Non prendeteci in Giro: Belluno Autonoma subito!
Fin dall’inizio mi sembrava che il luogo si potesse collocare lungo la gola del Piave, tra la stretta di Tre Ponti e quella di Ponte Nuovo. E ad un certo punto la cosa fu chiara: il luogo era proprio fra Campopiano e la stretta di Ponte Nuovo, lì dove le Crode Àute concedono al passaggio solo 10 metri di carreggiata, oltre la quale vi è il precipizio che giunge piombante nelle magrissime acque del Piave.
E proprio lì un manipolo di audaci, nel giro di non più di due minuti, recidendo e facendo rovinare due grossi e sommessi abeti, avvinti da tempo immemore a quelle crode, bloccarono il sudaticcio serpente del Giro d’Italia.
Quando l’ultimo stridore di freni dell’ammasso di biciclette frenanti si dileguò nell’aria, un secondo e terzo manipolo agirono nello stesso modo con perfetta sincronia, poco prima del ponte di Cornon e lungo la strada per Pinié, ingabbiando l’anaconda rosa.
Apparvero infine, come appare una scintilla, due lunghi striscioni che fiondarono il proprio messaggio di protesta nel tubo catodico dei cameramen, incollati ad increduli elicotteri appesi nel vuoto, rimbalzando impazziti nell’etere per spiaccicarsi sugli schermi dei devoti del pedale.
Fu così che l’Italia intera venne a sapere di questo angolo remoto di mondo.
Poi, in qualche modo mi svegliai. Devo smetterla di fumare la sera quell’erba cipollina …