Museo della Latteria di Lozzo di Cadore: non compare nell’universo dei musei veneti! Perduto?
Vi sono eventi nel mondo fisico talmente veloci che, per misurarli, si deve ricorrere ai femtosecondi (un milionesimo di miliardesimo di secondo). Vi assicuro che a niente varrà lo sforzo di immaginarsi questa grandezza; sfuggirà sempre alla nostra percezione. Vi sono altri eventi invece, come l’orogenesi delle Dolomiti, che si misurano con scale di milioni di anni. Vi sono poi altri eventi, come per esempio i riallestimenti museali, in particolare quelli finalizzati all’inserimento del risultato ottenuto in rutilanti “reti museali”, ai quali la misura del tempo, variabile in questo ambito senza alcun significato, non si applica. Non si può applicare.
Così, volendo rimanere legati al pollaio lozzese, il Museo della Latteria (conosciuto anche come Museo della Lotteria nonché Museo della Lola) non compare ancora nell’universo dei musei veneti proposto sul sito della Regione Veneto, (qui la pagina relativa alla provincia di Belluno). C’è il Museo dell’Occhiale, quello degli Zattieri del Piave, quello della Flora Fauna e Mineralogia di Auronzo, ma non c’è ancora quello della Lola.
Propongo alcune ipotesi. Non oso pensare che la colpa sia dei professionisti (in fondo è soprattutto dalla greppia della Regione che traggono sostentamento) i quali avranno tempestivamente inoltrato le pratiche del caso alla Regione Veneto. La colpa sarà del solito oscuro funzionario-burocrate che deve ancora “prendere in mano” la faccenda. O forse sarà di Zaia che ha iniziato a tagliare costi a destra e manca: che sia andato a colpire anche qualche manager che si interessava della promozione della cultura? O forse, più semplicemente, la pratica è in attesa del collaudo finale struttural-culturale? Una cosa è certa: il cesso da 28.000 € funziona. E tutto ciò che raccoglie lo dispensa poi generosamente, dopo un lungo tragitto, alle acque lagunari.
Beh, se io fossi nei panni del sindaco un colpo di telefono a Bond o a Toscani lo farei. Che dall’inaugurazione ad oggi non si sia ancora ottenuto l’inserimento del Museo della Lola nell’universo dei musei veneti è un argomento inaccettabile. Quanti turisti che si abbeverano al sito regionale avremmo potuto veder sfilare nel riallestito museo? Pensiamo a quanti caffè i nostri esercizi avrebbero potuto preparare. Come diceva un vecchio e saggio maestro elementare di radici ladine, “par promuove e senpre tenpo“, evidentemente anche quando si tratta di promozione turistica e culturale nel III° millennio.
Quindi, oltre alla mancanza del pieghevole, dobbiamo subire anche l’onta di non avere il benché minimo cenno neanche sul sitone regionale. Che dire: non ci sono più i volontari di una volta.