alle giuste rivendicazioni e rievocazioni di carattere storico, bisogna che ci si metta la sfera economica.
Quando il quadro di predazione dello Stato nei confronti della realtà Territoriale cui tu fai riferimento viene ad assumere contorni abbastanza netti, allora la gente inizia a volgere lo sguardo verso l’autonomia. Se la Storia risuona ancora dei fasti passati o semplicemente risveglia una coscienza identitaria allora l’autonomia, che potrebbe bastare, assume sempre più le sembianze dell’Indipendenza.
Il Veneto non ha pozzi di petrolio, non ha giacimenti di risorse naturali che non siano la propria Storia e la bellezza del proprio territorio. Il Veneto ha tante braccia che lavorano, che rappresentano la propria ricchezza; non mancano i cervelli naturalmente, che però sono più inclini a coordinare le proprie braccia che lavorano piuttosto che a difendere la propria identità. Un istinto manifatturiero ancestrale. Quando sei troppo chino a lavorare, non ti accorgi facilmente di quello che ti succede attorno, oltre ad agevolare assalti che risultano sempre dolorosi. No, quei dolorini non sono emorroidi, hanno ancora approfittato di te.
La cura non è la preparazione H (il tiepido federalismo che forse verrà), la cura è l’Indipendenza.