ma le previsioni, lì all’Arpav, le fate coi dadi?
(il diavolo si nasconde nei dettagli)
“Non posso credere nemmeno per un attimo che Dio giochi a dadi!”, diceva Albert, mentre Niels gli rispondeva “Piantala di dire a Dio che cosa fare con i suoi dadi.”. Va riconosciuto che anche questo dialogo prendeva le mosse dall’indeterminazione. Ma passi per una particella che più o meno riottosamente non ti vuol far sapere dov’è, se pretendi di sapere anche che velocità ha (e viceserva).
Qui però ne va della stabilità psicofisica di tutta la provincia, proprio ora che stanno spingendo a fondo per trovare il puzzone. Uno capisce che in piena estate una certa effervescenza nel corso della giornata ci può essere, e alle tre del pomeriggio accetta anche il temporale che non hai espressamente previsto, ma con tutti quei satelliti che girano sopra le nostre teste (che in numero superano i sindaci idiotoidi – quindi capite che sono numeri di tutto rispetto), tenuto conto che la stagione ha in termini di turbolenza, ora, la stessa focosità che può avere una zitella in menopausa, un po’ di precisione in più non guasterebbe.
Quindi, per tornare a noi, ci chiedevamo: ma le previsioni, lì all’Arpav, le fate coi dadi o sono solo la conseguenza di un uso disinvolto di erba cipollina?
(là fuori la giornata è di un grigio che il grigio pantone di riferimento sembra un arcobaleno; quella del “rientro di nuvolosità che potrà limitare maggiormente il soleggiamento, ma perlopiù senza fenomeni” … mo’ me lo segno; dettaglio luciferino: “Precipitazioni. … sulle Dolomiti … non escluse del tutto deboli o debolissime precipitazioni fino al pomeriggio (30%); com’è che chiami quel 30% di probabilità di precipitazioni, che per te che le vivi è il 100%? Dannata sfiga! Ma è lì che si nasconde il diavolo. Morale per chi legge le previsioni: guardare “oltre le icone”. Morale per chi le fa: tenersi sempre una porta aperta (pararsi il culo per almeno il 30%))