negli USA i segni del tifo italico per l’europeo

A distanza di una decina di giorni dall’epilogo dell’europeo di calcio a tenere banco nel suk dei giornalai è il greenpass e, dissimulata sotto altre sembianze, la coglionata/stronzata (tale è, valutazione di vaccinato quale sono) detta da Draghi in conferenza stampa (se uno ti dice di non vaccinarti ti dice di morire…). 

Ma c’è sempre qualche irriducibile giapponese asserragliato nella foresta che tira fuori la fionda d’ordinanza per confermare -urbi et orbi- quanto improvvido sia stato lasciare sguinzagliata la tifoseria taliana durante la finale: della serie “ve l’avevamo detto, facili profeti, che il contagio sarebbe ripreso più bello e più forte che pria”.

Come avrebbe affrontato la cosa non dico lo studente di statistica ma il congegnatore meccanico (poco avvezzo a queste pratiche analitiche)?

Per esempio confrontando i trend, come ben si vede nella prima immagine (la linea grigia è l’11 luglio), che presenta i contagi dal 7 giugno: le dinamiche che interessano UK, Olanda, Spagna e Cuba dovrebbero far alzare le antenne a chiunque: e infatti il congegnatore meccanico se n’è ampiamente accorto.

Non è che per questo si possa escludere del tutto che la finale abbia scatenato il virus-demonio, una quota parte dell’aumento di contagi sarà anche riconducibile alla finale ma con un peso non rilevante e, soprattutto, non rilevabile. 

La cosa si vede meglio nella seconda figura, con i contagi dal 7 luglio, dove, tralasciando le dinamiche di contagio di UK, Olanda e Spagna, si nota la sorniona Germania (uscita dal torneo) contrapposta alla frizzante Francia (anch’essa uscita dal torneo). Si apprezzerà, negli USA (si veda anche la terza figura), un andamento simile a quello italico ma, si sa, l’11 luglio negli USA si è giocata la finale tra la bocciofila di Boston e quella di Chicago, mentre nel Montana la fiera della sopressa aveva portato nelle piazze, nella stessa notte, una marea di gente, per non parlare del festival delle aragoste a Rockland nel Maine.

Restando nella vecchia Europa si noterà medesimo trend: non si ha notizia che quella notte, l’infame notte dell’11 luglio, l’Europa sia stata scossa da festeggiamenti senza freni inibitori per la monca vittoria italiana  nelle grandi città del condominio europeo. A meno che non si voglia dare la colpa al campionato in sé, ma qui si andrebbe a finire nell’esoterismo, cosa di cui qui non ci occupiamo.

Restando in ambito veneto (quarta figura) il congegnatore, sempre in riferimento alle dinamiche del contagio, si sarebbe posto il problema del perché nella provincia di Verona vi sia un guizzo di contagi più di 2,5 volte quello riscontrato a Padova: neanche un dubbio che le “dinamiche” siano sollecitate da ben altre e più perfide spinte del tifo urlato a squarciagola, senza mascherine, senza distanziamenti ?!?