municipio di Lozzo di Cadore: generatore automatico di frasi italianeggianti /1
La nostra assessora, unica rappresentante delle quote rosa in seno alla giunta lozzese, dovrebbe – a mio parere – considerare attentamente la necessità di “lavare i propri panni in Arno” avendoli finora lavati tra i flutti del più modesto Rio Rin. La nostra si è prodotta in uno scritto in risposta a una interrogazione che Per la Gente di Lozzo ha presentato all’Amministrazione e già ieri vi ho proposto una prima chicca di elevata altezza espressiva.
Per apprezzare appieno questa seconda chicca lasciate che vi riporti il pensiero scandito nelle sue unità fondamentali:
Sono piuttosto da biasimare quelle più svariate oscenità,
dettate dall’incuria delle proprie cose
e dalla mancanza di rispetto della cosa di tutti,
che danno ‘orrenda mostra di se‘ percorrendo la via pubblica
Più svariate? L’incuria, poi, sarebbe “delle proprie cose”? Cos’è questo: moto a luogo? E la “cosa di tutti”, è una variante canginiana della res publica? Palmiro Cangini, ricordate? “Io c’ho ragione e i fatti mi cosano“! E la via pubblica? E’ un’inconsapevole figura allegorica? O è un viatico a più sottili allusioni? Perché l’assessora non scende dall’olimpo poetico e, giunta qui tra noi uomini, non fornisce una spiegazione meno criptica del suo ardimentoso ragionamento, magari indicando anche un numero civico, additando così al pubblico – questo sì lo sarebbe – ludibrio chi ostenta “quelle più svariate oscenità”?
Le chiare “incertezze formali”, credo non vi sia bisogno di sottolinearlo ulteriormente, non sono peraltro smussate dalla limpidezza del costrutto logico che, ne converrete, appare piuttosto lacunoso, sempre a voler essere indulgenti. Ma restate sintonizzati con il BLOZ, perché di queste “più svariate” chicche la nostra – nel rispetto della cosa di tutti – ne ha prodotto più d’una, ed ognuna dà … orrenda mostra di sé.