Olimpiadi 2026: TAA, come mungere la mucca e lasciare che…
…il letame lo porti fuori di stalla qualcun altro.
Oddio, un po’ di latte resterebbe anche di qua. In ogni caso – han detto gli autonomisti col culo degli altri-, anche la mobilità (oltre ai giochi) dovrà essere sostenibile (qualunque cazzo di cosa voglia dire). Se avessero usato le altre parole magiche tipiche di questi incontri, “fare squadra”, “fare sistema” o “fare rete”, li avremmo potuti scambiare per due laqualunque amministratori partenopei (mi scusino i partenopisti).
Comunque, si sa niente delle magnifiche e progressive del Trenone delle Dolomiti, altro feticcio con il quale gli ACCDA si sono gingillati nel recente passato? E per chiudere: prima di sbavare per l’Olimpo, aspetterei di vedere come ne veniamo fuori dai Mondiali, ché in confronto sono una partita di briscola.
Rossi e Kompatscher hanno confermato l’interesse e la disponibilità di Alto Adige e Trentino a mettere a disposizione impianti e strutture esistenti dei propri territori per ospitare il grande evento sportivo […]
“I Giochi olimpici – hanno convenuto Kompatscher, Zaia e Rossi – dovranno essere sostenibili anche dal punto di vista della mobilità, e pertanto dovrà essere avviato un serio approfondimento in tal senso per quanto riguarda l’intera area delle Dolomiti Unesco“.
Nelle scorse settimane la Giunta provinciale altoatesina aveva annunciato il no ad una propria candidatura per le Olimpiadi invernali del 2026, garantendo però l’appoggio ad eventuali candidature di regioni confinanti, come appunto il Veneto, così come era stato fatto con la candidatura di Innsbruck, caduta a seguito dell’esito della consultazione referendaria.