Matteo Toscani: il cavalier errante (o del ruggito del coniglio)
Ancora una noterella sulla vicenduola del Col Cavalier e su uno dei tre moschettieri bellunesizzanti, tale Matteo Toscani. Già abbiamo detto delle sue favolistiche capacità in campo giuslavoristico: la conquista del taglio del nastro da parte delle sconfinate masse di maestranze che a questo, solo a questo, anelano. Ma il nostro va oltre. Poniamo l’attenzione sulla seguente effervescente dichiarazione:
«Non posso che essere soddisfatto della ripresa dei lavori presso il cantiere di Col Cavalier: abbiamo costretto la Giunta del Veneto a rimediare a un errore che mai si era visto prima in tema di opere pubbliche». […]
Ora, noi sappiamo bene che differenza c’è tra una “giunta”, alla quale è demandato il potere esecutivo, e un “consiglio regionale” che funziona da assemblea parlamentare della Regione Veneto (dove si parla, discute, si confrontano le opinioni: si parlamenta), che ha funzione legislativa.
Però sappiamo altrettanto bene che il moschettiere Toscani è vice-presidente di tale Assemblea Parlamentare, non proprio un bau bau micio micio. Capiamo anche che, nei fatti e nelle decisioni politiche, questa carica possa non contare un cazzo, ma il peso istituzionale della medesima è indubbio. Sempre che quel peso lo si sappia “far pesare”.
Ora, di un’opera come quella del Col Cavalier, completata al 98%, ci giunge come stridente l’affermazione – proferita proprio dal vice-presidente del Parlamento veneto – per la quale “abbiamo costretto la Giunta del Veneto a rimediare…“.
Delle due l’una: o il nostro moschettiere sapeva tutto – ma ha scelto di dormire sonni profondissimi per svegliarsi di soprassalto e sguainare la spada solo ora, la qual cosa assomiglierebbe al “ruggito di un coniglio“- , o non ha mai contato un cazzo (né prima, né ora).