MA QUALE CREDIBILITA’ POSSONO AVERE CERTI CONTI DELLO STATO?
di Cagliostro
Nel 2002 il duo B.&T. (Berlusconi e Tremonti) fece approvare dal Parlamento l’ennesimo condono tombale che, secondo i calcoli della Ragioneria Generale e del Ministero dell’Economia, avrebbe dovuto consentire introiti per 26 mld di euro. Non si trattava di una aleatoria previsione ma di calcoli accurati sulla base di quanto effettivamente dovuto da chi aveva aderito all’offerta di sanatoria ottenendo in cambio un significativo sconto sulle tasse non pagate, con in aggiunta la cancellazione di eventuali reati fiscali.
Quell’abile, esperto fiscalista, dalle origini nostrane, conoscitore di ogni machiavellico anfratto leguleio-tributario congegnò la legge istitutiva in modo tale che il condono era da considerarsi completato all’atto del solo versamento della prima rata di oblazione e senza che sul debito residuo fosse prevista alcuna garanzia a favore dell’Erario. Ebbene, molti dei contribuenti non in regola colsero la palla al balzo, aderirono al condono, chiesero la rateazione, versarono il primo acconto e così poterono godere immediatamente degli effetti della sanatoria con tutti i benefici annessi, e ciò trascurando di provvedere al versamento delle altre rate contrattualizzate a saldo.
In condizioni normali e senza i congegni stabiliti dalla equipe ministeriale del mago del Cridola, i contribuenti non in regola con il versamento delle oblazioni avrebbero dovuto essere ‘attenzionati’ dalla Agenzia delle Entrate e da Equitalia, le quali avrebbero dovuto innescare il procedimento di riscossione coatta. I fruitori di questa furbastra normativa, promulgata ai danni dello Stato da parte di chi avrebbe dovuto, invece, meglio tutelare l’Istituzione, apparivano insomma evasori in origine, poi trasformatisi in “evasori sull’evaso”, ossia soggetti recidivi al delitto contro il Fisco.
Tali impropri ‘condonati’, in virtù della ‘benemerita’ opera tremontian-berlusconiana, hanno ottenuto un beneficio ‘premiale’ di tutto rilievo: quello di non poter essere accusati per reati di tipo fiscale eventualmente commessi e quello di non vedersi applicare multe e sanzioni, il tutto per effetto della cancellazione insita nel condono, ritenuto tale per effetto del solo primo versamento oblativo.
Non tutte le ciambelle riescono però con il classico buco. Nel 2008 la Corte dei Conti accertò che il provvedimento tombale era riuscito a realizzare soltanto 21 mld di euro di incassi su di una programmazione di complessivi Euro 26 mld. All’appello risultarono cioè mancanti ben 5,2 mld di euro, buco riveniente dal giochetto attuato, sulla base di una legge-imbroglio, da parte degli evasori di doppio conio.
Ai rilievi della Corte, il super ministro d’Oltrepiave (sempre lui!) levò alti i suoi lai e, nel 2010, già in clima di austerità, il Tremonti promise solennemente che “l’Agenzia delle Entrate, entro Ottobre 2011, avrebbe dovuto effettuare una ricognizione dei contribuenti che non abbiano ancora provveduto ai pagamenti ed avviare nei 30 gg successivi le procedure di riscossione coatta”. Bel proposito! Il termine, poi, fu dallo stesso ministro fatto slittare al 31.12.2012. Infine, venne Monti che prorogò il tutto al 31.12.2013…Difficoltà di routine a parte, va detto che il condono tombale 2002 riguardante migliaia e migliaia di posizioni era anonimo, sul modello dello Scudo fiscale e quindi la problematicità risultava (e risulta) accentuata…
Nelle more dei vari slittamenti, l’Erario è riuscito a recuperare 1,8 mld di euro. Restano circa 3,5 mld di buco da colmare a fronte dell’ennesima lg di sanatoria targata B.&T. Un tale introito dovrebbe certo ritenersi davvero una sanatoria, atta cioè a ripianare un ‘ammanco’ nelle entrate erariali mai portato alla luce, pur se contabilizzato a preventivo, da un governo campione dei condoni, realizzati però con disposizioni mal congegnate e determinanti un continuo detrimento e danno per lo Stato. Disposizioni macchinose atte a permettere ai furbastri del quartierino di ottenere indebiti, ulteriori vantaggi dopo aver eluso e/o evaso i propri precisi doveri contributivi, e tutto nel generale silenzio di chi, forse, tendeva a gestire elettoralmente una propria importante lobby.
Ora come andrà a finire questo grande pasticcio? L’Agenzia delle Entrate è scettica e precisa che, tra le miriadi di condoni per lo più berlusconian-tremontiani, solo quelli del 1989 e del 1992, hanno determinato un gettito a consuntivo in linea con quanto iscritto a preventivo.
Al di là però dell’aspetto meramente etico e burocratico, resta impregiudicato il fatto se tale ‘condono’ debba essere considerato valido in riguardo ai molteplici aspetti economico-giuridici, aspetti ed effetti che gli interessati ritengono acquisiti (sulla base di una legge farlocca). Il rebus resta intatto: la legge istitutiva del condono, con tutte le provvidenze a favore dei supposti ‘condonati’ è proprio da considerarsi legittima o non piuttosto illegittima ed incostituzionale? In uno Stato di diritto, la risposta ad un tale quesito dovrebbe essere del tutto scontata.
Dato il pasticcio operato da un governo inqualificabile, sorge spontanea una domanda. Esistono forse anche nel nostro territorio comunale casi di ‘condoni sui generis’ del tipo di quelli sopradescritti, attuati con un semplice acconto/oblazione? E le relative pratiche saranno state eventualmente controllate con scrupolosa professionalità prima di autorizzare l’accatastamento a sanatoria? (credo trattarsi sempre di nomina di tecnico esterno). E sarà stato sempre effettuato un preliminare controllo per verificare se sussistevano, e sussistono, i presupposti per l’emissione del dispositivo a sanatoria, ad esempio la verifica sulla osservanza della natura giuridica dei terreni e su quanto stabilito da una certa lg del 1985 sulla tassativa inibizione delle procedure di condono in assenza di precise condizioni ?